Jorginho e il ritorno in Nazionale: «Mai pensato che fossi fuori ...

15 Nov 2023
Jorginho

di Alessandro Bocci, inviato a Firenze

Il regista scuote il calcio italiano, che dovrebbe avere più coraggio nel lanciare i giovani: «Bisogna credere nel talento dei nostri ragazzi». Ma non vede eredi nel suo ruolo: «Almeno non con le mie caratteristiche. Dovrete accontentarvi di me»

FIRENZE Ha un solo dubbio in testa e lo confessa candidamente: «L’Italia mi manca e vorrei tornare, anzi tornerò sicuramente, ma non so se la prossima estate sarà il momento giusto. Perché all’Arsenal sono felice e ho ancora delle cose da fare». Così come in Nazionale. Chi pensava che il regno di Jorginho si fosse concluso con Roberto Mancini è dovuto tornare indietro. La maglia azzurra è ancora al centro dei suoi pensieri e non ha mai avuto intenzione di alzare bandiera bianca e a Spalletti lo ha detto chiaro e tondo quando si sono sentiti a settembre. «Giorgio non ti chiamo perché non giochi», le parole di Luciano. «Mister ci vediamo presto, tornerò titolare nell’Arsenal e in Nazionale».

La rincorsa è finita e un nuovo capitolo può cominciare. Domenica Jorginho è stato il primo degli azzurri a varcare il cancello verde di Coverciano e il nuovo c.t., per cui la forma è sostanza, ha apprezzato. Al centro della scena nel momento cruciale con in ballo la qualificazione all’Europeo. Oggi, dopo la prima vera prova tattica, capiremo se Jorginho guiderà l’Italia già venerdì contro la Macedonia o lunedì nella trasferta a Leverkusen con l’Ucraina. Magari le giocherà tutte e due, quello che conta è che il brasiliano cresciuto nelle giovanili del Verona si è ripreso la scena e non intende abbandonarla. L’ultima partita azzurra l’aveva giocata a giugno, in Nations League: «Ma non ho pensato neppure per un minuto che il mio ciclo fosse finito. Ho ancora tanto da fare e da dare e metterò tutto me stesso per restare in azzurro. Voglio regalare allegria ai tifosi e risentire le emozioni che ho provato quando abbiamo alzato la Coppa».

L’Europeo da difendere con onore è il primo obiettivo e sarebbe anche una rivincita visto che l’ultimo Mondiale fallito grava sulle spalle di Jorginho per i due rigori sbagliati nel girone di qualificazione contro la Svizzera: «Grazie per avermeli ricordati», prova a scherzare. Ma, con la sicurezza dei campioni, dice che il peso di quegli errori non lo condizionerà e che, se Spalletti deciderà di farlo giocare con la Macedonia dove ha sprecato quello decisivo, lo farà senza alcun blocco psicologico. «E se dovrò andare sul dischetto non mi tirerò indietro», racconta con un certo senso di sfida che anticipa la voglia di riscatto. Jorginho è uno dei 17 azzurri campioni d’Europa che Spalletti ha chiamato nei suoi primi tre raduni. «Niente mi bloccherà, sono pronto e motivato per queste due partite. A Roma ci servirà l’aiuto dei tifosi. La Macedonia me l’aspetto chiusa e compatta, noi dovremo segnare senza concedere niente. Nelle ultime due partite contro di loro abbiamo sempre attaccato e siamo stati infilati. Due tiri e due gol. Dovremo stare attenti».

Jorginho è pronto e combattivo. Dall’alto di una visuale privilegiata, vivendo a Londra e giocando nella Premier, dice che la Nazionale inglese è forte «ma per vincere serve altro». E scuote il calcio italiano, che dovrebbe avere più coraggio nel lanciare i giovani: «Bisogna credere nel talento dei nostri ragazzi». Ma non vede eredi nel suo ruolo: «Almeno non con le mie caratteristiche. Dovrete accontentarvi di me». Ricci e Rovella, per adesso, dovranno aspettare.

15 novembre 2023 (modifica il 15 novembre 2023 | 06:45)

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