Stefania Maurizi: ''Guerra a Julian Assange non è finita''

Julian Assange
Dettagli Jamil El Sadi 02 Ottobre 2024

L’intervento della giornalista dal palco di “Resistenzə” a Palermo

“Vogliono ancora distruggere Julian Assange e WikiLeaks. Non è finita la guerra purtroppo, fino a quando Assange e Wikileaks continueranno a fare il lavoro che hanno fatto in questi ultimi 15 anni”. Così Stefania Maurizi, firma di punta de Il Fatto Quotidiano che per anni ha lavorato a stretto gomito con l’editore australiano da poco tornato in libertà dopo anni di reclusione. La giornalista, intervenuta alla rassegna “Resistenzə” organizzata dall’Ass. Our Voice a Palermo, ha ricostruito il Caso Assange, spiegando come WikiLEaks abbia rivoluzionato l’opinione pubblica. Per questa ragione “lo vogliono distruggere. È cambiato profondamente il diritto dell'opinione pubblica di conoscere cosa fanno i nostri governi con i soldi delle nostre tasse e a nome nostro - ha spiegato -. In dittatura non è possibile saperlo. Non puoi entrare nelle stanze del potere, non puoi conoscere la criminalità di stato ai più alti livelli. Ti ammazzano, ti eliminano. In democrazia, invece, deve essere possibile. O almeno così credevamo finché non ci siamo scontrati con quello che è successo durante le rivelazioni di WikiLeaks sui documenti segreti del governo americano”. Tra questi anche documenti sulle guerre in Afghanistan, in Iraq, documenti della diplomazia Usa che rivelavano le conversazioni e gli affari di 260 ambasciate americane in ben 180 Paesi.
“WikiLeaks ha aperto uno squarcio nel livello più alto del potere. Un livello che raramente si mostra. Quello in cui si muovono gli apparati dello Stato, i servizi segreti, la diplomazia - ha continuato -. Il potere che decide se stare 20 anni in Afghanistan, spendendo 9 miliardi di euro e riportando a casa 53 soldati morti e 700 feriti. Questo è un potere che ci riguarda perché ha un impatto sulla nostra vita. Decide se appunto passiamo 20 anni in Afghanistan e non abbiamo i soldi per le scuole, non abbiamo i soldi per le pensioni, non abbiamo i soldi per gli ospedali”. E Julian Assange e WikiLeaks “hanno aperto uno squarcio in questo potere rivelando milioni di documenti segreti su come funziona; come pianifica le guerre; come pianifica i colpi di Stato; come fa pressioni sui governi per chiudere l'inchiesta quando la CIA è venuta in Italia e ha rapito Abu Omar, come se fosse il Cile di Pinochet. Questo potere vuole assolutamente distruggere Assange in modo che il prossimo che avrà in mano documenti così ci penserà due o tre volte. Dirà: ‘Io non voglio fare la fine sua, io non voglio passare i 14 anni chiuso prima nell'ambasciata poi nella prigione più dura del Regno Unito’”, ha concluso Stefania Maurizi.

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