Justine Mattera, da studentessa modello alle canzoni di Tale e ...

6 giorni ago
Justine Mattera

Parliamo con Justine Mattera appena rientrata a Milano da Roma, la mattina dopo la diretta di Tale e Quale Show, condotto da Carlo Conti su Raiuno. Se è stanca non sembra, trasmette energia anche soltanto attraverso la cornetta del telefono. Con autoironia commenta i voti non proprio esaltanti che le sue esibizioni hanno ricevuto dai giudici: «Imitare non è semplice, ancor di più in uno studio con un’acustica non ottima. Io poi certe volte penso che i troppi anni in discoteca mi hanno fatto diventare sorda. Mettici le lenti a contatto, i denti finti del trucco e il quadro è completo. Comunque mi butto nella sfida, nella mischia. Con i miei 53 anni: può essere un messaggio per chi ha paura di ricominciare, per chi teme le critiche».

Lei come si pone di fronte alle difficoltà?
«Never give up, mai mollare. Come nello sport, che amo tantissimo. Da poco ho partecipato all’evento benefico “Dash to Paris”, un percorso in 5 tappe da Milano a Parigi a sostegno degli atleti paralimpici. Mi ha chiamato Massimo Plebani, papà della campionessa Yoko, per propormi questa cosa e ho accettato subito, perché lo sport deve essere per tutti. Ho fatto tappe in bici, nuoto e corsa. Negli ultimi chilometri di corsa mi ha raggiunto mia sorella, che ha avuto seri problemi di salute, ed è stato molto bello».

Carlo Battillocchi

In passato ci sono stati momenti in cui, invece, avrebbe potuto mollare?
«La nostra famiglia ha avuto periodi molto difficili. Avevo circa 12 anni quando scoprirono un linfoma di Hodgkin a mia sorella, che ne aveva 10. I miei genitori dovettero per forza concentrare tutta la loro attenzione su di lei per curarla e da allora sono stata un po’ da sola. Era difficile ma ho trovato il coraggio per fare le cose in autonomia. Da una parte provavo sensi di colpa perché io stavo bene mentre mia sorella no, dall’altra un po’ soffrivo perché le attenzioni dei miei genitori comunque mi mancavano. Così mi sono buttata sullo studio. Ero una secchiona pazzesca, mi piaceva la scuola, essere la prima della classe. Non potevo controllare la malattia di mia sorella né le nostre vite, ma i voti sì. Grazie ai bei voti sono stata ammessa nella mia scuola secondaria, a New York. Era molto selettiva, riservata agli studenti più dotati. Sempre grazie ai bei voti sono entrata con una borsa si studio alla prestigiosa Stanford University e mi sono pagata l’università fino alla laurea in Letteratura italiana».

Sembra molto determinata, è così?
«Sono perfezionista, molto autocritica, mi piace prestare attenzione anche ai dettagli. Se devo fare qualcosa mi preparo con cura. Evidentemente i 3 giorni di prova a settimana per Tale e Quale, però, non sono abbastanza (ride, ndr)».

Ha mai subito dei pregiudizi?
«Ero bionda, timida. Ricordo a scuola una volta il prof di matematica avanzata, vedendomi entrare, mi disse: “Signorina, ha sbagliato corso”. A fine anno, quando era assente, mi mettevo in cattedra al posto suo».

Lei all’inizio in Italia era conosciuta per la somiglianza con Marilyn Monroe. Avevate davvero qualcosa in comune?
«Qualcosa penso di sì. Come lei, anche io sono molto sensibile. Era onesta, dotata di un sex appeal misto a innocenza, era spontanea, aveva la battuta pronta, credevano fosse un’oca e invece molto intelligente. Però era molto sola e in questo siamo diverse: ho la mia famiglia, tanti amici. Nei giorni in cui sono a Roma per Tale e Quale Show mi mancano i miei ragazzi. Comunque cerco di vivere questa esperienza con gioia e filosofia. In questi anni ho dato la priorità ai miei figli, ho detto no a tanti progetti. Come avrei fatto altrimenti a occuparmi di loro? Ammetto di essere diventata una tipica madre italiana ansiosa».

I suoi due figli, Vivienne Rose e Vincent, 14 e 17 anni, sono giovani. La preoccupa il mondo in cui si trovano a crescere?
«Trovo i social terrificanti. Ricordo la mia infanzia a giocare per strada: era un mondo semplice. Per me è sconcertante il fatto che i giovani si frequentino soprattutto online, questa mancanza di vicinanza fisica credo che possa causare problemi. Spesso vediamo i ragazzi seduti insieme ma ognuno fisso sul suo telefonino: è alienante».

Lei, così esigente con se stessa, lo è anche con i figli?
«Chiedo che facciano il loro meglio. In generale non mi piace quando vedo qualcuno buttare via le possibilità che ha. Penso anche alla vicenda che abbiamo vissuto in famiglia: mia sorella dopo il linfoma ha avuto il cancro al seno e il trapianto di cuore. Terapie, ricoveri, visite: non si è mai arresa, dunque non potevamo arrenderci noi che le stavamo accanto. Senza di lei, ci sarebbe stato un enorme vuoto e per questo siamo andati avanti».

Che obiettivi si pone, cosa si aspetta?
«L’esperienza mi dice che non bisogna aspettarsi qualcosa: si fa una cosa al meglio delle proprie possibilità e poi si vedrà. Ora penso a fare bene Tale e Quale Show. Poi potrei tornare a teatro, oppure fare una serie, riprendere i libri, insegnare, dedicarmi alla beneficenza. Oppure mettermi alla prova in qualche impresa sportiva».

Se guarda indietro, pensa di essersi persa qualcosa che avrebbe voluto fare?
«Posso aver fatto delle scelte poco strategiche, magari per amore. Una volta mi proposero di fare a Las Vegas uno show su Marilyn Monroe e non andai. Comunque non ho rimpianti, sono felice».

A proposito di amori, lei è stata legata sentimentalmente a Paolo Limiti, grande anima della tv.
«Mi mancano i suoi consigli. Quando a Tale e Quale devo esibirmi potrebbe darmene un sacco. Era pignolo, aveva grande etica del lavoro, era colto, amava conoscere le cose. Mi diceva che bisogna trattare la telecamera come un’amante».

Ogni volta che qualcuno la intervista si parla di Paolo Limiti. Suo marito è infastidito?
«Ma no, è un uomo intelligente».

Siete molto discreti, non vi si vede molto.
«Ci piacciono i viaggi, la nostra famiglia, uscire a cena, andare per musei e mostre. Facciamo tanto sport insieme. Ogni tanto andiamo tutti entusiasti dai nostri figli con proposte per noi meravigliose: “Scaliamo lo Stelvio”, oppure: “Facciamo questa cosa, ci vogliono 8 ore di trekking”. Con che facce ci guardano…».

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