Altro che Taylor Swift. Perché un endorsement di Bad Bunny ...

7 giorni ago

WASHINGTON. E se alla fine l’endorsement di Taylor Swift fosse del tutto irrilevante ai fini elettorali e contasse di più quello di Bad Bunny, star portoricana del rap, idolo della comunità latinos? È tutt’altro che un fantascenario, incrociando i dati dei trascorsi endorsement e di come si muovono i sondaggi, l’effetto Taylor non è granché misurabile e secondo l’ultima rilevazione Ipsos, all’81% non interessa quel che la pop star ha detto e il 13% addirittura farà l’opposta di quel che farà lei che ha detto di votare per Kamala.

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Foto La Stampa

Nella foto il rapper portoricano Bad Bunny

 

Il sospetto che Bad Bunny sia veramente il famoso ago che sposta la bilancia è venuto a Maria Cardona, analista politica, ospite della CNN la quale ha raccontato che qualche settimana fa il suo telefonino ha cominciato a ricevere sms e messaggi vari tutti con la stessa domanda in pratica. «Dov’è Bad Bunny? Dobbiamo avere Bad Bunny». A scrivere alla consulente questi messaggi che lei ha sintetizzato al Washington Post, non erano fan del rapper ma esponenti di spicco della galassia ispanica del Partito democratico. Kristian Ramos un altro consulente democratico, ad esempio, ha definito un eventuale endorsement di Bad Bunny “un game over”, un sigillo alla vittoria di Kamala Harris attorno a cui i sondaggi sono ora più teneri tanto che Nate Silver, il guru dei big data, ieri per la prima volta dal 28 agosto ha assegnato alla vicepresidente maggiori probabilità di vincere il collegio elettorale.

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Foto La Stampa

 L'attrice e modella Emily Ratajkowski e il cantante Bad Bunny durante la finale degli U.S. Open tra Sinner e Fritz.

 (reuters)

Ma perché Bad Bunny pesa così tanto? Basta un numero: in Pennsylvania vive la terza comunità più grande al mondo di portoricani e ci sono 300mila potenziali elettori. I più recenti rilevamenti – venerdì per il Washington Post e per il New York Times/Siena – concordano nell’assegnare la parità (48%) fra Harris e Trump. Spostare una parte di quei 300mila (non sappiamo quanti siano registrati, o quanti già contati nella piu generale comunità ispanica) farebbe per Harris una grande differenza. Senza vincere la Pennsylvania, infatti, per Trump le strade per la Casa Bianca diventerebbero un sentiero stretto di montagna.

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Presidenziali Usa, Kamala Harris a Oprah Winfrey: "Se un intruso entra in casa, sparo"

Conquistare il voto latinos è una delle sfide più difficile per Kamala Harris. Secondo New York Times/Siena oggi il 55% degli ispanici sceglierebbe Harris anziché Trump, la percentuale è di 10 punti inferiori a quella conquistata da Biden 4 anni fa. Ci sono comunità ispaniche importanti anche in altri tre Stati chiave, come in Nevada, Arizona e in North Carolina.

Dal fronte Harris e anche sulla sponda Bad Bunny non sono giunte dichiarazioni. Lo staff della vicepresidente non avrebbe ancora messo in atto un vero e proprio corteggiamento del rapper. Che la sua adesione al progetto Kamala sia scontata non è tuttavia noto. Nell’ultimo mese tre artisti del reggaeton che in passato avevano collaborato con Bad Bunny hanno sostenuto Trump, Justin Quiles e Anuel AA sono anche comparsi a un comizio con il repubblicano a Johnstown in Pennsylvania. E la settimana scorsa la portoricana-dominicana Nicky Jam (Nick Rivera Caminero all’anagrafe) è stato sul palco di Las Vegas con Donald Trump. Grande folla, grande entusiasmo e grande gaffe del tycoon che l’ha introdotto sul palco pensando che Nicky Jam fosse una donna. «Conoscete Nicky Jam? Lei è hot (attraente)».

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