Chi sarà il nuovo vicepresidente? Ecco le opzioni di Kamala Harris ...

5 Ago 2024

Ultim'Ora News 5 agosto ore 17

Con Kamala Harris che prende il posto di Joe Biden nella corsa presidenziale degli Stati Uniti, confermata anche dal voto dei delegati dem, superando Trump nei sondaggi, i mercati finanziari sono in fermento con speculazioni sul futuro. Con un calendario elettorale fitto e la Pennsylvania come stato chiave, Harris si appresta a rivelare il nome del suo compagno di corsa. L’annuncio è previsto per martedì 6 agosto a Philadelphia, evento che segna l'inizio di una serie di comizi in sette stati indecisi.

Kamala Harris - Figure 1
Foto Milano Finanza

La scelta del vicepresidente non è solo una questione strategica per conquistare stati cruciali, ma anche la mossa per formare un ticket che possa catalizzare l'entusiasmo degli elettori democratici. La campagna ha già mostrato segnali positivi con la raccolta record di 310 milioni di dollari a luglio, di cui due terzi provenienti da nuovi donatori, contro i 139 milioni raccolti da Trump. Harris dovrà scegliere un vice che rafforzi la sua posizione, per questo il candidato sarà passato ai raggi x da avvocati ed esperti affinché sia inattaccabile su più fronti.

Tra i quelli in lizza, emergono figure di spicco:

Josh Shapiro: governatore della Pennsylvania

Josh Shapiro, governatore della Pennsylvania, è uno dei principali candidati alla vicepresidenza. Eletto nel 2022 con molto vantaggio sull’avversario sostenuto da Trump, Shapiro si è distinto per la sua energia e competenza in uno stato caratterizzato da grandi problemi sociali. Ex procuratore generale, ha guidato un'inchiesta di alto profilo che ha smascherato gli sforzi della Chiesa cattolica per coprire uno scandalo di molestie sessuali su minori. Ebreo praticante, Shapiro è critico verso Benjamin Netanyahu e favorevole a una soluzione a due Stati per il conflitto israelo-palestinese, posizioni che potrebbero influenzare il voto dei giovani e dei pro-Palestina. Tuttavia, la sua candidatura potrebbe essere ostacolata da accuse di molestie avanzate nei confronti di un suo assistente.

Leggi anche: Kamala Harris, ecco chi è la favorita per la nomination democratica Mark Kelly: senatore dell’Arizona

Mark Kelly, senatore dell’Arizona e veterano della Marina, è un altro candidato di rilievo. Ex astronauta con quattro missioni spaziali alle spalle, Kelly ha un curriculum che conferisce legittimità nel trattare questioni militari e di politica estera, settori dove Harris potrebbe essere considerata più debole. Kelly è anche noto per le sue posizioni sul controllo delle armi, sostenute anche dall’esperienza personale: sua moglie, l’ex deputata Gabby Giffords, fu gravemente ferita in un attentato. Originario di uno stato confinante con il Messico, Kelly potrebbe rafforzare Harris sul tema del controllo delle migrazioni, uno degli argomenti su cui Trump la sta attaccando con maggiore veemenza.

Tim Walz e altri candidati

Tim Walz, governatore del Minnesota, è noto per il suo slogan virale tra i democratici che definisce Trump e JD Vance come «weird» (inquietanti). Walz ha radici in un’America rurale che da tempo sfugge ai democratici, e la sua candidatura potrebbe attrarre quegli elettori. Andy Beshear, governatore del Kentucky, si è dimostrato capace di conquistare consensi in una regione conservatrice e si è qualificato come difensore del diritto all'aborto. Pete Buttigieg, ministro dei Trasporti e carismatico ex candidato alle primarie presidenziali, è noto negli Usa per essere una figura progressista. JB Pritzker, governatore dell’Illinois e erede della dinastia degli alberghi Hyatt, è il più ricco politico in carica e potrebbe portare con sé risorse importanti per la campagna.

Il sentiment dei mercati 

Questo nuovo quadro politico ha spinto gli investitori a rivalutare il cosiddetto «Trump Trade» e a riflettere sulle implicazioni di una vittoria democratica. Il Trump Trade suggerisce che settori come banche, industria ed energia trarrebbero vantaggio dalla deregolamentazione e dai tagli fiscali, e anche i Bitcoin potrebbe beneficiare di un contesto favorevole. D’altro canto i titoli del Tesoro Usa, risulterebbe meno attraenti, a causa della spesa fiscale e della conseguente pressione sui rendimenti obbligazionari.

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Con l’entrata in campo di Harris e la possibile vittoria dei Democratici, i mercati stanno considerando uno scenario in cui il Trump Trade potrebbe essere messo in discussione. La spesa fiscale dovrebbe rimanere alta, favorendo le classi medio-basse, ma l'impatto sui titoli del Tesoro Usa potrebbe comunque essere ribassista a causa dell'aumento dei rendimenti. Indipendentemente dal partito che vincerà, la spesa pubblica è destinata a restare elevata, mettendo pressione sui rendimenti obbligazionari e influenzando le strategie di investimento.

I settori del mercato azionario saranno influenzati in modo diverso a seconda del presidente eletto: i Democratici potrebbero sostenere settori come sanità, tecnologia ed energia rinnovabile, mentre i Repubblicani favorirebbero banche, industria ed energia tradizionale. Con l’avvicinarsi delle elezioni, è previsto un aumento della volatilità del mercato, influenzato dalle notizie sulle campagne presidenziali, e gli investitori dovranno prepararsi a questa instabilità, concentrandosi sugli indicatori economici per navigare in questo periodo turbolento. (riproduzione riservata)

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