Razzismo, pornografia e sfruttamento. Dentro l'azienda di Kanye West

3 giorni ago
Kanye West

Kanye West è stato citato in giudizio per «trattamenti inumani» nei confronti dei suoi dipendenti. In base a quanto riportato dalla rivista Tmz, il rapper americano insieme al proprio ex assistente Milo Yiannaopoulus, avrebbe creato un ambiente ostile tra i suoi lavoratori, sia adulti che minorenni, arrivando anche a chiamarli «nuovi schiavi». West stava creando un’app per lanciare musica rap intitolata “YZYVSN”. L’obiettivo? Non pagare una percentuale degli ascolti alle piattaforme di musica come Apple Music o Spotify. Ma tutto è degenerato. La celebrità avrebbe favorito un «ambiente ostile», costringendo i propri dipendenti a «lavori forzati e trattamenti crudeli, inumani o degradanti». Secondo l’accusa, all’interno dell’azienda ci sarebbero stati anche lavoratori di solo 14 anni.

Ma anche i manager bianchi del rapper sono sotto citati nelle carte. Questi sarebbero accusati di aver fatto commenti sgradevoli sul genere, l’orientamento sessuale e la razza di alcuni lavoratori. Lo stesso Yiannopoulus è accusato di aver mandato un messaggio raffigurante un emoticon di pelle nera a un dipendente nero e di aver chiamato un giovane dipendente «school shooter». E anche la moglie di West, Bianca Censori, è coinvolta nelle indagini. La donna è accusata di aver mandato materiale pornografico ad alcuni dipendenti, anche minorenni. Il rapper ha replicato dichiarando ritiene le accuse «infondate» e intraprenderà un contro-giudizio.

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