“Joker: folie à deux”, Joaquin Phoenix e Lady Gaga danzano in un ...

14 ore ago

ServizioI film del fine settimana

Nelle sale italiane arriva l’attesissimo seguito del grande successo del 2019. Tra le novità anche “Bestiari, erbari, lapidari”

di Andrea Chimento

Lady Gaga - Figure 1
Foto Il Sole 24 ORE

4 ottobre 2024

3' di lettura

Aveva stupito (quasi) tutti “Joker”, film del 2019 con cui il regista Todd Phillips abbandonava completamente i toni da commedia dei suoi lavori più famosi – da “Starsky & Hutch” alla trilogia di “Una notte da leoni” – per immergersi in una cupa e inquietante origin-story con al centro lo storico nemico di Batman.

Oltre all’ottima resa tecnica e narrativa, “Joker” ha ricevuto un’accoglienza straordinaria al botteghino (ha superato il miliardo di dollari complessivo di incasso) e un altrettanto incredibile percorso nell’ambito dei premi: dopo essersi aggiudicato il Leone d’oro alla Mostra del Cinema di Venezia, ha vinto poi due Golden Globe e due premi Oscar, diventando anche la prima pellicola basata su un personaggio DC Comics a concorrere alla statuetta per il miglior film degli Academy Awards.

Numeri semplicemente impressionanti e su cui sarebbe stato quasi impossibile scommettere prima della presentazione a Venezia. Per tutte queste ragioni le attese per il seguito, assoluto protagonista del weekend in sala, non potevano che essere alle stelle.

La trama segue naturalmente gli eventi del primo capitolo: dopo aver terrorizzato Gotham, Arthur Fleck, conosciuto come Joker, è recluso ad Arkham in seguito al suo arresto. Uno dei suoi carcerieri lo porta a far parte di un coro dove conosce una ragazza che potrebbe cambiargli la vita facendolo sentire finalmente amato.

È un lungometraggio che gioca con la duplicità “Joker: folie à deux”, un film che vive della stessa bipolarità del suo protagonista, dove il romanticismo si mescola con la brutalità, il musical e il dramma sociale vanno a braccetto, con riferimenti che spaziano dal passato alla contemporaneità dell’America odierna.

Bestiari, erbari, lapidari e Riverbero

Tra i film della settimana una menzione importante va a “Bestiari, erbari, lapidari” un documentario “enciclopedia”, diviso in tre atti, ognuno dei quali tratta un singolo soggetto: gli animali, le piante, le pietre.

Diretto da Massimo D’Anolfi e Martina Parenti, il film è un omaggio a quei mondi “sconosciuti” e per certi versi davvero alieni, fatti di animali, vegetali e minerali, che spesso diamo per scontati. Gli atti del film disegnano uno sviluppo drammaturgico unico, attraverso tre diversi dispositivi di messa in scena. “Bestiari” è un found-footage su come e perché il cinema ha ossessivamente rappresentato gli animali; “Erbari” invece, un documentario poetico d’osservazione dall’interno dell’Orto Botanico di Padova; “Lapidari”, infine, un film industriale ed emotivo sulla trasformazione della pietra in memoria collettiva.

Inserito fuori concorso all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, “Bestiari, erbari, lapidari” conferma le già note abilità dei due registi nel trattare i materiali d’archivio e la loro grande capacità creativa: gli autori, che avevano già mostrato la loro bravura in film come “Materia oscura” e “Guerra e pace”, danno vita a un’imponente esperienza audiovisiva, rimanendo fedeli al loro stile e riuscendo a proporre riflessioni importanti.

La durata di 206 minuti può spaventare, ma con la giusta predisposizione e un po’ di pazienza si assiste a qualcosa di sostanzialmente unico nel panorama contemporaneo.

Un altro titolo italiano efficace nel giocare con la sperimentazione e con una forte idea di cinema è “Riverbero”, nuovo lungometraggio di Enrico Iannaccone.

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