Il gemellaggio tra le Caritas del Lazio a le diocesi di Romania ...
Nell’incontro con il Santo Padre Francesco, in occasione del cinquantesimo anniversario della nascita della Caritas in Italia, è stato consegnato al pontefice, come “dono”, l’impegno di tradurre la sua chiamata a essere Chiesa-in-uscita, attraverso l’esperienza dei Gemellaggi con paesi poveri del mondo. Nasce così la scelta di chiedere alle delegazioni regionali Caritas di costruire relazioni con altrettante Caritas nazionali fuori dai confini. Alla delegazione del Lazio è stata affidata la Chiesa in Romania. Dopo alcuni mesi di contatti, finalmente si è concretizzata la possibilità di un primo viaggio in Romania svoltosi dal 15 al 18 aprile scorsi.
Il gruppo, guidato da una rappresentante di Caritas italiana e dal delegato dell’area “mondialità, pace e conversione ecologica” della delegazione Lazio, insieme ad altri 4 rappresentanti di altrettante diocesi laziali, ha avuto modo di “esplorare” la realtà delle Caritas che sono in Romania per poter cercare e trovare delle piste su cui poter avviare un dialogo e costruire un cammino comune. Il viaggio ha toccato quattro delle dieci Caritas diocesane di cui è composta Caritas Romania: Bucarest (al sud), Baia Mare e Satu Mare (al nord), Cluj-Napoca (al centro). Inoltre, si sono incontrati anche altri direttori: di Oradea, Iasi, Alba Iulia. A parte quello con i direttori, c’è stato l’incontro con i Vescovi di Bucarest e di Satu Mare e con molti dei destinatari dei servizi di quelle Caritas: dai bambini con disabilità a quelli che usufruiscono dei dopo-scuola, dai bambini alle donne ucraini, molto numerosi in alcune zone della Romania, fino agli anziani.
Tre sono state le cose evidenziate da questo primo contatto.
Innanzitutto la Chiesa cattolica Romena è composta di due grandi tradizioni: la Greco Cattolica e la Romano Cattolica. La prima è di tradizione più territoriale, l’altra nasce dall’influenza di comunità provenienti dagli stati confinanti (come l’Ungheria, la Germania, l’Austria).
La seconda sottolineatura da fare è che l’azione delle Caritas rumene è sostanzialmente caratterizzata da servizi svolti secondo progetti finanziati o da Chiese straniere o dallo Stato, e sotto lo stretto controllo del Governo che chiede la presenza di personale dipendente e specializzato in tutti i servizi. Ogni Caritas diocesana così è equiparabile ad un ente del terzo settore (in Italia), pertanto Caritas Romania si configura come una federazione di Enti il cui presidente è scelto a turno tra i vari direttori.
Terza ed ultima cosa da evidenziare è che le Caritas parrocchiali sono le grandi assenti nel panorama delle Chiese rumene in ambedue le tradizioni. Essendo i cattolici una minoranza, spesso le comunità sono piccole e incuneate in un territorio a grande maggioranza di tradizione Ortodossa. Questo non consente una grande azione pastorale e soprattutto un serio lavoro di animazione di comunità soprattutto nell’ambito della carità. Queste considerazioni generali sono la base nella progettazione del lavoro che la delegazione Caritas del Lazio dovrà fare per cercare di dare corpo al Gemellaggio.
Nell’incontro conclusivo con i direttori rumeni si è chiesto anche a loro di fare una riflessione da condividere per poter avviare un’esperienza comune e profeticamente sinodale.
Fabrizio Borrello
direttore Caritas diocesi di Rieti
(da Avvenire – Lazio Sette del 19 maggio 2024)