Che succede a Leao? San Siro fischia, lui posta: "Nel 2024 sarà ...

Leao

Il portoghese, col Sassuolo, ha giocato una partita al di sotto delle aspettative. E' già capitato altre volte in stagione. Pioli l'ha difeso, ma in campionato non segna da tre mesi

Marco Pasotto

31 dicembre - 12:28 - MILANO

A sentirlo parlare, che sia in intervista o sui social, parrebbero non esserci problemi. Qualche giorno fa, per esempio, ha detto al canale YouTube della Lega Serie A che pensa di “essere sulla strada giusta per raggiungere il livello dei giocatori storici del passato rossonero”. Che vuole vedere “i tifosi festeggiare ogni stagione”. Che “non c’è niente di meglio che giocare a San Siro”. Insomma, Rafael Leao racconta cose così, spontaneo e sincero come sempre. Non c’è mai retorica nelle sue parole, non ci sono filtri. Il problema è che Rafa non ha filtri nemmeno in campo o sui social. L'ultimo post del 2023 è una sorta di avviso: "Sarò sempre io... contro me stesso. Grazie 2023, il 2024 sta arrivando per fare ancora di più". 

polemiche

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Si vede tutto, nel bene o nel male. Quando sgomma in fascia e zittisce dal terrore gli stadi che non sono San Siro, ma anche quando verrebbe voglia di entrare in campo, prenderlo per la maglietta e scrollarlo: allora Rafa, ci sei? Sei con noi? Con il Sassuolo è stata una di quelle volte e la domanda è "quando tornerà il vecchio Leao"? Quello a cui ormai ci aveva abituato da tempo, su un livello sotto il quale non era fondamentalmente mai più sceso. Così, invece, siamo tornati ai ciondolamenti e in fondo, a osservarlo giocare dalla tribuna – perché poi magari in spogliatoio dà tutta un’altra idea -, il problema maggiore non sembra nemmeno più quello del gol. Cioè, c’è ovviamente. Eccome se c’è: in campionato l’ultimo centro risale al 23 settembre (Verona) e, insomma, era una vita fa. Sono passati più di tre mesi. Dopo di allora il portoghese ha fatto centro solo a novembre – era il 7 – nella magica serata di gala contro il Psg al Meazza. Una rovesciata da copertina europea con la quale si era fatto perdonare il tacco malefico nel primo round col Newcastle (meglio non pensare, per lui e per i tifosi, se quella è davvero stata una sliding door decisiva per il girone rossonero). Aveva esultato polemicamente – dito sulla bocca contro i critici: ora vi zittisco io -, ma osservando gli ultimi tempi forse sarebbe più consigliabile concentrarsi su cose più importanti delle polemiche. Oltretutto, capitan Calabria ha cercato di dirgli di evitare i colpi di tacco. Gliel'ha fatto notare alzando un piede, poi Rafa ha provato ad avvicinarsi a lui e il tandem Kjaer-Florenzi l'ha fermato. 

riconoscenza

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Pioli nel dopogara ha spiegato che Rafa non è ancora in condizione, e questo è assolutamente vero. Il mese di stop per una lesione muscolare ha lasciato il segno. Si vede, prova a fare cose che solitamente gli riescono e che per il momento non riescono più. La testa sa quello che deve fare, le gambe non rispondono come d’abitudine. E così, quando a una manciata di minuti dal termine Chukwueze ha preso il suo posto, qualche tifoso (settori Rosso e Verde) l’ha fischiato. Parliamo di una piccola quota, ovviamente, ma comunque s’è sentita. Mancanza di riconoscenza, verrebbe da dire come primo commento analizzando gli ultimi due anni del portoghese. Pioli li ha definiti “fischi di stima” perché da uno come lui tutti si aspettano sempre meraviglie. Torniamo, però, al discorso del gol mancante: se qualcuno stavolta ha deciso di fischiare Leao, non è perché anche in questo caso non l’ha buttata dentro, ma per l’atteggiamento. Che a (più di) qualcuno è sembrato quello dei tempi svagati.

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