Di Canio contro Leao e Theo: «Da attaccare al muro, delegittimano ...

3 Set 2024
Leao

diSalvatore Riggio

L'ex capitano della Lazio Paolo Di Canio, oggi opinionista di Sky Sport, attacca i due milanisti per il caso del cooling break: «È una vergogna, neanche al dopolavoro. Così è delegittimazione, non sono ragazzotti»

Continua a far discutere, e non solo in casa Milan, quanto accaduto durante il cooling break del 73’ di Lazio-Milan (31 agosto). 

Theo Hernandez e Rafael Leao, che sono partiti dalla panchina dopo le critiche ricevute al Tardini di Parma (sconfitta rossonera per 2-1 il 24 agosto), non si sono avvicinati alla panchina, restando nella parte opposta del campo e ignorando anche l’invito di Abraham. Infatti, l’inglese li aveva esortati, invano, ad avvicinarsi con il resto della squadra anche solo per sentire le indicazioni di Fonseca. Tutto questo non è accaduto, mentre le telecamere riprendevano i due giocatori rossoneri. 

Al termine del match i protagonisti hanno minimizzato quando accaduto e anche lo stesso club di via Aldo Rossi ha optato per la linea morbida e ha deciso di non multarli. Ma Paolo Di Canio non ci sta. L’ex capitano dei biancocelesti, oggi opinionista a Sky Sport, si è scagliato contro la scelta plateale dei due milanisti: «Adesso sento i buonisti dire che sono ragazzotti così, da otto milioni. Cose che capitano. Ma stiamo al Milan!», ha tuonato l’ex attaccante. 

Per poi rincarare la dose: «Se una cosa del genere succede al dopolavoro, anche con i miei amici che stiamo ca……o e stiamo lì a giocare, se uno si mette lì con la pancia in disparte io gli dico: “ao che stai facendo ma vieni qua tra di noi”. Adesso non voglio fare populismo, ma questa cosa è una vergogna. Il capitano si mette là a parlottare. È delegittimazione! Ai miei tempi li avrebbero attaccati al muro con i cazzottoni. Ma veramente, che state facendo? Il mister, i compagni di squadra si sentono declassati da quell’atteggiamento».

Lunedì pomeriggio è arrivata, via social, una risposta piuttosto piccata da parte di Rafa Leao. Su Twitter (ora X), l'attaccante portoghese pubblica il saluto romano, ai tempi della Lazio, dell'ex calciatore e oggi commentatore televisivo.  Era il 6 gennaio 2005,  un'epoca in cui l'attaccante si definiva fascista. Un'epoca che ha ritrattato, poi, ai tempi di un altro episodio: era già opinionista Sky e in una foto postata su Facebook dalla sua trasmissione,  fu notato che sul braccio destro portava un tatuaggio con la scritta «Dux».  Allora spiegò al Corriere della Sera: «Ho imparato a mettermi dalla parte degli altri, a ragionare con loro. C’è tanta gente che ha ogni diritto a sentirsi ferita dall’esibizione, per quanto non voluta, di quei tatuaggi». Oggi, però, Leao gli ricorda quel passato.

2 settembre 2024 ( modifica il 2 settembre 2024 | 17:47)

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