Leao boom, caso aperto! Via dal Milan a gennaio? E se Fonseca ...
Federico Masini
02.11.2024 08:52
MILANO - Rafa Leao va verso la sua terza panchina consecutiva in Serie A. Un evento per il portoghese visto che non gli accade dal maggio 2021. All’epoca, finale di stagione ’20-21, Leao non era ancora un titolare fisso e Pioli, per centrare la zona Champions e il secondo posto alle spalle dell’Inter di Conte, scelse di schierare da ala sinistra nel suo 4-2-3-1 addirittura Calhanoglu. Leao rimase in panchina con la Juventus e subentrò per 20 e 45 minuti rispettivamente con Torino e Cagliari. Dopodiché, Leao non ha mai cominciato fuori dall’undici titolare per tre partite di fila in campionato. Adesso Paulo Fonseca ha deciso che per lui è normale escludere Leao dalla formazione titolare, che il Milan può giocarsela anche senza il suo numero 10, il giocatore più pagato della rosa. Ieri ha provato Okafor a sinistra nel trio di trequartisti alle spalle di Morata e Leao sarà ancora un’arma da gettare nella mischia nella ripresa. Il caso, che ne voglia o no Fonseca e che venga minimizzato dai dirigenti - ovvero Ibrahimovic - in quelle rare occasioni in cui parlano, è certificato.
E per Fonseca questa non può che rivelarsi una scelta forte e decisiva per il suo destino al Milan, perché escludere quello che viene ritenuto - a torto o ragione - il giocatore più rappresentativo di questa squadra, non può che diventare un motivo di valutazione su un allenatore che continua a vivere sul filo. Quando sembrava pronto a cadere, Fonseca ha saputo rialzarsi, vedi il successo nel derby, però ora è nuovamente di fronte a un bivio. Il ko con Napoli ha disegnato una classifica che non può piacere al club: il Milan, seppur con una gara in meno, è ottavo in classifica, a meno 11 dal Napoli. Lo scudetto, obiettivo più volte dichiarato e ribadito recentemente dallo stesso Fonseca, sembra un traguardo oggi irraggiungibile. Ma al di là del primo posto, il Milan non riesce a trovare continuità. Il tempo passa e prima o poi andrà tirata una riga. In questo senso la forte presa di posizione su Leao - che starebbe iniziando a guardarsi attorno, già per gennaio se le cose non dovessero cambiare... - rischia di rivelarsi un boomerang per l’allenatore soprattutto se non dovessero arrivare risultati.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
E ora arriva un trittico di trasferte da vivere col fiato sospeso, in primis le due in campionato contro Monza e Cagliari. Perché martedì i rossoneri saranno di scena a Madrid per la sfida del cuore con Ancelotti e il suo Real Madrid, una partita che sulla carta vede il Diavolo sfavorito e che il Milan potrebbe vivere con meno pressioni, visto che per approdare alla seconda fase della Champions sarà fondamentale vincere le ultime quattro gare in calendario, quelle con avversari alla portata (Slovan Bratislava, Stella Rossa, Girona e Dinamo Zagabria). In Serie A, invece, il Milan non potrà che puntare ai 6 punti, altrimenti per Fonseca, alle porte della sosta di novembre, ripartirà quel fastidioso rumore dei... sostituti come Sarri, Terzic, Tudor o Allegri: «Abbiamo la consapevolezza di quello che abbiamo fatto contro il Napoli: è vero, non siamo soddisfatti perché abbiamo perso una partita che dovevamo vincere - ha spiegato ieri Fonseca a MilanTv -. A Monza sarà difficile ma vogliamo iniziare a vincere gare anche fuori casa (solo un successo in quattro trasferte in A, il derby con l’Inter, ndr)».
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MILANO - Rafa Leao va verso la sua terza panchina consecutiva in Serie A. Un evento per il portoghese visto che non gli accade dal maggio 2021. All’epoca, finale di stagione ’20-21, Leao non era ancora un titolare fisso e Pioli, per centrare la zona Champions e il secondo posto alle spalle dell’Inter di Conte, scelse di schierare da ala sinistra nel suo 4-2-3-1 addirittura Calhanoglu. Leao rimase in panchina con la Juventus e subentrò per 20 e 45 minuti rispettivamente con Torino e Cagliari. Dopodiché, Leao non ha mai cominciato fuori dall’undici titolare per tre partite di fila in campionato. Adesso Paulo Fonseca ha deciso che per lui è normale escludere Leao dalla formazione titolare, che il Milan può giocarsela anche senza il suo numero 10, il giocatore più pagato della rosa. Ieri ha provato Okafor a sinistra nel trio di trequartisti alle spalle di Morata e Leao sarà ancora un’arma da gettare nella mischia nella ripresa. Il caso, che ne voglia o no Fonseca e che venga minimizzato dai dirigenti - ovvero Ibrahimovic - in quelle rare occasioni in cui parlano, è certificato.
E per Fonseca questa non può che rivelarsi una scelta forte e decisiva per il suo destino al Milan, perché escludere quello che viene ritenuto - a torto o ragione - il giocatore più rappresentativo di questa squadra, non può che diventare un motivo di valutazione su un allenatore che continua a vivere sul filo. Quando sembrava pronto a cadere, Fonseca ha saputo rialzarsi, vedi il successo nel derby, però ora è nuovamente di fronte a un bivio. Il ko con Napoli ha disegnato una classifica che non può piacere al club: il Milan, seppur con una gara in meno, è ottavo in classifica, a meno 11 dal Napoli. Lo scudetto, obiettivo più volte dichiarato e ribadito recentemente dallo stesso Fonseca, sembra un traguardo oggi irraggiungibile. Ma al di là del primo posto, il Milan non riesce a trovare continuità. Il tempo passa e prima o poi andrà tirata una riga. In questo senso la forte presa di posizione su Leao - che starebbe iniziando a guardarsi attorno, già per gennaio se le cose non dovessero cambiare... - rischia di rivelarsi un boomerang per l’allenatore soprattutto se non dovessero arrivare risultati.
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