Il filosofo Leonardo Caffo condannato a 4 anni per lesioni alla ex ...
MILANO. È stato condannato a 4 anni di carcere il filosofo Leonardo Caffo, accusato di maltrattamenti aggravati e lesioni gravi nei confronti della ex compagna.
Dopo la richiesta di condanna della procura, dopo le polemiche che hanno accompagnato la vicenda processuale, è stato deciso così dal Tribunale di Milano.
Per la pm Milda Milli, che ha ereditato il processo dalla collega Francesca Gentilini, il comportamento processuale tenuto dal filosofo, che ha sempre respinto le accuse, sarebbe stato “volto a pulire la propria immagine continuando a screditare la parte offesa” in quello che è stato - a dire della pm - “un caso di scuola” di vittimizzazione secondaria. Sempre secondo l’accusa, il processo ha però dimostrato come la credibilità della ex compagna "non sia stata scalfita", né dai testi della difesa né dall'esame del professore 36enne. Caffo, per la pubblica accusa, avrebbe messo in atto "un'opera di smantellamento della personalità" della giovane donna, "una manipolazione tale" da farle credere "di essere inutile e che non valeva niente" in una “escalation di violenze fisiche e psicologiche”. Per questo la pm aveva chiesto una condanna a 4 anni e mezzo.
“Più libri più liberi”: una egemonia culturale che crolla incapace di ammettere i suoi errori – di Simonetta Sciandivasci
Le polemiche erano esplose nelle scorse settimane dopo l’invito del filosofo a partecipare alla fiera romana dell’editoria “Più libri, più liberi” dedicata a Giulia Cecchettin e diretta da Chiara Valerio. È stato lui a sfilarsi dopo attacchi e critiche legati al processo in corso con un lungo post sul web: “Se la mia sola presenza rovina una fiera così importante per la cultura italiana e dedicata a un così alto ideale, credo sia necessario come intellettuale fare un passo indietro. Chiedo scusa a tutte coloro a cui ho arrecato fastidio e spero un giorno di poter tornare a fare cultura insieme in un modo libero e rispettoso, augurandomi un giusto corso delle cose. Molto presto si capirà come sono andate le cose; sarà mia cura, qualora mi sia sbagliato, fare un ulteriore passo indietro e smetterla di arrecare ogni disturbo derivante dalla mia sola esistenza in vita”.
L’invito del 36enne, che avrebbe dovuto tenere una lectio magistralis sull’anarchia, era stata difeso invece da Chiara Valerio che si era appellata al principio della presunzione di innocenza, fino a condanna.
Al termine del processo, Caffo ha detto: "Spero ancora che non ci sia violenza nei confronti delle donne e non vedo nessuna ragione per contestare una battaglia così sacrosanta. Va bene colpirne uno per educarne mille: io sono stato colpito, speriamo che adesso educhino anche gli altri mille". E ancora: "Non so se sconto un clima, il clima è parzialmente giustificato perché la violenza di genere c'è. Non sarò qui a fare il paladino dell'altro lato, non mi vendo al migliore offerente"