Richiamati 19 marchi di insalata in busta: rischio listeria

6 giorni ago

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I marchi coinvolti sono 19. Le insalate sono state prodotte dalla cooperativa Ortoromi di Salerno

di Micaela Cappellini

Listeria - Figure 1
Foto Il Sole 24 ORE

13 settembre 2024

2' di lettura

Attenzione all’insalata iceberg in busta, se è nel frigorifero in questi giorni potrebbe essere a rischio listeria. Sul sito del ministero della Salute, nel pomeriggio di giovedì 12 settembre, è comparso l’avviso per un massiccio richiamo di lotti di insalata. Diciannove i marchi coinvolti: Vivinatura, Tres Bon, Torre in Pietra, Tornese, Sigma, Selex, Polenghi, Ortoromi, Ortofresco pulito, Natura è, Mi Mordi, Latte Francia, Il mio orto, Il Castello, Colline Verdi, Ciro Amadio, Centrale del latte, Alifresh, Foglia Verde Eurospin.

I lotti coinvolti

Tutti i lotti sono stati prodotti dall’azienda Ortoromi, coooperativa agricola che produce nello stabilimento di Bellizzi, in provincia di Salerno. Per tutti i lotti coinvolti si invita a riconsegnare il prodotto al punto vendita dove è stato acquistato, si legge nel richiamo. Per individuare i singoli lotti per cui è previsto il richiamo è possibile consultare il sito del ministero della Salute.

Che cos’è la listeria

La listeria è un batterio patogeno Gram-positivo ampiamente diffuso nell’ambiente, nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione. La sua capacità di crescere e riprodursi a temperature molto variabili (da temperature di refrigerazione sino a 45 gradi centigradi), nonché la sua capacità di tollerare ambienti salati e pH acidi, lo rendono un batterio molto resistente a varie condizioni ambientali, incluse quelle che si hanno nella produzione e nella lavorazione degli alimenti. La listeriosi può assumere diverse forme cliniche: per lo più, causa una gastroenterite acuta con febbre, tipica delle infezioni alimentari, e si manifesta nel giro di poche ore dall’ingestione. In alcuni casi, però, può portare all’insorgenza di meningiti, encefaliti e gravi setticemie. L’incubazione, ricorda l’Istituto superiore della sanità, può durare anche fino a 70 giorni.

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