Lollobrigida e l'ossessione per l'etnia italiana. Che non esiste

12 Mag 2023

Diceva Benjamin Franklin che esistono solo due certezze nella vita: una è la morte, l'altra sono le tasse. La politica italiana degli ultimi mesi sembra però aver offerto una terza certezza: le frasi del ministro dell’Agricoltura in quota Fratelli d'ItaliaFrancesco Lollobrigida, sul rischio di sostituzione etnica e sulla necessità di tutelare l’etnia italiana.

Il ministro aveva fatto riferimento a questa teoria del complotto, smentita da qualcosa come il 100 per cento della letteratura scientifica, già qualche settimana fa. Si era alzato un polverone, persino i suoi compagni di governo Giorgia Meloni e Matteo Salvini avevano preso le distanze, per quanto in passato si erano fatti promotori della stessa tesi. Ma ora Lollobrigida ha rincarato la dose, tornando sull’argomento.

Il ministro dell'Agricoltura, Francesco Lollobrigida

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La sostituzione etnica secondo Lollobrigida

Il 18 aprile scorso il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, tra le altre cose cognato della premier Giorgia Meloni, si trovava ospite presso il congresso della Confederazione Italiana Sindacati Autonomi Lavoratori (Cisal). E dal palco, parlando della denatalità in Italia, aveva detto che “Non possiamo arrenderci all’idea della sostituzione etnica. Gli italiani fanno meno figli e li sostituiamo con qualcun altro: non è quella la strada”.

Quella della sostituzione etnica, o della grande sostituzione, è una teoria del complotto diffusasi nel secolo scorso e secondo cui esisterebbe un disegno transnazionale contro la popolazione bianca del mondo. Un progetto intersezionale, dove migrazioni, omosessualità e femminismo agirebbero come elementi distruttori della “razza bianca” e dei suoi valori morali e civili. Questa teoria del complotto è completamente smentita dalla scienza, ma nonostante questo è diventata molto popolare. Soprattutto tra gli attivisti del suprematismo bianco, che in diverse occasioni ne ha fatto la base teorica per attentati e stragi di massa. Da Anders Breivik in Norvegia a Brenton Tarrant in Nuova Zelanda, passando per numerosi attacchi negli Stati Uniti, il complotto della grande sostituzione ha sulla coscienza decine di morti innocenti per mano di chi ne faceva il suo credo.

Sarà per questo che quando Lollobrigida ha pronunciato quelle parole al congresso della Cisal, la politica italiana tutta ha fatto sentire la propria voce contro il ministro. Paradossale che a farlo siano stati però anche il vicepremier Matteo Salvini, che fino a poco tempo fa diceva cose come “in Italia è in corso una sostituzione etnica”, o la premier Giorgia Meloni, che sempre di recente (ma prima di formare il governo) parlava di “prove generali di sostituzione etnica” in Italia. Una fiera dell’ipocrisia che si pensava potesse comunque servire da lezione per Lollobrigida, che in effetti si era giustificato dicendo di essere ignorante e di non conoscere i dettagli del complotto della sostituzione etnica e la scia di sangue che essa si è portata dietro negli anni. Lezione imparata, dunque. E invece no.

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Lollobrigida contro la scienza, di nuovo

Ospite agli Stati generali della natalità, il ministro Lollobrigida intervistato ha detto: “Non esiste una razza italiana. Esiste però una cultura, un'etnia italiana, che in questo convegno si tende a tutelare". In pratica un riferimento più velato che esplicito al solito rischio di sostituzione etnica, alla necessità di preservare un’identità culturale che, a quanto pare, rischia di scomparire.

Leonardo Bianchi, giornalista esperto di complotti e autore dell'omonima newsletter, ha scritto che in questo caso ci troviamo davanti alla teoria di estrema destra del “differenzialismo”. Non si usa più il termine “razza” ma si passa al più neutro “etnia”. Al di là di questo stratagemma linguistico, tutto si basa sull’idea che le etnie, in quanto culturalmente diverse, non possano convivere. E che dunque occorre restare separati. Nel caso di Lollobrigida, la separazione serve per tutelare e preservare l’etnia italiana.

Come sottolinea sul Fatto Quotidiano l’antropologo Marco Aime, le esternazioni delle scorse ore di Lollobrigida ricordano il contenuto del Manifesto della razza del 1938, pilastro dell’ideologia fascista, nella parte in cui si parla di purezza e della natura completamente autoctona della cultura italiana, priva di apporti da fuori. Ovviamente non esiste alcuna etnia italiana. Da secoli il territorio italiano, da prima ancora che l’Italia stessa fosse uno stato, assorbe culture diverse, così come diverse sono le lingue che si parlano e si sono parlate nel paese. D’altronde l’Italia dal punto di vista geografico è una lingua di terra in mezzo al mare e questo ha reso la contaminazione e la convivenza di popoli e culture una costante della sua storia, una peculiarità che ancora oggi sussiste.

Se c’è un territorio dove non esiste un’etnia specifica, quello è proprio l’Italia. Lollobrigida dovrebbe per esempio andare a spiegarlo agli altoatesini che esiste un’etnia italiana caratterizzata da una lingua e una cultura unica e comune. Ad aprile il ministro aveva imparato la lezione sulla sostituzione etnica. Oggi è la volta di un nuovo apprendimento: etnia e territorio sono due concetti che non coincidono e di questo se ne parlava già nell’antica Grecia. Speriamo Lollobrigida prenda appunti.

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