Lorenzo Carbone e la confessione a Pomeriggio 5, Merlino: «Ho ...

11 ore ago
Lorenzo Carbone

diAgostino Gramigna

Parla ai microfoni di Pomeriggio Cinque. Myrta Merlino: «Racconto crudo, ma andava trasmesso»

«Lei è Lorenzo Carbone? Ma che ci fa qui? Ha ucciso sua madre?». Fabio Giuffrida, giornalista di Pomeriggio Cinque è incredulo. Ha l’assassino di fronte, ricercato da carabinieri e polizia. È sotto la casa dell’ottantenne Loretta Levrini, trovata morta nel suo appartamento al secondo piano di una palazzina a Spezzano di Fiorano, in provincia di Modena

Il giornalista nota l’uomo vicino al citofono, visibilmente scosso. Sarà lui? E gli fa la domanda. È lei... «Si sono io, Lorenzo, quello che state cercando. Sono venuto direttamente qua. Non ce l’ho fatta, l’ho uccisa io».


Una confessione in diretta televisiva, bagnata dalle lacrime. Uno scoop. Un uomo in stato di shock che tuttavia racconta con lucidità il suo crimine. Tutto in tempo reale, alla tv, come pure il suo arresto dei carabinieri, nel frattempo allertati da Myrta Merlino, la conduttrice di Pomeriggio Cinque che da lì a poco darà la notizia: «Vi faremo vedere in diretta l’arresto di un
assassino». 

Ed eccolo il volto. Carbone confessa. «L’ho strangolata. Non ce la facevo più, non riuscivo a gestirla. Non so perché l’ho fatto». Era ricercato da domenica pomeriggio, quando è stato trovato il cadavere della mamma, Loretta Levrini. I vicini lo descrivono come taciturno. Usciva di casa raramente. Davanti alla telecamera è come se parlasse a se stesso: «Ogni tanto mi faceva un po’ arrabbiare, mia mamma ripeteva sempre le cose».


Merlino dice di esser consapevole che ci sarà qualcuno che storcerà il naso. Troppo crudo. Troppo forte il servizio. Un uomo disorientato, scosso, che sembra non essere in sé. «Ho seguito due principi: la mia coscienza e la mia
professionalità. Rifarei tutto quello che ho autorizzato. Le notizie si danno». Racconta il retroscena. «Ricevo la telefonata del mio inviato qualche minuto prima di andare in diretta.

«Una cosa pazzesca», mi dice. «Ho poco tempo per decidere. Mi preme solo una cosa: che non danneggi l’indagine. L’uomo era ricercato. Chiamo subito i carabinieri. Mi autorizzano a mandare in onda le immagini dell’intervista. Ho ragionato da giornalista». 

«Carbone era in stato di shock? Sì. Ma ha raccontato i fatti, con lucidità. Per non turbare la sensibilità di chi ascolta ho tagliato le parti scabrose, i particolari di come aveva ucciso sua madre» (la donna è morta per strangolamento. Il figlio avrebbe usato alcune fascette
stringendole attorno al collo). 

Giuffrida continua ad agitare il microfono. Il cameraman a inquadrare l’assassino. Chi è davanti allo schermo ascolta la confessione. Vede un volto, apprende tutto. «Non ce la facevo più, mia mamma era tra la demenza e l’Alzheimer, non riuscivo a gestirla». Va avanti. Racconta di aver vagato tutta notte, di aver raggiunto Pavullo. La confessione finisce. 

Arrivano i carabinieri, le manette, poi la caserma di Sassuolo per l’interrogatorio. «Le scelte che fai fanno la differenza — spiega Merlino —. Professionalmente sono stata rigorosa, avendo privilegiato la notizia. L’opinione pubblica ha diritto di sapere».

24 settembre 2024 ( modifica il 24 settembre 2024 | 07:54)

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