Il record di Evenepoel, l'incontro con Roglic: chi è Lorenzo Finn: il ...

2 giorni ago
Lorenzo Finn

L'Italia ha conquistato la sua 4a medaglia nella rassegna iridata di Zurigo (ecco il medagliere) e, soprattutto, è arrivata la prima medaglia d'oro della spedizione azzurra. Tutto merito di Lorenzo Mark Finn, al suo secondo anno da juniores, che è uno dei volti più promettenti del movimento giovanile italiano. Il ciclista genovese, con papà di Sheffield, sperava fortemente in una medaglia, ma non pensava - almeno alla vigilia - di conquistare il pezzo più pregiato. Da una parte c'era Philipsen, l'anno scorso Campione del mondo sia su strada che in MTB nella stessa settimana, dall'altra Seixas, oro a cronometro e vincitore del Giro della Lunigiana proprio su Finn. L'azzurro ha avuto la sua vendetta, con una gara sempre all'attacco, considerando che il primo scatto l'aveva piazzato ai -60 dal traguardo. Poi, con la caduta di Philpsen, è stato un soliloquio per Finn che è andato a prendersi un oro che l'Italia non conquistava - nella categoria - da 17 anni, dal successo di Diego Ulissi nel 2007. Finn, come detto, è uno dei talenti emergenti che arrivano dagli juniores. Scalatore puro, in questa stagione ha corso per la Grenke Auto Eder, la squadra giovanile della Bora Hansgrohe. Ma conosciamolo più da vicino...

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Che fatica tra gli esordienti, poi sempre favorito tra gli juniores

Finn è di Genova e frequenta il liceo scientifico. Mamma italiana, papà britannico, di Sheffield, che per il ciclismo italiano evoca dolci ricordi, come la prima maglia gialla indossata da Vincenzo Nibali al Tour de France 2014. E il ciclismo è nel destino anche di Finn che, però, non comincia subito con le due ruote. Arriva tardi, dopo aver “testato” in precedenza calcio e tennis. Poi, a causa di un problema al ginocchio, inizia invece con la bici e si appassiona. Ecco che prova a competere in alcune gare, ma tra gli esordienti fatica a completare le corse. Non è ancora pronto per un certo tipo di sforzi, deve ancora svilupparsi.

Da bambino ho praticato calcio e tennis per 7 anni, poi un problema al ginocchio legato alla crescita mi ha portato a pedalare. I primi giri alla domenica con papà Peter e mamma Chiara, entrambi ingegneri, poi sono arrivate le prime garette con la Bici Camogli. Ho iniziato a correre l'anno prima del covid. Alla prima gara ero totalmente inesperto, tanto che non mi ero portato nemmeno le spille da balia, non sapevo che servissero per mettersi il dorsale sulla schiena. Da esordiente ho faticato anche perché non mi allenavo molto, non ero ancora sviluppato e a quell'età c'è una grande disparità di fisici. Da allievo con la Nuova Ciclistica Arma-Team Ballerini ho ingranato e sono cominciati ad arrivare i risultati. [Lorenzo Finn a RedBull.com]

Poi, la svolta, con la Nuova Ciclistica Arma-Team Ballerini (da allievo) e iniziano ad arrivare i primi risultati. Nel 2023 il ciclismo diventa qualcosa di davvero importante per il classe 2006 che comincia a gareggiare tra gli juniores. Corre per la CPS Professional Team e arrivano le prime vittorie di peso. Ad aprile il primo successo in provincia di Arezzo, poi mette in fila le vittorie nella Sandrigo-Monte Corno, la cronoscalata Cene-Altino, e le prestigiose Pian Camuno-Montecampione e la Collegno-Sestriere. Con un unico spartito, ad un certo punto Finn prende e se ne va in solitaria. I risultati fanno presto il giro delle squadre più blasonate e il corridore azzurro viene invitato a fare uno stage in Valle d'Aosta con la squadra Under 23 della Groupama-FDJ. La squadra che, ultimamente, ha lanciato Lenny Martinez (ecco chi è) e Romain Grégoire. È solo l'inizio perché, grazie al suo preparatore, viene chiamato per un test con l'Auto Eder e qui si comincia a fare sul serio.

Ho fatto un test per l’Auto Eder grazie al mio preparatore, John Wakefield, che è anche il performance coach della Bora Hansgrohe. Non sono andato in Germania, ho svolto tutto a casa dedicando un mio allenamento a questo protocollo. Ho tarato il mio potenziometro sui loro parametri e sono uscito in bici normalmente. Ho fatto quei 10/15 minuti in salita e in pianura con le loro indicazioni e poi loro hanno scaricato i dati. Ma questo non significa nulla perché hanno fatto fare questo test a tanti ragazzi. [Finn spiega il test con la squadra di sviluppo della Bora a Bici Pro]

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La chiamata della Bora e il 2° posto al Lunigiana

E quel test è andato bene perché, poi, Finn ha firmato con l'Auto Eder. Un anno da juniores e poi due anni da Under 23, sognando un giorno di correre con la Red Bull Bora Hansgrohe. E i risultati si sono subiti visti: il ligure ha vinto la Cronoversilia di Lido di Camaiore, sullo stesso percorso della crono della Tirreno-Adriatico, ha vinto la cronosquadre dell'Eroica juniores, la cronosquadre del GP Valli del Soligo e ancora i Campionati nazionali juniores sia in linea che a cronometro. È terzo nella classifica generale dell'Ain Burgey Valromey Tour (dietro a Philipsen e Seixas, sempre loro due), vince la classifica generale dell'Aubel Thimister Stavelot (su Borremans e Grindley, argento a Zurigo) ed è 2° al Giro della Lunigiana alle spalle di Seixas. Uno scalatore con i fiocchi che punta, un giorno, a vincere un Grande Giro.

Nella tappa finale del Lunigiana, quella di Terre di Luni, ha alzato le braccia al cielo battendo, inoltre, il record di scalata del Montemarcello di Evenepoel. 7’38” il tempo di Finn, 16'' più veloce di Remco che lo fece nel 2018.

Ho battuto il record di Evenepoel? Non abbiamo corso piano, però è anche vero che ogni corsa è a sé. Sicuramente è un buon segnale. Sono uno scalatore puro. Mi difendo a crono, ma non sono veloce e provo sempre ad anticipare. Il mio sogno è passare professionista e partecipare ai Grandi Giri. Vincerne uno? Sarebbe qualcosa di davvero immenso, ma un passo alla volta. Il corridore a cui ti ispiri? Geraint Thomas, è molto intelligente. [Finn a OA Sport]

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Il ritiro pre stagione con Roglic

Ma torniamo all'inizio della stagione, a fine 2023. Dopo l'addio con la CPS Professional Team, Lorenzo Finn vola in Baviera per aggregarsi alla Grenke Auto Eder, squadra di sviluppo della Bora Hansgrohe. Nel training camp fatto a Maiorca, gli 8 ragazzi della squadra bavarese si uniscono ai corridori del team Bora (la denominazione Red Bull è arrivata poi a stagione in corso) per il primo ritiro pre stagione. Ecco che Lorenzo Finn ha la possibilità di conoscere ciclisti di livello come Vlasov, Daniel Martínez e, soprattutto, Primoz Roglic, al tempo Campione in carica del Giro d'Italia. Un incontro molto particolare per Lorenzo.

Quest'inverno siamo stati una settimana a Maiorca in ritiro con la squadra pro. Abbiamo pernottato nello stesso hotel di Roglic e compagni e abbiamo partecipato alle stesse riunioni. Da vederli in tv vincere le corse più importanti al mondo a passare davanti alla tua camera è un po' surreale, ma alla fine ti rendi conto che anche il vincitore del Giro è una persona normale ed è stato amichevole con noi giovani. L'obiettivo, un giorno, è di arrivare anche noi alla massima categoria, ma non ho fretta. [Finn a Redbull.com]

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