Luca Barbareschi: «Per Lucrezia Lante della Rovere lasciai mia ...

28 Mag 2024
Luca Barbareschi

Produttore, regista, attore, conduttore, autore, persino parlamentare. Il percorso professionale di Luca Barbareschi è sempre stato molto movimentato, un notevole intreccio di passioni. Anche la sfera privata, dal rapporto con i genitori alle relazioni d’amore, ha seguito un leitmotiv abbastanza simile, contraddistinto da cambiamenti e punti di svolta. «La vita ti mette davanti a scelte obbligatorie, alcune più difficili, che ti dilaniano, spesso è complessa e priva di logica», ha dichiarato in una lunga intervista al Corriere della Sera, nella quale ha trattato il rapporto con i figli, il litigio col padre, l'abbandono della madre e le tre principali love story della sua vita: la primo matrimonio con Patrizia Fachini, gli anni insieme a Lucrezia Lante della Rovere e le seconde nozze con Elena Monorchio.

«Mia madre si innamorò di un altro e prese con sé mia sorella, è stato un dolore spaventoso. Spiritosa però, mi regalò Cent’anni di solitudine. Da allora in ogni libro cerco di capire cosa le sia passato per la testa per mollarmi così, io non potrei mai: i miei figli piccoli li bacio e li ribacio, non sopporterei l'idea di non rivederli», ha rivelato Barbareschi, che ha tre figlie con la prima moglie (Beatrice, Eleonora e Angelica) e due figli con la seconda (Maddalena e Francesco Saverio). «Mio papà invece era ingegnere per la Edison, sempre lontano. Quando tornava mi raccontava balle tremende, che aveva combattuto a mani nude con i coccodrilli. Sarà perché beveva whisky e cibalgina, aveva dolori terribili. Io vivevo insieme a una tata, una zia gobba e una con l'anca sbilenca, zitelle: una famiglia di matti».

Con il padre - aveva raccontato in passato - ebbe una lite furibonda a 18 anni, quando se ne andò di casa gridandogli «spero che tu muoia». «Mi rispose che anche lui sperava che io morissi, non ci siamo parlati per cinque anni», ha sottolineato al Corriere. «Me ne andai in America e giurai che sarei diventato più ricco di lui. Quando firmai il primo contratto con Berlusconi, da due miliardi di lire, lui alzò le spalle. Aveva ragione: i soldi non sono mai stati un metro di paragone, era un grande papà». Riguardo al proprio comportamento da padre, Barbareschi ammette di «aver fatto soffrire le figlie ancora piccole con la separazione dalla madre». È uno dei «tanti errori» che ha commesso: «Ma non mi pento mai di nulla, sono responsabile delle mie azioni. Restano rimorsi, ma non tornerei indietro».

«Per Lucrezia abbandonai la mia famiglia, lasciai mia moglie incinta della terza figlia. È stato un grande amore, ci desideravamo pazzamente», ha ricordato il regista e attore di The Penitent, presentato al Festival di Venezia 2023. «Quando lei mi lasciò credevo di morire di dolore. Mi disse che la mia soglia del dolore era più bassa della sua: se ne è andata e mi è crollato il mondo addosso, avevo fatto tanto casino per ritrovarmi ancora da solo. Con mia moglie Elena, invece, sono rinato: mi sono innamorato di nuovo e ho avuto altri due figli. Altri rimorsi? Ci sono stati trionfi e disastri. Ormai mi fido soltanto della mia veggente di Torino», ha concluso Barbareschi. «Mi ci portava sempre mia mamma, le poche volte che l’ho vista. Diceva che facevo muovere il tavolino, che avevo capacità medianiche. Ma io volevo le coccole, non fare il mago Zurlì».

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