La rinascita di Lucia Annibali: “Così si riconosce un amore tossico”
Pesaro, 17 novembre 2024 – Lucia Annibali a Che tempo che fa di Fabio Fazio si racconta: undici anni fa a Pesaro l’orrore dell’acido in faccia dopo mesi di stalking, un gesto di ferocia per cui Luca Varani, ex avvocato, è stato condannato con pena definitiva a 20 anni di reclusione con l’accusa di essere il mandante dell’aggressione.
Avvocata ed ex parlamentare di Italia Viva, attualmente Lucia Annibali è difensore civico della Regione Toscana.
“Con i ragazzi, nelle scuole, io comincio sempre da quello che mi è successo, dalla mia storia, ma mi soffermo di più su quello che provo oggi, su quello che ho imparato dalla mia esperienza - confida in tv sul Nove -. Parlo di me principalmente, non di qualcun altro, di chi ha deciso tanti anni fa di mandarmi questa sofferenza. Cerco di dare degli strumenti e di invitare i ragazzi a scegliere un modo di stare nelle cose che può essere il mio, se si riconoscono”.
Il 19 novembre esce il suo libro, “Il futuro mi aspetta. Ho scelto di rinascere”.
“Ho fatto 26 o più operazioni”“Quello dell’ospedale è stato un passaggio difficilissimo, un’esperienza tremenda, ho fatto 26 o più operazioni, non le ho più contate a un certo punto. Un’esperienza in parte definitiva, però io - altrimenti non sarei qui, non ne avrei nemmeno la forza di continuare a raccontarmi - ho scelto di riprendermi in mano la vita, mi sono messa al centro, mi sono rimboccata le maniche e ho scelto me stessa, quindi la mia forza di volontà è sempre stata molto granitica e questo mi aiuta ogni giorno”.
“Mi avevano detto che non potevo nemmeno piangere, ma me lo dicevano per il mio bene. L’esperienza del Centro Grandi Ustionati è stata da un lato molto forte, molto impegnativa, a ripensarci oggi mi chiedo come ho fatto ed è una cosa che si fa una volta sola nella vita, non è possibile percorrerla due volte, però è anche un luogo per me bellissimo, di contatto con me stessa, il luogo in cui ho capito chi sono, cosa posso fare, quali sono le mie risorse, le mie capacità, come se io lì dentro fossi sbocciata, e quell’essere sbocciata me lo sono portata dietro tutti questi anni”.
Violenza contro le donne: c’è tanto ancora da fare“Sulla violenza maschile contro le donne credo ci sia ancora veramente tanto da fare – continua Lucia Annibali – soprattutto nel pensiero, che non è soltanto maschile ma anche femminile, che tende a giudicare ancora le donne che vivono un’esperienza di violenza, perché forse non sono troppo forti per uscirne in tempo, perché non dicono subito di no, perché la donna tende ad essere crocerossina. Ci sono quindi tutti questi stereotipi e pregiudizi, che poi è proprio ciò di cui la violenza maschile sulle donne si nutre. Bisognerebbe molto bene chiarire il concetto per cui una donna subisce violenza perché incontra un uomo violento, non perché sceglie di subire la violenza. È molto importante stabilire le responsabilità, se vogliamo aiutare le donne a non sentirsi responsabili”.
Come riconoscere un amore tossico?“L’amore tossico è esattamente il contrario di tutto ciò che è e che deve essere l’amore: – prosegue la Annibali in tv – l’amore è cura, pazienza, accoglienza, l’amore tossico è ciò che toglie libertà, che spegne, che ti comprime, che non sa valorizzarti, è tutto ciò che ti rende profondamente infelice. È un qualcosa che non può che portarti verso l’infelicità e il pericolo. Si riconosce da una serie di comportamenti: dalle parole, un tono aggressivo, il comprimere la libertà con dei gesti concreti, anche la libertà di pensiero o quella di esprimere dei sentimenti; questo modo opprimente, questo senso di possesso, è tipico di un amore tossico. Tutto ciò che non ti permette di vivere, di godere delle persone e di te stessa”.
Reddito di libertàLucia Annibali parla anche del reddito di libertà: “Introduce un tema e un aspetto diversi sulla violenza, quindi non soltanto la violenza psicologica o comunque non soltanto la violenza come l’occhio nero o le scarpette rosse, un po’ troppo per simboli, ma introduce anche l’aspetto economico che è molto importante: creare uno strumento nuovo, un sostegno economico per le donne e per i loro figli, se ci sono, che scelgono di intraprendere un percorso di uscita dalla violenza e quindi una possibilità in più. Certo, bisognerebbe investire molto di più nel nostro Paese su questo tema in generale".