Stasera in tv Pierfrancesco Favino è un poliziotto sull'orlo dell'abisso ...

6 giorni ago

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Stasera in tv Pierfrancesco Favino è un poliziotto sull'orlo dell'abisso ... - Figure 2
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Dopo il Festival di Berlino, il Tribeca di New York e aver avuto successo al botteghino, il noir ambientato a Milano e diretto da Andrea Di Stefano arriva su Sky. Ecco perché è un film che non dimenticheremo facilmente

Sara Sirtori

Ormai è facile dirlo. C’è un film con Pierfrancesco Favino, stasera in tv si guarda questo. Tutto quello che l’attore romano tocca sembra trasformarsi in oro. (A parte quando parla del cinema italiano, lì sono solo dolori, sebbene non completamente meritati). Ma in questo caso gli onori sono più che meritati. Perché L’ultima notte di Amore, che arriva stasera in prima visione su Sky Cinema Uno alle 21,15 (ma anche su Sky Cinema Suspense alle 21,45, in streaming su Now e on demand), è un film che merita di essere visto.

Il regista Andrea Di Stefano dirige un noir metropolitano forte e coinvolgente. Che si appoggia sulla grande performance di Favino. Ma anche sugli attori che gli stanno accanto. A cominciare da Francesco Di Leva, che dopo il successo di Nostalgia, torna al suo fianco nel ruolo del collega poliziotto Dino. E anche di Linda Caridi (è la moglie Viviana) e Antonio Gerardi (il cugino losco Cosimo Forcella).

Senza dimenticare il protagonista in più. Ovvero la città di Milano. Mostrata di notte come un luogo bello, seducente ma mortale. Alcuni scorci, alcune sequenze sono indimenticabili. E ci fanno chiedere perché il cinema italiano contemporaneo faccia così fatica a usare Milano se non come location patinata.

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Tutto quello che c’è da sapere su “L’ultima notte di Amore”, il noir con Pierfrancesco Favino che non dimenticheremo facilmente (foto ufficio stampa)

La trama di “L’ultima notte di Amore”

Di Franco Amore si dice che è Amore di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo. Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso che sta per tenere alla festa a sorpresa che amici e famiglia gli hanno organizzato. Franco, infatti, sta per andare in pensieno. Il party, però, viene bruscamente interrotto da una telefonata. C’è stata una sparatoria con morti. Amore deve tornare in servizio per la sua ultima notte con la divisa.

Ma quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita. In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.

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Pierfrancesco Favino e Anna Ferzetti: storia d’amore e complicità. Le foto
L’idea del regista Andrea Di Stefano

«L’idea è venuta in modo semplice: stavo studiando con un agente di polizia alcune carte processuali e lui mi disse che era sicuro che su quella scena del crimine ci fossero stati agenti che avevano partecipato a quella vicenda. Da lì mi è venuta l’idea», svela il regista Andrea Di Stefano. Già dietro la macchina da presa di un film come Escobar (2014) con il premio Oscar Benicio Del Toro.

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Pierfrancesco Favino, foto: beauty evolution di un attore ruba cuori

«La cosa fondamentale per me era raccontare quest’uomo, un uomo che aveva l’ambizione di essere onesto, che non significa comunque “essere onesti”. Ma che poi viene messo davanti ad un’altra realtà dalla vita», prosegue il regista. Che ha presentato, tra gli applausi, la pellicola sia al Festival del cinema di Berlino 2023 che al tribeca Film festival di New York. «Lui deve fare una scelta, un compromesso morale che metterà la sua vita in crisi. Io i film li immagino e poi quello che faccio sul set è provare a riportare quelle idee in vita. Fondamentale è il lavoro con gli attori, sono loro a far diventare una scena memorabile o meno».

La ricerca dell’aderenza alla realtà è un must per Di Stefano. «Volevamo raccontare una storia realistica del panorama criminale di Milano. Abbiamo lavorato con agenti della Dia che sono stati molto utili in questo. La loro descrizione del mondo criminale milanese del momento è questa: bande criminale di varia provenienza geografica che per fare soldi non esitano a instaurare rapporti sorprendenti».

Milano, il personaggio in più di “L’ultima notte di Amore” (2023) di Andrea Di Stefano con Pierfrancesco Favino (foto ufficio stampa)

La grande interpretazione di Pierfrancesco Favino

«È un film, che ti tiene incollato alla sedia, come accadeva un tempo», sostiene Pierfrancesco Favino. «È cinema allo stato puro e non fa rimpiangere i noir americani e francesi. Una pellicola che si riappropria di un genere che in Italia non si fa più. Un’ opera in cui il pubblico si appassiona alla storia dall’inizio alla fine e vorrebbe non finisse mai».

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Una grande interpretazione per Favino. Che è rimasto affascinato da questo personaggio. «Franco Amore è una persona comune, uno di quei poliziotti che possiamo incontrare nei commissariati quando andiamo a rinnovare il passaporto. Non ha niente del supereroe, è un uomo normale che si ritrova in una condizione eccezionale. Quando si lascia convincere a fare uno strappo alla regola in qualche modo tradisce se stesso ed è costretto a trovare il modo di uscire dalla valanga che gli si abbatte addosso, ma non ha gli strumenti per farlo, non è abituato a questo. Tutti noi a volte siamo insieme sia orgogliosi delle nostre scelte che frustrati rispetto a quello che gli altri pensano di noi. Troppo spesso in Italia la furbizia viene scambiata per intelligenza e considerata una dote, un valore, ma Franco ha sempre fatto il suo dovere. Forse racconta a se stesso qualche bugia, ma il suo unico desiderio è quello mantenere l’immagine di sé in cui crede e in cui si riconosce».

Amica ©RIPRODUZIONE RISERVATA

di Sara Sirtori | 18 Settembre 2023

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