Il Papa a Macron: “Nessuna invasione di migranti basta respingimenti”
No alla politica dei respingimenti, sì a una responsabilità condivisa tra gli Stati dell’Unione Europea: è questa la soluzione di Papa Francesco all’annoso problema dei migranti. Sono migliaia quelli sbarcati sulle coste italiane nelle ultime settimane, sollevando nuovi interrogativi circa le soluzioni da adottare di fronte a quella che il Pontefice definisce non un’emergenza ma una realtà ormai consolidata. “Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza”, dice Francesco che punta il dito contro chi fa “divampare propagande allarmiste”. Lo fa a Marsiglia, dove chiude le Rencontres Méditerranéennes, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.
Il fenomeno migratorio secondo Bergoglio, “va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà. Il mare nostrum grida giustizia, con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall’altro vi sono povertà e precarietà”. “È vero che non è facile avere questo stile o integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”, aggiunge ancora il Papa.
Nel suo lungo discorso il Pontefice cita Paolo VI, La Pira, Pascal, don Tonino Bello. Gli occhi sono sui fogli ma lo sguardo va oltre, al mare che si estende maestoso appena fuori dal Palais. Un mare, il Mediterraneo, il Mare Nostrum, crocevia tra Nord e Sud, tra Est e Ovest, che “concentra le sfide del mondo intero, come testimoniano le sue ‘cinque rive’”: Nord Africa, vicino Oriente, Mar Nero-Egeo, Balcani ed Europa latina”. “C’è un grido di dolore che più di tutti risuona, e che sta tramutando il mare nostrum in mare mortum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità”. Bergoglio è duro e non ha paura di puntare il dito contro chi non fa abbastanza, pur riconoscendo le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese ma invita a salvaguardare prima di tutto la dignità umana, guardando al futuro non con sentimenti di chiusura. “La storia ci interpella a un sussulto di coscienza per prevenire un naufragio di civiltà. Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine”.
Una strigliata del Papa all’Europa, che continua a lasciare sola l’Italia nel difficile compito di accogliere i migranti e farsene carico, pronunciata al cospetto del ministro Darmanin, che meno di una settimana fa ha affermato che nessun migrante da Lampedusa debba mettere piede in Francia. “Impegniamoci perché quanti fanno parte della società possano diventarne cittadini a pieno diritto”, esorta Francesco che chiede anche di “creare le condizioni per un’imprescindibile integrazione” anziché favorire “sterili assimilazioni”. “L’integrazione è faticosa ma lungimirante: – sottolinea Francesco – prepara il futuro che, volenti o nolenti, sarà insieme o non sarà; l’assimilazione, che non tiene conto delle differenze e resta rigida nei propri paradigmi, fa invece prevalere l’idea sulla realtà e compromette l’avvenire, aumentando le distanze e provocando la ghettizzazione, che fa divampare ostilità e insofferenze”.In questo senso, Bergoglio ricorda che il mare nostrum “porta in sé una vocazione globale alla fraternità”. Il Pontefice lancia un appello: il Mediterraneo “torni a essere laboratorio di pace”.
No alla politica dei respingimenti, sì a una responsabilità condivisa tra gli Stati dell’Unione Europea: è questa la soluzione di Papa Francesco all’annoso problema dei migranti. Sono migliaia quelli sbarcati sulle coste italiane nelle ultime settimane, sollevando nuovi interrogativi circa le soluzioni da adottare di fronte a quella che il Pontefice definisce non un’emergenza ma una realtà ormai consolidata. “Chi rischia la vita in mare non invade, cerca accoglienza”, dice Francesco che punta il dito contro chi fa “divampare propagande allarmiste”. Lo fa a Marsiglia, dove chiude le Rencontres Méditerranéennes, alla presenza del presidente Emmanuel Macron.
Il fenomeno migratorio secondo Bergoglio, “va governato con sapiente lungimiranza: con una responsabilità europea in grado di fronteggiare le obiettive difficoltà. Il mare nostrum grida giustizia, con le sue sponde che da un lato trasudano opulenza, consumismo e spreco, mentre dall’altro vi sono povertà e precarietà”. “È vero che non è facile avere questo stile o integrare persone non attese, però il criterio principale non può essere il mantenimento del proprio benessere, bensì la salvaguardia della dignità umana”, aggiunge ancora il Papa.
Nel suo lungo discorso il Pontefice cita Paolo VI, La Pira, Pascal, don Tonino Bello. Gli occhi sono sui fogli ma lo sguardo va oltre, al mare che si estende maestoso appena fuori dal Palais. Un mare, il Mediterraneo, il Mare Nostrum, crocevia tra Nord e Sud, tra Est e Ovest, che “concentra le sfide del mondo intero, come testimoniano le sue ‘cinque rive’”: Nord Africa, vicino Oriente, Mar Nero-Egeo, Balcani ed Europa latina”. “C’è un grido di dolore che più di tutti risuona, e che sta tramutando il mare nostrum in mare mortum, il Mediterraneo da culla della civiltà a tomba della dignità”. Bergoglio è duro e non ha paura di puntare il dito contro chi non fa abbastanza, pur riconoscendo le difficoltà nell’accogliere, proteggere, promuovere e integrare persone non attese ma invita a salvaguardare prima di tutto la dignità umana, guardando al futuro non con sentimenti di chiusura. “La storia ci interpella a un sussulto di coscienza per prevenire un naufragio di civiltà. Contro la terribile piaga dello sfruttamento di esseri umani, la soluzione non è respingere, ma assicurare, secondo le possibilità di ciascuno, un ampio numero di ingressi legali e regolari, sostenibili grazie a un’accoglienza equa da parte del continente europeo, nel contesto di una collaborazione con i Paesi d’origine”.
Una strigliata del Papa all’Europa, che continua a lasciare sola l’Italia nel difficile compito di accogliere i migranti e farsene carico, pronunciata al cospetto del ministro Darmanin, che meno di una settimana fa ha affermato che nessun migrante da Lampedusa debba mettere piede in Francia. “Impegniamoci perché quanti fanno parte della società possano diventarne cittadini a pieno diritto”, esorta Francesco che chiede anche di “creare le condizioni per un’imprescindibile integrazione” anziché favorire “sterili assimilazioni”. “L’integrazione è faticosa ma lungimirante: – sottolinea Francesco – prepara il futuro che, volenti o nolenti, sarà insieme o non sarà; l’assimilazione, che non tiene conto delle differenze e resta rigida nei propri paradigmi, fa invece prevalere l’idea sulla realtà e compromette l’avvenire, aumentando le distanze e provocando la ghettizzazione, che fa divampare ostilità e insofferenze”.In questo senso, Bergoglio ricorda che il mare nostrum “porta in sé una vocazione globale alla fraternità”. Il Pontefice lancia un appello: il Mediterraneo “torni a essere laboratorio di pace”.
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