Madonna a Pompei, il compleanno fa discutere. Il caso del Teatro ...

12 Ago 2024
Madonna

Roma, 12 luglio 2024  – Da oggi Madonna è a Portofino, ospite di Dolce e Gabbana. Il clou della sua vacanza italiana è però in programma per il 16 agosto, giorno del compleanno della superstar, compleanno che la divina ha intenzione di festeggiare in Italia come già accaduto recentemente: per la festa del 2017 e del 2021 scelse la Puglia, per quella del 2022 la Sicilia. La regione eletta per il megaparty dei suoi 66 anni, stando alle voci che si diffondono in queste ore con sempre maggiore insistenza, è la Campania: l’ipotesi è che il 16 agosto la cantante spenga le candeline con familiari e pochi intimi su uno yacht al largo di Capri, per poi approdare sulla terraferma nel porto di Marina di Stabia e, da qui, raggiungere in auto Pompei. 

Già, perché teatro del megaparty per 500 persone (ospiti selezionatissimi tra i quali, secondo Il Mattino, dovrebbe esserci anche il ministro dei Beni Culturali Sangiuliano) sarebbe proprio il sito archeologico che nel 1997 è entrato a far parte della lista dei patrimoni dell'umanità dell'Unesco, il secondo monumento italiano per visite dopo il sistema museale del Colosseo, Foro Romano e Palatino, e dove giusto in questi giorni –  ne dà notizia stamani  l'E-Journal degli Scavi di Pompei – sono stati ritrovati gli scheletri di due vittime dell’eruzione, un uomo e una donna, nell'area di scavo della Regio IX, Insula 10. 

Che il party di Madonna a Pompei sia più di un gossip, lo dimostrerebbe il fatto che per domani sarebbe stata indetta in prefettura a Napoli una riunione del Comitato provinciale per l'ordine pubblico e la sicurezza: se la festa a Pompei venisse confermata, tra i punti all'ordine del giorno della riunione ci saranno inevitabilmente le misure di sicurezza per un evento che se sulla carta è strettamente riservato agli invitati, potrebbe altresì richiamare in quei luoghi una folla di fan. Ma la preoccupazione non è certo solo per il pubblico pronto a prendere d’assalto  il sito nella speranza di un incontro con la superstar: anche se il party si dovesse svolgere nella massima “tranquillità” e rispetto delle preziose antiche vestigia (l’affitto del luogo pare costi circa 30mila euro comprese le spese per la vigilanza interna e il piano di sicurezza), si evidenziano già criticità sulla opportunità data alla diva multimiliardaria di affittare per sé un luogo-simbolo del patrimonio culturale comune di tale importanze.

Dalla direzione del parco archeologico per ora nessuna conferma, ma sembra che il Teatro Grande - abituale palcoscenico di prestigio per grandi spettacoli - sia stato affittato da una società internazionale per un party da tenere il 16 agosto: e visto che  quella è la data di nascita di Louise Maria Veronica Ciccone, in arte Madonna, la conclusione appare scontata. Va anche detto che due sono gli anfiteatri pompeiani ad uso spettacoli: uno è appunto il Teatro Grande, edificato in età sannitica sulle pendici di una collina, di cui sfrutta il costone per la gradinata, nei pressi del Tempio Dorico, restaurato totalmente  durante l'epoca augustea e utilizzato per rappresentazioni di commedie; l’altro è il famoso Anfiteatro romano, utilizzato per giochi circensi e combattimenti di gladiatori, passato anche alla storia del rock perché fu qui che nel ‘72 i Pink Floyd registrarono il  famoso album e film “Live at Pompeii” (quattro giorni di musica e di riprese, senza la presenze del pubblico) e fu di nuovo qui che David Gilmour tornò ad esibirsi nel 2016, il 7 e 8 luglio, questa volta di fronte al pubblico, in un concerto divenuto anch’esso un album, uscito nel 2017. 

Anche quest’anno l’anfiteatro è stato teatro di concerti, in un cartellone, patrocinato dal Ministero della Cultura e dal Parco Archeologico di Pompei e in collaborazione con il Comune di Pompei, che ha visto tra i protagonisti – nel luglio appena passato - Russell Crowe, ll Volo, Biagio Antonacci (tre repliche), i Pooh e Francesco De Gregori. “Anche l'organizzazione di eventi musicali si inserisce nell'ottica di un'area archeologica che rientra a pieno titolo nella vita culturale contemporanea, senza rinunciare alla sua alterità rispetto all'oggi: un contemporaneo arcaico che ci aiuta a creare nuovi collegamenti. Siamo molto felici che oltre al Ministero della Cultura, tale approccio abbia trovato anche la fattiva collaborazione, già dall'anno scorso, del Comune di Pompei, anche perché questi eventi sono importanti per offrire ai visitatori un motivo in più per fermarsi sul territorio e scoprire altri tesori dell'area vesuviana”, dichiarò a marzo, alla presentazione romana dei concerti, il Direttore del Parco Archeologico Gabriel Zuchtriegel. “Credo che gli artisti della musica siano una risorsa per i luoghi della cultura. È un'alleanza naturale, portano vita ai monumenti, sono i primi ambasciatori di bellezza e cultura popolare. Parlano di arte, comunicano emozioni. In questo senso sono fondamentali perché rappresentano un primo passaggio cruciale nella formazione e nell’educazione delle giovani generazioni. Dobbiamo tener conto che oggi ampie fasce della popolazione attingono informazioni e conoscenza dal web e dai social. Abbiamo bisogno di comunicare anche in questi luoghi del digitale e gli artisti ci aiutano a divulgare bellezza”, gli fece eco il Sottosegretario alla Cultura, Gianmarco Mazzi.

Adesso, dai concerti per il pubblico pagante (prendendo per buono che si possa mettere sullo stesso piano “culturale” un live di Gilmour con un live di Antonacci), si passa all’affitto privato per il party della superstar multimiliardaria: e tra gli osservatori più scettici non possono non tornare alla mente l’indignazione per la mercificazione selvaggia riservata al maggior offerente dei nostri più preziosi tesori comuni (musei, monumenti, dallo scandalo del Ponte Vecchio di Firenze affittato per una festa privata alle recenti polemiche per il party privato dell’Estetista Cinica a Brera) e le parole di Tomaso Montanari, e del suo famoso libro “Le pietre e il popolo: restituire ai cittadini l’arte e la storia” (Minimum Fax): "Mentre è ormai ben chiaro che la tutela del paesaggio è legata a doppio filo ai diritti fondamentali della persona, come per esempio la salute fisica e mentale, per quanto riguarda il patrimonio una simile consapevolezza non è stata ancora raggiunta. È sacrosanto voler difendere Pompei, gli Uffizi o la Pinacoteca di Brera perché sono 'belli', o anche perché rappresentano la nostra memoria collettiva. Ma forse è più importante fa comprendere che il vero motivo per cui la Costituzione li tutela e per cui noi li manteniamo con le nostre tasse, è che essi sono una scuola di cittadinanza, uno strumento di liberazione culturale, un mezzo per costruire l'eguaglianza in tutte le sue accezioni. In pratica questo significa non solo che il patrimonio (come la scuola) non può essere asservito al mercato, ma anche che la tutela deve essere funzionale alla ricerca e alla sua diffusione, perché la conoscenza è il più importante strumento per costruire la democrazia". 

Leggi di più
Notizie simili