Manchester City e Guardiola nella bufera: quarta sconfitta di fila e ...
Manchester City Guardiola
Per Pep Guardiola, la situazione in casa Manchester City si è fatta inaspettatamente critica. Il tecnico catalano, alla guida di una delle squadre più vincenti della Premier League, si trova a fronteggiare un primato decisamente indesiderato: per la prima volta nella sua carriera, ha incassato quattro sconfitte consecutive. Una sequenza che, nemmeno nei suoi anni a Barcellona e Bayern Monaco, era mai accaduta. Allora, nel 2015, si era fermato a tre ko consecutivi alla guida dei bavaresi.
Il fattore Rodri: un City senz’animaUno degli elementi chiave di questo declino sembra essere l’assenza di Rodri, il perno della mediana e il giocatore capace di dare equilibrio all’intera manovra difensiva e offensiva del City. I numeri parlano chiaro: con Rodri in campo, il Manchester City ha una percentuale di vittorie del 73,6%, che precipita al 58,3% senza di lui. Le difficoltà del City si sono viste chiaramente in questa serie negativa, composta da quattro sconfitte: due in Premier League contro Bournemouth e Brighton, una in Carabao Cup contro il Tottenham e la disfatta per 4-1 in Champions League contro lo Sporting Lisbona.
Quest’ultima poi ha avuto, tutti insieme, i sapori del derby e della beffa: sulla panchina dei portoghesi c’era Amorim, ormai prossimo a sedersi sulla panchina del Manchester United e che la dirigenza del City aveva individuato come futuro successore di Guardiola. Sui 4 ko di fila il tecnico spagnolo ha commentato con un “Per tutte le cose c’è una prima volta”. Per il City, invece, non è la prima volta, anzi: nel 2006 la striscia record arrivò anche a 6 sconfitte, ma quello era un altro City. Non erano ancora infatti arrivati i soldi arabi e gli Skyblues, che venivano da un decennio anche tra First e Second Division, vivacchiavano nelle zone, per lo più basse, della Premier League.
Pep Guardiola, nonostante le ovvie difficoltà di non avere a disposizione il Pallone d’Oro in carica Rodri, non ha voluto adagiarsi sulle scuse. Al contrario, dopo la sconfitta con il Brighton ha rilanciato con un messaggio di sfida: “Normalmente le squadre perdono. Questo è il mio momento di sfida. Non mi tiro indietro. Anzi, voglio farcela più che mai”. E intanto ieri sera il Liverpool, battendo l’Aston Villa, è salito a +5.
Manchester City, i numeri di una crisiLe difficoltà difensive del City si sono aggravate anche a causa delle frequenti assenze per infortuni di giocatori chiave come Kevin de Bruyne, Ruben Dias, Jack Grealish e Manuel Akanji. Il lato destro della difesa, in particolare, è stato messo a dura prova dagli avversari. Nel match contro il Brighton, ad esempio, Kyle Walker ha faticato a contenere gli attacchi. Dal punto di vista statistico, secondo i dati diffusi dalla BBC, il City concede ora 1,17 gol per partita, contro gli 0,92 della scorsa stagione. Anche la media dei tiri verso la propria porta è aumentata, segno di una difesa che fatica a mantenere la compattezza tipica degli anni passati.
In attacco, sebbene il City mantenga, sempre a quanto riporta la BBC, un numero elevato di tiri a partita (19,6 in media), la capacità di convertire queste occasioni si è ridotta sensibilmente, passando dal 38% al 29,8%. Il maggior affidamento su Haaland non è sufficiente a compensare questa perdita di incisività, e le occasioni create non sempre si concretizzano in gol, rendendo la squadra meno pericolosa rispetto agli anni precedenti.
Manchester City, il clima di instabilitàAlla crisi interna del City si aggiungono anche tensioni esterne che aumentano l’incertezza. Il club è infatti sotto processo per presunte violazioni finanziarie, una situazione che potrebbe distrarre e influenzare l’ambiente della squadra, alimentando un senso di precarietà. Inoltre, la scadenza del contratto di Guardiola a giugno, unita alla possibile partenza del direttore sportivo Txiki Begiristain, aumenta le speculazioni sul futuro del tecnico catalano e sul destino del City stesso.
Ed è chiaro che non è impossibile che il rinnovo non ancora arrivato di Guardiola dipenda anche dalla volontà di capire che futuro avrà il City, per il quale il timore più grande è la retrocessione d’ufficio. Questi elementi contribuiscono a creare un contesto di instabilità che va oltre le questioni tattiche o di campo.
Guardiola in crisi: il momento più duro della carriera?Dopo sette anni di successi, al termine della gara con il Brighton, il tecnico del City ha dichiarato che “forse è arrivato il momento di vedere un’altra squadra vincere in Premier League” Eppure, Guardiola ha anche sottolineato l’importanza della pausa internazionale come un’occasione per “pulire la testa” e ripartire.
Il Manchester City è ancora lì, in lotta per il titolo, ma i prossimi impegni saranno determinanti. Alla ripresa, la squadra dovrà affrontare rivali pericolosi come il Tottenham e, la settimana successiva il Liverpool attualmente capolista a +5, una sfida che dirà molto sulle reali possibilità di Guardiola di uscire da questa crisi e di riportare i suoi in corsa per la Premier League. “Abbiamo tanto da migliorare,” ha concluso Guardiola, deciso a non concedere nulla ai suoi avversari, che peraltro ricordano bene come un paio di stagioni fa il City recuperò 8 punti di svantaggio dalla capolista Arsenal.
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