Draghi: "Rilanciare la produttività tecnologica, l'Europa si compiace ...

11 giorni ago
Mario Draghi

Bruxelles – Non guardarsi indietro, men che meno allo specchio, ma andare avanti con decisione, determinazione e consapevolezza non di quanto fatto ma di quanto ancora da fare. Mario Draghi sferza l’Europa, mettendola in guardia. Vede i rappresentanti dei vari gruppi politici in Parlamento europeo, e li mette davanti al fatto compiuto: c’è una mancanza di produttività nel settore tecnologico, quello chiave per l’innovazione e la competitività, che va riempito. Lo dice con senso di urgenza, assicura Bas Eickout, co-presidente dei Verdi al termine della riunione a porte chiuse. “Ci ha detto che l’Europa si compiace troppo senza capire che perde terreno e questo gli provoca incubi, per paura che non sappia cambiare” e uscire da questa situazione: “Ha voluto suonare il campanello d’allarme”.

Spetterà alla politica fare le cose per bene, a lui è stato commissionato un rapporto per rilanciare la competitività da riempire con indicazioni, suggerimenti, priorità. Promette di ridurre il tutto a dieci settori, per ciascuno dei quali si individueranno limiti e opzioni. “Un bene”, ragiona il capogruppo dei Verdi. “Essere concreti aiuta, e in questo modo si esce dal generale per il concreto”. Per quanto in termini di dibattito. Perché il compito più grande Draghi lo chiede alla politica.

Draghi, assicurano fonti vicine al dossier che l’ex premier consegnerà la prossima settimana a Ursula von der Leyen, ha fatto notare che negli ultimi decenni la competitività europea è stata soggetta a una serie di “freni strutturali”. Ne ha fatto un elenco, chiedendone la rimozione. Si tratta di capacità di innovazione in ritardo, prezzi dell’energia più elevati, carenze di competenze, necessità di accelerare rapidamente la digitalizzazione e di rafforzare urgentemente le capacità di difesa comuni dell’Europa.

Il rapporto sulla competitività di Draghi sarà presentato ufficialmente la prossima settimana, ed è atteso al collegio dei commissari mercoledì. Il suo intervento e le sue anticipazioni incassano gli apprezzamenti dei Verdi, ma pure quelli dei popolari (Ppe) e dei liberali (Re). Manfred Weber, capogruppo Ppe, parla di “buon incontro”, e ammette di aver “apprezzato molto, e non solo dal punto di vista economico”, la presentazione di Draghi. Mentre la capogruppo di Renew, Valerie Hayer, è talmente entusiasta da auspicare che “il rapporto Letta e il rapporto Draghi diventino le fondamenta del programma politico della nuova Commissione europea“.

Su questo però Draghi mette le cose in chiaro, e lo fa anche con gli ambasciatori degli Stati membri, che incontra prima di riunirsi con i capogruppo parlamentari. Il successo o l’insuccesso dell’Ue non dipenderà tanto da quello che è contenuto nel suo rapporto, ma da quanto e come verrà deciso di attuare. Perché, fanno sapere fonti vicine al dossier, l’ex premier ha sottolineato che spetterà ai leader dell’Ue, ai parlamentari europei, alle istituzioni dell’Ue e agli Stati membri decidere come portare avanti il ​​suo lavoro e trasformare le sue raccomandazioni in risultati concreti per gli europei. Viene dunque messo in chiaro di chi saranno le responsabilità.

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