Ddl Nordio, Mattarella firma il provvedimento sull'abolizione dell ...
Il testo era stato approvato in via definitiva alla Camera lo scorso 10 luglio: stavano quindi per scadere i 30 giorni per la sua promulgazione da parte del capo dello Stato. Il Quirinale si sarebbe preso tutto il tempo a sua disposizione per esaminare il ddl, soprattutto per la cancellazione tout court dell'art 323 del codice penale
Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha firmato il ddl Nordio, che introduce importanti modifiche al codice penale e al codice di procedura penale. Il testo era stato approvato in via definitiva dalla Camera il 10 luglio scorso. Come da prassi, doveva essere promulgato entro i successivi 30 giorni. Secondo alcuni, il capo dello Stato si sarebbe preso tutto il tempo a sua disposizione per esaminare il testo, soprattutto per il nodo dell'abolizione del reato dell'abuso d'ufficio, contenuto proprio in questo provvedimento. La sua cancellazione secca aveva creato perplessità in molti giuristi e c’è chi dice che lo stesso sentimento aleggia tra gli uffici giuridici del Quirinale (COSA PREVEDE IL DDL NORDIO).
Per mitigare le preoccupazioni del Colle, il governo ha inserito una nuova norma nel Dl carceri - di fatto estranea alla materia del provvedimento - che introduce una nuova fattispecie di reato e cioè il peculato per distrazione. Tecnicamente si parla di un reato che possono commettere i funzionari che destinano fondi pubblici a un uso diverso da quello previsto dalla legge. Prevede che “il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, li destina ad un uso diverso da quello previsto da specifiche disposizioni di legge o da atti aventi forza di legge dai quali non residuano margini di discrezionalità e intenzionalmente procura a sé o ad altri un ingiusto vantaggio patrimoniale o ad altri un danno ingiusto, è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni”.
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Il Ddl Nordio va poi a limitare a condotte particolarmente gravi il traffico di influenze, di cui aumenta la pena minima, che passa da un anno a un anno e sei mesi: le relazioni del mediatore con il pubblico ufficiale devono essere utilizzate e non vantate, mentre l’utilità data o promessa in alternativa al denaro è solo economica. Novità anche per i giornalisti, che potranno pubblicare solo le intercettazioni il cui contenuto sia "riprodotto dal giudice nella motivazione di un provvedimento o utilizzato nel corso del dibattimento". I pm e i giudici dovranno stralciare dai brogliacci e dai loro provvedimenti i riferimenti alle persone terze estranee alle indagini. Sparirà poi per le sentenze di assoluzione che riguardano reati di "contenuta gravità" la possibilità di ricorrere in appello per l'accusa. Potranno essere impugnate dal pm invece le assoluzioni per i reati più gravi, compresi quelli del Codice Rosso. E ancora: sarà un collegio di tre giudici, non più un solo magistrato, a decidere, durante le indagini, l'applicazione della custodia cautelare in carcere. E prima di esprimersi dovranno interrogare l'indagato, tranne se ricorre il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove o se si tratta di reati gravi commessi con l'uso di armi o con altri mezzi di violenza personale. Riforma anche per la disciplina dell’informazione di garanzia: dovrà obbligatoriamente contenere una "descrizione sommaria del fatto", oggi non prevista, con la notificazione che dovrà avvenire con modalità che tutelino l'indagato.
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Intanto, è sempre la giustizia uno dei temi che continua maggiormente a tener banco negli ultimi giorni a Roma: il Guardasigilli ha chiesto di incontrare Mattarella sui provvedimenti da prendere per l'emergenza carceri, un tema su cui il capo dello Stato ha spinto molto. Probabilmente si andrà però dopo le ferie estive. E mentre le opposizioni attaccano il governo, denunciando Nordio e i sottosegretari Delmastro e Ostellari per "tortura" vista l'emergenza del sovraffollamento carcerario, si è già aperta una nuova polemica politica. Sul fronte parlamentare la maggioranza assicura che alla ripresa dei lavori si metterà a punto un provvedimento, forse un emendamento, per riformare la disciplina della custodia cautelare in carcere. Anche qui, le opposizioni ritengono che si tratti di una mossa-scudo per mettere al sicuro i governatori - idea invocata tra l'altro dal vicepremier Matteo Salvini - dopo il caso del ligure Giovanni Toti. La misura, contenuta anche nell'odg di Enrico Costa approvata con il decreto carceri, prevede che l'incensurato, che non abbia commesso reati gravissimi, non possa finire in carcere preventivo per il rischio di recidiva. Di fatto un "salva colletti bianchi", si dice nel centrosinistra.
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