Medvedev posi il fiasco

Dmitrij Medvedev, già primo ministro e presidente della Federazione russa dal 2008 al 2012, ora vicepresidente del Consiglio di sicurezza di Mosca, ha preso gusto nell'interpretare la faccia feroce del regime putiniano. L'altra faccia, quella del presidente Vladimir Putin, non è che sia, intendiamoci, più rassicurante e bonaria, ma Medvedev riesce, in un probabile gioco delle parti, a superare il suo capo in quanto a minacce rivolte all'Occidente e alla stabilità mondiale. Dall'inizio della guerra in Ucraina, le dichiarazioni più sconcertanti e pericolose sono giunte proprio da Dmitrij Medvedev, il quale ha provato ad intimidire i Paesi europei, avvertendoli del fatto che le loro capitali non siano al sicuro e non escludendo l'uso di armi nucleari da parte della Russia.

Medvedev - Figure 1
Foto La Voce del Patriota

Circola voce che il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo tenda a straparlare a causa dell'alcol di cui è consumatore. Non sappiamo se sia un bevitore assiduo o solo estemporaneo, ma è nota la sua passione per i vini italiani, oltre alla tipica vodka russa. Magari non è un alcolizzato vero e proprio, tuttavia, e vi sono video eloquenti a tal proposito, in alcuni vertici internazionali è apparso piuttosto alticcio. In ogni caso, consigliamo a Medvedev di evitare di ingurgitare bevande alcoliche almeno prima di concedersi alle agenzie di stampa mondiali. L'ultima boutade dell'ex presidente si è materializzata dopo l'attacco militare ucraino sferrato nella regione di Kursk, in territorio russo.

Per Dmitrij Medvedev, il nemico, ossia, secondo Mosca, i “nazisti” di Volodymyr Zelensky, deve essere sconfitto e distrutto senza pietà, e la Russia deve andare oltre alla battaglia per il recupero delle terre che considera sue da sempre, il Donbass e tutta l'Ucraina orientale russofona, per intraprendere un'azione militare extraterritoriale. In parole povere, Medvedev vuole che la Federazione russa punti o torni a puntare alla conquista dell'intera Ucraina, arrivando sino a Kiev. Dimentica o fa finta di dimenticare, l'ex presidente russo, che il suo Paese aveva già pianificato e tentato di attuare il 24 febbraio del 2022, data di inizio del conflitto, l'invasione completa dell'Ucraina, invitando Zelensky e i suoi a fuggire dalla capitale il prima possibile. Poi, l'eroica resistenza ucraina, aiutata in maniera fondamentale dagli Stati Uniti e dall'Europa, ha obbligato il Cremlino a modificare i piani e a ripiegare verso Est.

Se la Russia non è riuscita fin dal principio ad agguantare tutta l'Ucraina, è difficile che possa ora realizzare un'invasione integrale. Le incursioni ucraine nella regione di Kursk non giustificano determinati deliri. La possibilità che gli ucraini effettuino operazioni offensive in territorio russo, ha creato dibattito anche in Occidente, ma del resto, come afferma il leader di Kiev Zelensky, la Russia ha portato la guerra in Ucraina e in fin dei conti merita di “sentire” il conflitto anche un po' a casa sua. L'Unione Europea apre oggi, non a caso, al diritto degli aggrediti di colpire l'aggressore in più modi. D'altronde, quest'ultimo continua ad essere tutto fuorché collaborativo e ragionevole, e le uscite di Dmitrij Medvedev sono lì a dimostrarlo. D'accordo, quelle di Medvedev possono pure essere frasi eccessive di un uomo non sempre lucido, ma è impensabile che il vicepresidente del Consiglio di sicurezza apra la bocca senza il consenso di Vladimir Putin. Perciò, alcol o meno e fattibilità o no dell'invasione totale dell'Ucraina, non c'è voglia di pace da parte della Russia e, per fare cessare quanto prima la guerra, non basta una distensione unilaterale dell'Occidente. 

Leggi di più
Notizie simili