MENTANA – Investe l'amico della ex, compagno violento ...
Era stata una convivenza da incubo.
Per tre anni lui le aveva spiato il cellulare, ne aveva controllato gli spostamenti e le frequentazioni. E tutte le volte finiva a insulti, minacce, sberle e pugni.
Ma quando lei ha trovato la forza di lasciarlo e di uscire con un amico per un aperitivo, l’uomo ha provato ad eliminare il rivale investendolo con l’auto.
Per questo oggi, mercoledì 11 dicembre, il Tribunale di Tivoli ha condannato in primo grado a sei anni di reclusione C. P., un 33enne italiano già noto alle forze dell’ordine residente a Mentana.
Nel processo celebrato col rito abbreviato il Giudice per l’udienza preliminare Sabina Lencioni ha riconosciuto l’imputato colpevole di maltrattamenti e lesioni aggravate nei confronti della ex convivente, una coetanea italiana anche lei di Mentana, di tentato omicidio e lesioni aggravate ai danni dell’amico della donna, oltre che di minacce aggravate nei confronti della madre e della sorella di quest’ultimo.
Il pubblico ministero Anna Pensabene aveva proposto una condanna a dieci anni di carcere.
La drammatica vicenda emerse il 22 maggio del 2023, quando la trentenne italiana di Mentana si presentò nella caserma dei carabinieri di via Moscatelli per denunciare le angherie dell’ormai ex compagno.
Davanti ai militari la donna raccontò non soltanto dell’ultima aggressione, ma di tre anni di soprusi subìti durante la convivenza tra Guidonia Montecelio, Sant’Angelo Romano e Mentana.
Il cliché sempre lo stesso: esplosioni di rabbia incontrollata e botte da parte dell’uomo letteralmente ossessionato dai tradimenti.
Botte a giugno 2020, a pochi mesi dall’inizio della convivenza.
Botte il 25 dicembre 2020.
Botte a novembre 2022.
Botte, “condite” da insulti, a maggio 2023.
Neppure la denuncia e la fine della relazione aveva messo al sicuro la donna.
In più occasioni l’uomo si sarebbe presentato sotto la sua abitazione per picchiarla e minacciarla puntandole un coltello. Un’escalation di violenza proseguita anche l’8 marzo 2024, la Giornata internazionale della donna.
Prima una telefonata di minacce, annunciandole che l’avrebbe investita con l’auto.
Poi l’aggressione fisica con un coltello e la promessa che l’avrebbe sgozzata, schiaffi e pugni da spedirla all’ospedale con lividi su viso, collo, braccia, gambe, tagli sul labbro e il naso sanguinante.
La situazione precipitata nella notte tra sabato 16 e domenica 17 marzo 2024.
La 30enne era uscita con un amico che l’aveva riaccompagnata a casa e lui era tornato verso la sua abitazione.
Ma ad attenderlo c’era C. P. al volante della sua utilitaria che lo aveva puntato nel tentativo di travolgerlo urlando “Io ti ammazzo”. Soltanto la prontezza di riflessi aveva evitato il peggio all’amico della vittima, rimasto ferito alla gamba destra.
Pochi istanti dopo sono state la mamma e la sorella dell’uomo a finire nel mirino del 33enne che minacciò di falciare anche le due donne.
A porre fine al clima di paura furono i carabinieri di Mentana che lo scorso 12 aprile prelevarono C. P. dalla sua abitazione e su ordine del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Tivoli Raffaele Morelli fu condotto nel carcere di Rebibbia.
Ora l’uomo è agli arresti domiciliari a Guidonia, dove sconterà parte della condanna a sei anni di reclusione.
“Desidero esprimere apprezzamento nei confronti della giudice – commenta l’avvocato Pietro Nicotera, legale del 33enne mentanese – per la serenità di giudizio dimostrata nell’emettere la sentenza”.