Michael Schumacher, il figlio Mick: «Dopo l'incidente ho dovuto ...
La passione per la F1, la fame di successi e quel legame di sangue. Michael e suo figlio Mick sono più uniti che mai da un unico fil rouge. Ma la carriera del figlio dell'ex campione del mondo non è la stessa del padre. Schumacher junior ha sofferto la mancanza del Papst (papà in tedesco, ndr.) e oggi ne paga le conseguenze. Il 6 novembre, il Team Sauber ha annunciato l'ingaggio del talento brasiliano Gabriel Bortoleto come secondo pilota dalla prossima stagione in poi, con il team di Formula Uno che si trasformerà in un team ufficiale Audi nel 2026. L'arrivo di Bortoleto pone fine alla speranza di Mick Schumacher di un ritorno in F1 l'anno prossimo. Il figlio del sette volte campione del mondo Michael Schumacher ha guidato per la Haas nel 2021 e nel 2022 ed è ora collaudatore e pilota di riserva della Mercedes.
Quel maledetto incidenteMick ha dovuto costruirsi una carriera da solo, magari il padre avrebbe potuto consigliare e formare ancora di più il talento del figlio.
Sono trascorsi, infatti, quasi undici anni dal tragico incidente sugli sci di Michael Schumacher. La famiglia dell'ex campione F1, da sempre riservata, ha mantenuto un ferreo riserbo sulle condizioni di Michael dopo il trauma cranico riportato nel dicembre 2013 sulle Alpi francesi, un evento che ha cambiato profondamente la vita del sette volte campione del mondo di Formula 1 e quella di tutti i suoi cari. «Da quando ho iniziato a correre nelle categorie Formula, subito dopo l’incidente, ho dovuto cavarmela da solo», spiega Mick (e riporta MowMag, ndr), aggiungendo però che molti degli insegnamenti del padre continuano a guidarlo anche oggi, dalle lezioni tecniche alla capacità di resilienza.
L'aneddotoNel libro «Inside Mercedes F1» di Matt Whyman, Mick racconta: «Una volta, in una gara di kart, frenai molto tardi in curva e guadagnai parecchio tempo. Quando glielo raccontai, mi rispose: 'Sì, ma dovevi frenare così in tutte le curve!'». Molti degli insegnamenti del padre continuano a guidarlo anche oggi, dalle lezioni tecniche alla capacità di resilienza.
Come sta MichaelJean Todt, storico amico ed ex boss di Schumacher, ha parlato in varie occasioni delle condizioni di Michael: «Michael c’è, anche se non è più lo stesso. Ha una vita diversa, ma ho il privilegio di condividere ancora momenti con lui», ha dichiarato Todt, un tributo alla presenza ancora significativa di Schumacher nella vita delle persone che lo circondano.