Milano sott'acqua: le 4 vasche di raccolta della pioggia aspettano da ...

1 Nov 2023

ServizioL’esondazione del Seveso

A breve sarà concluso l’invaso di Bresso, finanziato dal Comune di Milano, ma gli altri progetti dell’hinterland sono ancora in ritardo, tra mancati accordi tra amministrazioni locali e proteste della cittadinanza

di Sara Monaci

Milano - Figure 1
Foto Il Sole 24 ORE

31 ottobre 2023

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4' di lettura

Se ne parla dalla fine degli anni Novanta ma il problema alla fine è sempre lì: la città di Milano dovrebbe avere 4 vasche di laminazione nella zona periferica del suo hinterland settentrionale, un ampio spazio che supera i confini comunali per arrivare nei territori di altre amministrazioni locali: Senago, Paderno-Dugnano, Lentate sul Seveso e Bresso. E già in questa prima semplice constatazione geografica si trova implicitamente scritta la principale difficoltà: i Comuni non si mettono d’accordo, trovare le aree è complicato e in più ogni paese ha il suo comitato per il no. È così da circa 25 anni. I ricorsi hanno anche bloccato i progetti, pertanto prima ancora delle risorse è bene sottolineare che a lungo non si è trovato né un accordo politico né tecnico.

Guardando alle risorse, il costo complessivo è di circa 100 milioni (stima antecendente al 2020), risorse che erano state messe a disposizione nel 2014 dal governo Renzi con Italia Sicura per la città di Milano, progetto poi smantellato (per tutta Italia valeva 30 miliardi) ma che ha lasciato sul territorio questi possibili finanziamenti per il dissesto idrogeologico.

A Bresso quasi pronta

Le vasche di laminazione, dove l’acqua può essere contenuta per evitare l’allagamento di Milano, dovrebbero essere, come detto, quattro, posizionate tra Milano e le amministrazioni comunali della cintura Nord. La prima, quella di Bress o, sarà pronta a inizio dicembre, dopo la fase di collaudo durante il mese di novembre. Ha avuto un costo di 30 milioni circa, messi a disposizione dal Comune di Milano. Si tratta di un invaso artificiale da 250mila metri cubi. Le altre vasche saranno finanziate da governo e Regione Lombardia.

Milano - Figure 2
Foto Il Sole 24 ORE

Come ricorda Sergio Santambrogio, consigliere dell’ordine Geologi della Lombardia, «questa di Bresso è la prima vasca di un progetto più ampio, costituito da altre vasche posizionate più a Nord. La prima sarà pronta adesso, le altre probabilmente a inizio 2024. Per ora l’unica opera in funzione è il canale scolmatore di Nord Ovest, che riesce a fermare in caso di forti piogge circa 40 metri cubi al secondo d’acqua, facendola defluire altrove. Ma considerando i numeri è facile capire che non può essere sufficiente: la pioggia intensa a Milano ha una capacità di 140 metri cubi al secondo, il canale scolmatore ne ferma 40, il resto si riversa su Milano. Con la vasca di Bresso saremo in grado di fermarne una parte, non tutta. Potremo dire che la città sarà al sicuro quando tutte le vasche verranno realizzate».

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Tempi incerti

Tempi certi per queste opere ulteriori non ce ne sono. Una prima parte di quella di Senago dovrebbe essere pronta per la seconda parte del 2024. Quest’opera farà la differenza perché è oltre 7 volte più grande di quella di Bresso. Quella di Lentate sul Seveso non ha visto ancora l’affidamento dei lavori, così come quella di Paderno Dugnano è ferma alla fase progettuale. I ritardi si sono accumulati. Prima della pandemia veniva spesso indicato il 2023 come l’anno della fine dei lavori, ma al momento siamo lontani. L’Autorità di bacino del Po ha imposto che vengano realizzate tutte le vasche, ora si dovrà procedere, a le difficoltà rischiano ogni volta di essere dietro l’angolo.

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