Milena Santirocco, il racconto choc dell'insegnante di ballo ritrovata ...

13 giorni ago
Milena Santirocco

«Per piacere, posso avere un telefono per chiamare casa? Sono stata rapita e hanno cercato di uccidermi». Agitata, interamente bagnata, in parte ricoperta di foglie e rami strappati e con evidenti ferite ai polsi. Con queste parole e in questo modo si è presentata ieri sera alle 22.15 Milena Santirocco,  la donna scomparsa il giorno prima a Lanciano nella caffetteria Nacca, bar nella piazza principale di Castel Volturno.

Milena Santirocco ritrovata viva a Castel Volturno. Ma la fuga della maestra di ballo di Lanciano resta un giallo

Il racconto

Ha poi raccontato di essere stata rapita da due uomini incappucciati, che si esprimevano in italiano.

Che l’avrebbero legata mani e piedi e condotta in auto fino alla spiaggia di fronte al centro storico di Castel Volturno, nell’Oasi dei Variconi, che lei non aveva mai conosciuto prima, e qui avrebbero cercato di annegarla in uno stagno. I rapitori, poi, immaginandola morta, sarebbero andati via e lei sarebbe riuscita a liberarsi dei lacci e indirizzata verso il primo abitato alla ricerca di soccorso.

La scomparsa

Il lieto fine, a sorpresa, mentre già serpeggiavano ipotesi pessimistiche, è arrivata dopo sei giorni di ricerche. È in buona salute e si trova in commissariato dopo aver preso contatto con i suoi familiari. Dell’insegnante di ballo e fitness si erano perse le tracce domenica scorsa. Inutili le massicce ricerche e perlustrazioni da parte dei vigili del fuoco, Protezione civile, sommozzatori, Guardia costiera che ieri hanno pattugliato il mare Adriatico fino a Termoli, con droni ed elicotteri. Proprio ieri la base operativa è stata spostata di una decina di chilometri a sud, a Casalbordino Lido, dal lungomare di Torino di Sangro, dove lunedì pomeriggio è stata ritrovata la Renault Clio di Milena, che era aperta e aveva anche una ruota bucata con un chiodo. Ieri a Casalbordino era arrivata anche Alessia Natali, responsabile abruzzese di “Penelope”, l’associazione che si occupa delle persone scomparse, accompagnata dall’avvocato Antonio Cozza, del Foro di Perugia. I figli Manuel e Denis avevano anche distribuito su tutta la costa il volantino di Sos di Penelope, con dati e foto della madre.

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