del 03 ottobre 2023 alle 16:40
di FT
La gara di Salerno è stata la prima in stagione che lo ha visto a riposo, per lo meno dall'inizio. Parliamo di Henrikh Mkhitaryan, centrocampista armeno del quale Inzaghi difficilmente fa... armeno. Ci perdonerete il gioco di parole, ma rimane il concetto: il numero 22, arrivato poco più di un anno fa dalla Roma a parametro zero, si è affermato come una pedina di primaria importanza per il suo allenatore, permettendo la scalata in regia di Calhanoglu e non soccombendo, almeno in queste prime settimane di stagione, neanche all'arrivo di Frattesi, che per ora si deve accontentare del ruolo di "dodicesimo". Il contratto di Mkhitaryan, mattatore nel derby vinto 5-1 contro il Milan con una doppietta, scade alla fine della stagione, e presto, a giudicare dal rendimento, gli sarà sottoposto un rinnovo come minimo annuale.
PAROLE D'AMORE - Intanto, stasera Michele, come lo chiamano tutti per semplificare le cose, sarà nuovamente titolare di fronte al Benfica nella seconda gara del girone di Champions League, dopo il pareggio di San Sebastian contro la Real Sociedad. Parlando al Matchday Programme, ha ammesso: "Vestire questa maglia è un orgoglio, so bene cosa significa indossare la maglia di un club importante nel mondo del calcio e per questo sono orgoglioso di vestire i colori nerazzurri. Mi è sempre piaciuto il colore blu, non so perché, probabilmente era nel mio destino. Anche la mia prima squadra in Armenia - come l’Inter - aveva i colori nero, blu, insieme al bianco, anche per quello ho cominciato ad amare il colore blu". Una ragione cromatica e personale che si aggiunge a quella tecnica e di assoluta necessità per l'Inter, la sua guida tecnica e i suoi risultati sul campo.