Monica Guerritore: «Le scene di sesso in Inganno? Mio marito non ...
Se non avesse fatto l'attrice Monica Guerritore forse avrebbe fatto l’archeologa, «che poi è quello che faccio adesso: dissotterrare i personaggi dai sedimenti per andare a cercare la loro vita». Al Corriere della Sera la moglie di Verdone in Vita da Carlo, su Amazon Prime ma soprattutto Gabriella, la protagonista nella serie Inganno su Netflix, racconta i suoi amori di oggi e quelli del passato.
Il maritoQuello che Monica è oggi lo deve tutto a Strehler. «Disse: “Tu farai l’attrice... e bene”. E ho cercato da non deluderlo». Ma non dimentica nemmeno Gabriele Lavia. «Lui era tutto: mio marito, regista, scrittore, drammaturgo, costumista, padre». Intanto suo marito Roberto Zaccaria si rifiuta di vedere Inganno. «Continua imperterrito a non guardarlo nonostante le signore del condominio gli dicano che sono straordinaria.
Magari lo vedrà più avanti, accelerando nelle scene in cui sembra che io perda la testa». Un marito con cui è felice: «Condividiamo tutto e poi mi guarda sempre come il primo giorno. In lui - aggiunge - non scorgo mai quello che a volte io percepivo in Gabriele: tu non vai bene».
Le criticheAlle critiche su Inganno, al Corsera Monica Guerritore risponde così: «Negli ultimi vent’anni quale film ha raccontato una storia dove si ama, si soffre, dove fare l’amore non si chiama sesso, ma la naturale conseguenza di uno slancio emotivo? E in quale, a raccontare la crisi del passaggio d’età e la passione imperfetta e umanissima, è stata la figura femminile? Queste storie le abbiamo viste nei film con al centro la crisi del sessantenne che io chiamo l’uomo con il cappotto: Marlon Brando, Alain Delon... Qui invece c’è una sessantenne che non indossa il cappotto perché a Sorrento fa caldo, ma mette l’impermeabile. Ecco, come dice la Fallaci, non chiedo scusa per il posto che ho occupato».
Il flirt con GianniniIl progetto su cui sta lavorando è il film su Anna Magnani. Poi parla del film Lupa e di Giancarlo Giannini: «Avevamo avuto una relazione 20 anni prima. Con quel film il cerchio si è chiuso. Ora posso dire che ero solo infatuata: uno che ti lascia dall’oggi al domani non è il mio tipo. Le storie possono finire, ma non così. Ancora ce l’ho qua». Una relazione coperta anche da Alain Delon: «Avevo 18 anni e stavo già con Giannini, ma era una relazione clandestina. Delon mi stava coprendo: loro erano amici. Mi aveva portata alla Porsche verde pisello di Giancarlo che mi aspettava. Poi l’anno dopo con Alain ho lavorato al film L’homme pressé. Mi fece una bellissima dedica: “Il talento non ha né età né frontiere.Grazie per esserne la prova”».
AgnelliE la presunta relazione con Gianni Agnelli? Al Corriere della Sera dice: «Ma no! L’Avvocato era il padre di Margherita, la mia migliore amica ai tempi del collegio in Svizzera. Non era una figura paterna, l’ho vissuto piuttosto come un mentore artistico. Grazie a lui ho visto Lichtenstein, Warhol, Bacon, Hopper: gli devo tutta la biblioteca di immagini che ho maturato in quegli anni. E poi ricordo le vacanza tutti insieme a Conca dei Marini dall’avvocato d’Urso: da lì si partiva per Castellammare di Stabia, imparavamo a riconoscere le ere geologiche dalle linee sulle rocce. E poi le visite in silenzio a Pompei e a Paestum».