Recensione story: Mud di Jeff Nichols (2012)

19 giorni ago
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25/08/2024 recensione film Mud di Gioia Majuna

Mud film - Figure 1
Foto IlCineocchio.it
Matthew McConaughey e Tye Sheridan erano al centro di un ritratto evocativo dell'adolescenza e del senso di giustizia, intrecciato con le atmosfere thriller di una caccia all'uomo sulle rive del Mississippi

Mud inizia con una barca su un albero. La sua presenza quasi ultraterrena attira i migliori amici quattordicenni Ellis (Tye Sheridan) e Neckbone (Jacob Lofland) su una piccola isola incontaminata lungo il fiume Mississippi, in Arkansas, per indagare.

La barca è ‘magica’ – quale ragazzino non si divertirebbe a esplorare qualcosa di così assurdo? – ma porta con sé anche una certa sensazione di mistero e minaccia. Presto, Ellis e Neckbone scoprono però di non essere soli sull’isola: un vagabondo dai denti scheggiati di nome Mud (Matthew McConaughey) ha trovato infatti rifugio nello scafo dell’imbarcazione, sopravvivendo con scatolette di cibo e camminando per la piccola lingua di terra con stivali decorati con chiodi incrociati sulla suola per “scacciare gli spiriti maligni”.

L’uomo – soprannominato Mud – chiede ai ragazzi aiuto, prima con del cibo e poi per recapitare messaggi sulla terraferma, dove la sua vecchia fiamma Juniper (Reese Witherspoon) si nasconde in una stanza d’albergo. Neckbone, un ragazzino dal carattere spavaldo e amante del turpiloquio, è diffidente nei confronti di Mud, ma Ellis è determinato ad aiutarlo.

Alle prese con il divorzio imminente dei suoi genitori e con i primi passi nell’amore, Ellis si aggrappa allora alla storia romantica di ‘Mud’ come un vero credente.

Scritto e diretto da Jeff Nichols (reduce allora dal successo di critica di Take Shelter), Mud è molte cose insieme, tutte arricchite dalla struggente colonna sonora di David Wingo: un ritratto evocativo dei pescatori della classe operaia lungo le rive del fiume, la cui vita è minacciata; uno studio sulla dicotomia tra la gente di fiume e i cittadini; un thriller con caccia all’uomo colorato da una vendetta tribale che richiama il primo film del regista, Shotgun Stories; e una storia di formazione di un ragazzo alla ricerca del proprio faro guida.

Al centro di ogni iterazione del film c’è il tema di cosa significhi essere un uomo, soprattutto dal punto di vista del giovane e sensibile Ellis. Tye Sheridan, che era apparso anche in The Tree of Life di Terrence Malick (i due film condividono la stessa produttrice, Sarah Green), è straordinario, un attore reattivo che spezza il cuore degli spettatori quando i suoi occhi si riempiono di lacrime per un rifiuto o quando il suo volto arrossisce di rabbia per aver tradito inconsapevolmente i valori che ancora sta imparando a comprendere.

I personaggi femminili di Mud non invece sono altrettanto sviluppati: sono rispettati e ammirati, ma non vengono rappresentati dal loro punto di vista (Reese Witherspoon, pur dimostrandosi adatta a un ruolo più duro, è quasi un totem; esiste, come le altre due principali figure femminili, solo in relazione agli uomini, nel loro potere di influenzarli e forse distruggerli).

Tuttavia, Jeff Nichols lega le sue storie ipermascoline – di faide di sangue e uomini di famiglia oppressi dallo stress di dover provvedere – a un romanticismo pieno di anima.

E in un panorama cinematografico indipendente americano dominato da filmaker con mdp tremolanti e toni sarcastici, Jeff Nichols rappresenta(va) una risposta elettrica allo status quo, con film costruiti in modo classico e terribilmente seri. Nella sua all’epoca ancora breve ma potente carriera, stava perfezionando un occhio epico e viscerale che lo avrebbe portato lontano.

Di seguito trovate il trailer internazionale di Mud:

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