Mufasa - Il Re leone, può essere chiamato degno prequel?
Arrivato nelle sale italiane il 19 dicembre 2024, Mufasa – Il Re leone è il nuovo live action targato Disney e diretto dal regista premio Oscar Barry Jenkins. Prequel del film di animazione Il Re leone (1994) e del successivo live action diretto da Jon Favreau nel 2019, Mufasa vede nel cast di doppiatori originali le voci di Aaron Pierre, Kelvin Harrison Jr., Seth Rogen, Beyoncé, Tiffany Boone, Billy Eichner e John Kani. Nel cast di voci italiane, invece, troviamo Luca Marinelli nel ruolo di Mufasa, Elodie come Sarabi, Stefano Fresi, Edoardo Leo, Elisa e Marco Mengoni.
Mufasa, il peso di una storia non ancora raccontataSimba e Nala stanno aspettando l’arrivo, ormai imminente, di un nuovo cucciolo, e Kiara, la loro primogenita, viene affidata a Rafiki, Pumba e Timon. Stanca di sentire gli improbabili racconti che Pumba e Timon le propinano solitamente, Kiara chiede a Rafiki di narrargli una storia completamente nuova. Ecco, quindi, che Rafiki decide di raccontarle la fino ad ora sconosciuta storia di suo nonno, il leggendario Re leone Mufasa. Da cucciolo indifeso e disperso, all’incontro con il principe legittimo Taka, che diverrà successivamente il suo fratellastro, conosciuto con il nome di Scar, fino ad arrivare alle prime discordie tra i due, passando per l’arrivo nella tanto agognata terra promessa, sulla quale fondare una nuova dinastia.
Decidere di raccontare una vicenda antecedente a un film già amato e di successo è un’impresa ardua, ma dare vita ad una storia completamente nuova, sottoforma di live action, proveniente direttamente dall’universo di uno dei classici Disney più amati di tutti i tempi, lo è ancora di più. Questo, Mufasa – Il Re leone lo sa bene, ma riesce ugualmente nella difficile impresa di soddisfare e coinvolgere il pubblico, non rovinando la matrice di partenza.
Una storia che trova finalmente una sua collocazione, rispondendo a numerose domande che l’originale aveva posto allo spettatore, riguardanti soprattutto i due protagonisti, Mufasa e Scar, ma che, sostanzialmente, in quel film non ricevevano risposta.
Mufasa e Scar, alle origini della loro storiaUna delle caratteristiche più apprezzabili di questo lungometraggio è sicuramente la sua capacità di raccontare al suo interno più di una storia. Mufasa, infatti, non narra solo del Re leone, dalla sua giovinezza fino a ciò che lo spettatore sa, ma va oltre, arricchendo il racconto di elementi utili alla comprensione di determinati accadimenti futuri. Il film racconta in primis il rapporto tra il protagonista e Taka, che diventerà il temibile antagonista Scar, e fa di questo turbolento rapporto il suo fulcro narrativo.
Mufasa non sarebbe esistito senza Taka, e Taka non sarebbe esistito senza Mufasa. Dapprima amici e successivamente fratelli, il film va all’origine della loro storia, partendo dal primo incontro – in cui è proprio Taka a salvare la vita a Mufasa -, arrivando ai primi screzi, che hanno portato alla capitolazione, anche se non totale, del loro rapporto fraterno. Mufasa e Taka sono due facce della stessa medaglia e il film lo sa bene, perché non fa altro che mostrarli come tali: i due traggono forza l’uno dall’altro, come si nota nella maggior parte delle situazioni che li vede coinvolti; sono consapevoli delle debolezze reciproche, ma riusciranno mai a conoscersi per davvero?
Mufasa – Il Re leone, promosso o bocciato?Nella sua complessità, Mufasa – Il Re leone è un film in cui le caratteristiche positive superano di gran lunga quelle negative, rendendolo automaticamente uno dei live action più riusciti di casa Disney degli ultimi anni. Grazie a una sceneggiatura, curata da Jeff Nathanson (già sceneggiatore de Il Re leone del 2019), che non sminuisce quella del suo predecessore, anzi la arricchisce, Mufasa prende forma come una storia di resilienza, sacrificio e coraggio.
I momenti musicali, le cui melodie sono curate nella versione originale da Lin-Manuel Miranda, Pharrell Williams, Mark Mancina e Nicholas Britell, si incastrano perfettamente nella narrazione senza rovinare in alcun modo quanto si sta raccontando.
Altro grande lavoro più che riuscito è senza dubbio quello della CGI, maestosa e in grado di riflettere tutta la potenza della natura, grande protagonista del film. Il finale lascia senza fiato e va a rimarcare quello che è da sempre uno dei concetti più affascinanti trattati nell’universo narrativo del Re Leone: il cerchio della vita, che continua a espandersi e sempre lo farà.
Seguici su Instagram, Tik Tok, Facebook e Telegram per sapere sempre cosa guardare!
Non abbiamo grandi editori alle spalle. Gli unici nostri padroni sono i lettori. Sostieni la cultura giovane, libera e indipendente: iscriviti al FR Club!
Join @NPCMagazine on Telegram