Musetti, come da eterno predestinato ha vinto alle Olimpiadi un ...
diMarco Imarisio, inviato a Parigi
Festeggerà con una pizza: «Dopo tre mesi di pasta e pollo mi merito una trasgressione». L'azzurro, entrato nella storia dopo la vittoria nella finalina contro Auger-Aliassime, ora non si pone limiti. E sogna le Finals di Torino
«Faccio festa mangiando una pizza. Dopo tre mesi di pasta e pollo mi concedo una piccola trasgressione». Ma che meraviglia, Lorenzo Musetti. Non solo per una naturalezza che si porta da casa, ancora incontaminata. I primi a dirlo furono proprio i francesi de L’Équipe, che nel 2021, quando gli unici teenager nei primi cento del mondo erano lui e tali Jannik Sinner e Carlos Alcaraz, non ebbero dubbi nell’applicarli l’etichetta di «gioia per gli occhi». Se l’è portata dietro a lungo, e ce l’ha ancora addosso, ma da ieri, anzi da qualche mese, non la vive più come una limitazione, il bello può andare di pari passo con il concreto.
Così il primo tennista italiano a vincere una medaglia nel tennis dai tempi del barone De Morpurgo, che cento anni fa vinse qui a Parigi un’altra medaglia di bronzo, diventa Lollo da Carrara. Predestinato a modo suo, grande speranza che sta mantenendo le promesse con i suoi tempi, senza farseli imporre da nessuno, cocciuto lui come il suo coach-padre Simone Tartarini nel perseguire la strada di un gioco che è per metà costruzione e per metà ispirazione, aliseo mentale libero dall’obbligo imperante del mettere ordine, il mantra del tennis moderno. «Forse sono la prova e la dimostrazione che si può giocare e vincere in un’altra maniera da quella che oggi va per la maggiore. I risultati degli ultimi tempi mi dicono che sono sulla strada giusta».
Ieri sera ha raccolto le ultime forze dopo due mesi estenuanti e fruttuosi per battere in tre set il canadese Felix Auger-Aliassime, una vittoria più di prosa che di poesia, ulteriore segno di una testa infine sgombra di negatività, merito anche della paternità appena acquisita. «Ero stanco morto, ma come mi hanno chiesto i tifosi dalla tribuna, non ho mollato mai. Diciamo che ho obbedito agli ordini, e ho trovato un modo per vincerla». Ci sta piacendo tutto dell’ultimo Musetti, compreso il suo sincero attaccamento ai Giochi. «Mi sono sacrificato per la maglia azzurra, ma ne è valsa la pena. Questa medaglia non mi dà punti in classifica ma significa molto per me».
Dopo la sconfitta al quinto set contro Novak Djokovic al Roland Garros, Lorenzo ha giocato due mesi di gran livello, dalla semifinale di Wimbledon fino a questo bronzo che ha il sapore di un avviso ai naviganti: ci sono anch’io, e sto arrivando. Adesso, l’ingresso nei primi dieci del mondo, e magari le Atp Finals di Torino. Perché no. «Prima pensavo soltanto di potermela giocare con tutti. Da quella partita, ho cominciato invece a pensare che potevo andare oltre i miei limiti mentali, ribellandomi alla sconfitta quando le cose non vanno bene, dando tutto me stesso fino all’ultimo». Le luci forti dello Chatrier gli hanno dato molto fastidio contro Auger-Aliassime. «Ma sono rimasto calmo. Adesso è come se ci vedessi più chiaro».
4 agosto 2024
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