Djokovic batte Nadal alle Olimpiadi di Parigi 2024: il serbo domina ...

29 Lug 2024
Nadal

diGaia Piccardi, inviata a Parigi

Sui campi del Roland Garros Djokovic domina il primo set (6-1) e gran parte del secondo. Poi, sotto 1-4, Nadal rimonta con l'orgoglio della leggenda, salvo poi cedere fra gli applausi 

Hanno cominciato a studiarsi nel 2006. Quando Prodi vinceva le politiche alla testa de l’Unione, Napolitano veniva eletto presidente della Repubblica, l’Italia del calcio sbranava il Mondiale in Germania e Roger Federer conquistava per il quarto anno consecutivo il torneo di Wimbledon, avviato sulla strada del suo stesso mito. Un’altra era geologica, l’era degli Immortali del tennis.

Di quei dinosauri sopravvissuti all’estinzione, qui a Parigi ne rimangono due. Si sono affrontati al Roland Garros per la sessantesima volta (la prima nei quarti del Roland Garros nel 2006, appunto) ma non è stata una partita di tennis. E’ stata l’abdicazione dell’uomo che su questi campi ha edificato la sua leggenda: 14 dei 22 titoli Slam di Rafa Nadal sono stati vinti su questo stesso rettangolo di polvere di mattone, il perimetro dentro il quale all’Olimpiade è sembrato impotente, a volte scoraggiato, di certo in riserva di benzina. D’altronde quell’altro, quel demone di Novak Djokovic che di Roland Garros in carriera se ne è annessi tre su 24 Major (l’Australia e Wimbledon sono i terreni d’elezione del serbo), questo stadio lo conosce a memoria.

Non c’è nulla di questo ambiente e di quel rivale, Rafael Nadal da Manacor, isola di Maiorca, che il Djoker non sappia interpretare con l’efficacia del suo tennis, l’elasticità della sua copertura del campo, la sapienza della sua mente. Ricompare la ginocchiera, a protezione del menisco destro operato a Parigi dopo il ritiro dal torneo che consegnò aritmeticamente la vetta della classifica mondiale a Jannik Sinner (correva il 10 giugno 2024, pare passato un anno…), però l’uomo di Belgrado è sostenuto da una motivazione suprema: fare un’altra cosa che nemmeno al maestro svizzero, in carriera, è mai riuscita. Vincere la medaglia d’oro in singolare all’Olimpiade (Federer ce l’ha, ma in doppio).

In nome di questo obiettivo che quest’anno ha messo davanti a qualsiasi altro risultato, Djokovic all’inizio è tanto attento quanto Nadal impreciso, nessuna palla è giocata a caso contro l’arcirivale che ha battuto 31 volte (contro 29), la striscia di match che racconta una rivalità più lunga addirittura di Federer-Nadal (40 sfide, 16-24). Novak conosce bene il gancio mancino di Rafa e la sua diagonale di dritto per aver a lungo frequentato entrambi, e possiede l’antidoto per disinnescarli. Nel primo set non c’è tennis. 6-1 Djokovic.

Certo programmando il secondo turno più nobile del tabellone olimpico sul centrale all’ora di pranzo, sotto il solleone, non hanno fatto un favore a Nadal, che aveva finito di giocare con Fucsovics nella tarda serata di domenica. Ma nel secondo set, sotto 4-1, l’hidalgo si aggrappa all’orgoglio, ha rigurgiti del vecchio Nadal, risale 4-4, poi ripiomba negli attuali vizi e cede il servizio alla quarta palla break. Comme d’habitude, il Djoker non aspetta l’errore dell’avversario: si prende la battuta di Nadal (5-4) con una palla corta su cui solo due anni fa Rafa si sarebbe avventato, ma questo signore spagnolo che alla cerimonia d’apertura trasportava la torcia olimpica con l’andatura incerta di un sessantenne con l’artrosi nemmeno ci prova.

Finisce 6-1, 6-4. Nadal salva il punteggio (l’onore non è in discussione), Djokovic il sogno di una medaglia d’oro. A Rafa resta il doppio con il nipotino Carlos Alcaraz, che dall’antenato ha ereditato – tra le altre cose – l’afflato per un evento quadriennale chiamato Olimpiade, che non darà punti per il ranking però regala umanità a manciate. L’abbraccio a rete è tra guerrieri madidi e attempati, che riconoscono il valore l’uno dell’altro. Ci ha provato, a 38 anni e con mille cerotti, Rafa. Ma il Roland Garros a cinque cerchi, così diverso dal torneo senza i marchi dei Giochi, non è la sua terra. Comunque finisca la sua straordinaria avventura nel tennis, qui gli sopravvive una statua che lo raffigura nel pieno dell’azione. L’Olimpiade va avanti senza Nadal, per i monumenti ci sono le piazze.

29 luglio 2024

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