Nadal, l'addio nella "sua" Coppa Davis dove non ha quasi mai perso
Rafa chiuderà la carriera nella competizione in cui ha vinto 29 partite su 30 in singolare. E giocherà in casa contro l'Olanda il 19 novembre
Francesco Sessa
11 ottobre - 10:18 - MILANO
Roger Federer si è ritirato nella neonata (e sua creatura) Laver Cup, competizione che punta al futuro, guardando in avanti come quando giocava aggressivo e cercava di imporre il proprio gioco, sempre propositivo. Rafael Nadal lascerà il tennis in Coppa Davis, scavando nella tradizione e nella sua storia personale, restando ancorato al suo passato come sulla linea di fondo quando, nelle sue difese eroiche, tirava su il muro e faceva impazzire gli avversari. Anche negli addii dei due amici/rivali si possono trovare agganci con la narrazione che vede contrapposti stili di gioco, attitudini in campo, volendo anche filosofie. Ecco che Rafa, glorioso e tenace come gli eroi del passato, si congederà in una competizione tradizionale, in cui ha scritto pagine di storia del tennis.
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La data è già segnata in rosso sul calendario: 19 novembre 2024. Tra poco più di un mese, la Spagna di Nadal (e Carlos Alcaraz) sfiderà l’Olanda nei quarti di finale di Coppa Davis. Inevitabile pensare a una sfrenata corsa ai biglietti per l’appuntamento di Malaga, dunque in terra spagnola: Rafa lascerà in casa, davanti al suo pubblico. In caso di successo, Nadal e compagni troverebbero poi in semifinale una tra Canada e Germania, con dunque una possibile sfida con l’Italia solamente in finale. Quando il nome di Rafa era uscito nella lista dei convocati, in molti avevano pensato a un possibile addio dal tennis a Malaga. E se è vero che Nadal non è più quello di un tempo e dunque appare più vulnerabile, è vero anche che dalla sua parte c’è un bilancio spaventoso nelle partite giocate in Coppa Davis in carriera, in singolare: 29 vittorie su 30.
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L’unico giocatore in grado di battere Rafa nella competizione è stato il ceco Jiri Novak nel 2004, quando Nadal non aveva ancora compiuto 18 anni ed era numero 40 del mondo. Era solamente la seconda partita dello spagnolo in Davis e da lì non avrebbe più fallito, contribuendo a regalare alla sua nazione ben cinque titoli: 2004, 2008 (ma non ha giocato in finale), 2009, 2011 e 2019, che è anche l’ultimo anno in cui Nadal ha giocato nella competizione trascinando i suoi al trionfo senza mai perdere un set in cinque partite, dalla fase a gironi fino alla finale vinta contro il canadese Denis Shapovalov. Il dato pazzesco è che per trovare l’ultimo set perso da Rafa in Coppa Davis bisogna tornare a una vita fa, alla finale contro Juan Martin del Potro nel 2011, partita comunque vinta in quattro parziali (ai tempi, era necessario vincere tre set e non due come adesso).
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Su 29 partite vinte in Davis, Nadal ne ha portate a casa addirittura 24 senza perdere un set e non è mai stato trascinato al parziale decisivo. Impressionante. E fin dalle prime sfide, era chiaro il valore di Rafa: emblematica la vittoria contro Andy Roddick in finale nel 2004, quando lo spagnolo era numero 50 del mondo e l’americano 2° nel ranking alle spalle di Federer. Negli anni, in Davis Rafa ha battuto altri campioni quali Novak Djokovic (2009) e Sascha Zverev (2018), oltre a grandi giocatori come Berdych, Tsonga, Gasquet, il già citato Del Potro. Sia sulla terra sia sul cemento ha sempre prevalso la legge di Nadal, capofila dell’epoca d’oro del tennis spagnolo che poteva contare anche su Ferrer, Verdasco e Lopez. Rafa in Davis è stato un animale raro, un fenomeno imbattibile. Tra poco più di un mese tornerà, e insieme lascerà. Sbattendo in faccia a tutti la sua storia da leggenda, anche quando c’era da difendere i colori spagnoli.