Rafa Nadal, addio al tennis: una carriera leggendaria sempre ai limiti
Federer e Nadal nel 2005, agli inizi della carriera (Photo by Thomas COEX / AFP)
La carriera di Nadal si può davvero definire leggendaria: 22 titoli del Grande Slam (secondo solo a Djokovic), di cui due Australian Open, due Wimbledon, quattro Us Open e ben 14 Roland Garros, dove ha debuttato nel 2005 e ha un incredibile record di 112 vittorie e 4 sconfitte, cui vanno aggiunti i dieci successi agli Internazionali d’Italia.
Vittorie e infortuni
Una carriera costellata anche di numerosi infortuni che lo hanno costretto a dare forfait in diverse occasioni. Del resto la cifra del suo tennis è stata sempre la fisicità portata all’estremo, oltre a uno spirito battagliero da agonista purissimo. Una delle sue vittorie più clamorose è stata quella all’Australian Open del 2022: reduce da un lungo infortunio, ha iniziato il torneo in sordina per arrivare alla finale contro Daniil Medvedev e riuscire a rimontare un match dove era sotto di due set lasciando letteralmente allibito il rivale russo.
Nello stesso anno, è passata alla storia anche la sua vittoria in rimonta a Wimbledon contro Taylor Fritz nonostante un infortunio all’addome che aveva indotto tutto il suo staff - padre compreso - a chiedergli di ritirarsi. Niente da fare, il guerriero Nadal ha assunto un antidolorifico ed è rimasto in campo a lottare fino alla vittoria. Salvo dover dare forfait in semifinale contro Nick Kyrgios. È stato il suo ultimo acuto prima dell’inevitabile declino.
Dominio assoluto sulla terra
Un’altra impresa che passerà alla storia è stata la finale di Wimbledon 2008 contro Roger Federer, vinta al quinto set dopo quasi 5 ore di gioco e diverse interruzioni per pioggia. Una rivalità, quella con Federer, che ha segnato tutta la sua carriera insieme a un rispetto reciproco coronato da un’amicizia vera: 24 a 16 per lo spagnolo il bilancio dei confronti diretti, grazie al suo predominio sulla terra rossa.
Quel «clay» dove Nadal si è sempre sentito il più forte, capace di sfinire gli avversari con le sue rotazioni esasperate, i recuperi impossibili, le maratone in campo. Un dominio assoluto quello sulla terra che ha messo in ombra specialisti come Dominic Thiem, David Ferrer o più recentemente Casper Ruud, costretti ad arrendersi alla indiscussa superiorità del maiorchino.