Nations League, Spalletti in conferenza: «Kean e Retegui anche ...
di Alessandro Bocci, inviato a Coverciano
Spalletti da Coverciano ha parlato di conferme da trovare contro Belgio e Francia. Le parole del ct in conferenza stampa
FIRENZE Luciano Spalletti davanti a un bivio. Contro Belgio e Francia, nel giro di una settimana, deve fare almeno un punto per centrare la qualificazione ai quarti di finale della Nations League. È il momento decisivo per la rinascita dopo un Europeo disastroso, e quanto visto tra settembre e ottobre è incoraggiante.
«Questa mattina ai giocatori ho fatto i complimenti. C’è un aumento della competitività, che fa bene a tutti e dà stimoli di crescita. Si vedono partite bellissime e incerte, come Inter-Napoli e squadre di livello più basso che danno filo da torcere a quelle più attrezzate. Per noi è solo un bene: c’è più scelta».
Dalla paura al riscatto. Qual è il significato di questo terzo raduno dopo l’Europeo?
«Che ci dobbiamo confermare. Stiamo dando seguito a quello che abbiamo fatto. Abbiamo mostrato alla squadra i grafici da cui si evidenzia il cambiamento rispetto alla Germania. Abbiamo ritrovato consapevolezza e forza. Siamo convinti di questo sistema tattico (il 3-5-2) all’interno del quale i giocatori sanno adattarsi a quello che propone l’altra squadra. Volendo cercare un titolo, abbiamo un gruppo di indisciplinati perfetti. Ognuno va a acchiappare quello che sente».
Che Nazionale sta nascendo?
«L’indice di pericolosità ci racconta che l’Italia è cambiata dopo l’Euro 2024. Siamo più pericolosi. Tiriamo di più e siamo rimasti più vicini all’area di rigore avversaria. Abbiamo triplicato le riaggressioni e il recupero sulle seconde palle».
Come sta Ricci che si è infortunato nel derby?
«Ricci va a casa perché abbiamo iniziato un rapporto di trasparenza con le società e on vogliamo rischiare di peggiorare un infortunio. Samuele difficilmente avrebbe recuperato per la prima partita, lui avrebbe stretto i denti ma sarebbe stato a rischio. Al suo posto viene Locatelli».
Alla Nazionale basta un punto. Obiettivo facile?
«Se ragionano così siamo perduti. Dobbiamo pensare che Belgio e Francia sono forti e ci stanno davanti nel ranking. Se uno pensa che sia facile, ha sbagliato a non darsi malato. Le partite sono difficilissime. I pensieri devono essere corretti e non presuntuosi».
Kean e Retegui, finalmente l’Italia ha risolto il problema del centravanti. «Possono giocare anche insieme. Kean è anche punta esterna, ha gamba da scorribanda, si lancia nello spazio da solo, crea problemi alle difese avversarie con forza e velocità, uno che fa reparto da solo. Mateo è più da area di rigore, bravissimo nella finalizzazione, sa tirare con le spalle girate. Lui è bravo a vedere dove non guarda. Kean ora però ha fatto vedere anche questo ed è completo. Però Kean ha un problema alla caviglia e va gestito. Eppoi durante la partita avere un’alternativa in panchina può essere importante».
Kean ha segnato sotto i suoi occhi?
«La sua crescita assomiglia a quella della Nazionale ed è stata piuttosto veloce. Moise manda un messaggio forte quando gioca».
Nazionale sempre più giovane con Comuzzo e Savona?
«Comuzzo è attento, fisico, un calciatore pulito che sa anche impostare. Ha personalità nonostante sia giovanissimo. A noi fa piacere avere ragazzi che si mettono in mostra, non vogliamo avvilire il talento. Il talento non è solo in attacco, ma anche in difesa. Talento è limitare l’attaccante avversario. Comuzzo come Vierchowod? Dobbiamo stare attenti a non farli diventare presuntuosi. Serve fare attenzione. Nel nome gli assomiglia, nelle scorribande gli auguro di diventarlo. Savona sono curioso di conoscerlo. È un emergente, sa spingere e sa fare il terzo difensore, posso intercambiarlo con Di Lorenzo. Ha grandi doti calcistiche e umane».
Cosa ne pensa di quanto sta succedendo alla sua Roma?
«Dispiace perché ci sono stato tanto tempo, mi sono innamorato di tante cose e ho dato tutto me stesso. Trovo riduttivo parlare adesso di quello che sta succedendo. Penso però che abbiano la squadra per poter mettere a posto il campionato.
In Nazionale sta avvenendo un cambio generazionale?
«Sto facendo quello che avevo detto dopo la Svizzera. Se si decide di rimanere, qualche idea bisogna pur averla. E per quello che si è visto sino adesso l’abbiamo indovinata».
Cosa può fare il calcio davanti alle tragedie del mondo?
«Fare vedere di essere persone sensibili e quando si può sostenere e aiutare in qualsiasi modo chi ha bisogno. E non essere troppo superficiali. Dobbiamo essere seri e non bambini viziati. Il calcio si potrebbe usare per altre cose, ma bisogna rifare gli stadi. Non si può stare in questa situazione. Siamo indietro, bisogna mettersi al passo come calcio giocato ma anche con le infrastrutture».
Le assenze di Calafiori e Ricci quanto sono gravi e come può cambiare l’Italia?
«Non sono preoccupato. Bastoni nell’Inter è un attaccante aggiunto come Calafiori. Buongiorno l’ho apprezzato contro Thuram e Lautaro. Eppoi Gatti, che vedo in crescita. C’erano dubbi sulle sue qualità in fase di impostazione, invece è migliorato. A centrocampo ci sono Rovella e Locatelli, che stanno facendo benissimo. Loca non l’ho portato perché non faceva alcune cose che adesso fa. Rovella merita la convocazione per quello che fa nella Lazio».
11 novembre 2024 ( modifica il 11 novembre 2024 | 18:20)
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