Niclas Fullkrug, centravanti

15 giorni ago

La storia dell’attaccante tedesco che ha segnato al PSG.

Niclas Füllkrug è alto e grosso, porta la barba e gli manca un dente. Prima delle partite per caricarsi ascolta Eye of the tiger, la canzone di Rocky III; quando segna mostra il bicipite. Se per un fumetto doveste disegnare un centravanti tedesco nella parte del cattivo, probabilmente sarebbe molto simile a lui, magari con una benda da pirata sull’occhio. Ieri, per la prima volta nella sua vita, giocava una semifinale di Champions League, un contesto che – all’apparenza – non dovrebbe appartenergli. 

Ma, lo sappiamo, l’apparenza inganna e Füllkrug si è rivelato decisivo. Non ha fatto niente di speciale, non ha incantato i serpenti come Sancho, macinato i chilometri come Adeyemi. In una partita che si è trascinata tra grandi giocate e errori tragici, Füllkrug ci ha ricordato l’essenzialità del suo ruolo: avere una palla buona e saperne ricavare un gol. Lo ha fatto anche con stile, uno stile forse un po’ antico, ma riconoscibile. Con il braccio ha chiamato il lancio di Schlotterbeck e poi ha attaccato la profondità. Attaccare la profondità, un’arte semplice, ma che richiede mestiere. Una volta che il pallone gli è arrivato, poi, è stato delicato abbastanza da addomesticarlo col sinistro tenendolo lontano Lucas Hernandez e violento a sufficienza da scaraventarlo alle spalle di Donnarumma. La rete non ha fatto lo stesso rumore tremendo che fece quando fu Haaland a segnare nello stesso stadio, con la stessa maglia, contro la stessa squadra, ma insomma. 


«Proprio lui, il centravanti di sfondamento», ha urlato Piccinini in telecronaca subito dopo il gol, e non è chiaro se fosse un complimento o una sottile presa in giro. Cosa intendiamo per centravanti di sfondamento? Negli anni ‘80 era stato usato come titolo per una di quelle commedie sexy all’italiana e forse Piccinini lo ha usato più che altro per distinguerlo: in semifinale di Champions League ci sono i centravanti forti e poi c’è lui, Füllkrug, il centravanti di sfondamento, che è non è che gioca, sfonda. 

Non è che avesse tutti i torti, se ci pensate. Dall’altra parte il centravanti era Kylian Mbappé, uno che a metterlo vicino a Füllkrug non sembra far parte neanche della stessa specie, una differenza che si acuisce guardando il curriculum e il conto in banca. Nell’altra semifinale non è che fosse poi così diverso: un centravanti era Harry Kane, che giocando nello stesse identiche competizioni di Füllkrug ha segnato il triplo dei gol (43 a 15 finora in stagione), mentre nel Real Madrid il centravanti neanche c’è, sarebbe solo un impiccio. Anche se ci allunghiamo un po’, aggiungiamo Haaland, Lewandowski, ma anche Gabriel Jesus, Lautaro, Osimhen; tutti hanno una carriera più limpida di Füllkrug perché banalmente da centravanti, per arrivare in cima, non c’è altra strada che essere un fenomeno.

Füllkrug invece ha 31 anni e fino a due anni fa la sua vita era molto simile alla sua immagine. Un sali e scendi tra Bundesliga e Zweite Liga, le operazioni al ginocchio, una decina di gol a stagione, quando va bene quindici. Un centravanti sì di sfondamento, ma soprattutto di categoria, in quel senso quasi spirituale che esiste nel calcio e da cui è quasi impossibile issarsi (altrimenti non si chiamerebbero categorie). Poi tutto era cambiato rapidamente e all’improvviso, anche troppo rapidamente: una stagione da 19 gol in Zweite Liga con il Werder Brema, la promozione, un inizio fulminante in Bundesliga. Nelle prime 13 partite segna 10 gol, sta tirato come non mai. Segna bene, ma non si limita a quello: sui duelli aerei è una furia e spalle alla porta mostra una sensibilità non banale. Secondo questo articolo della Bild, il suo segreto è aver messo su 7 chili di muscoli. «Di solito sono uno dei primi ad arrivare al campo e spesso ci resto a lungo dopo l’allenamento», ha detto lui, nella più classica delle storie di riscatto che partono dalla palestra.


Il soprannome di Füllkrug è Lücke, buco. Gliel’ha dato Marko Arnautovic quando si è affacciato in prima squadra col Werder Brema. Il dente gli manca da quando è ragazzino e, nella sua idea, coi primi soldi da professionista voleva mettersene uno finto. Poi i tifosi hanno iniziato a chiamarlo Lücke nei loro cori, sugli striscioni. Dice che tutti lo chiamavano così, che aveva sostituito il suo cognome e allora quel buco se l’era tenuto: a ognuno la sua riconoscibilità. È curioso, visto che l’altro suo soprannome o comunque storpiatura del cognome è Fülle, che vuol dire pieno.

E Füllkrug un buco l’ha riempito: quello di centravanti della Nazionale tedesca. Il suo momento di forma eccezionale è coinciso proprio con le convocazioni per il Mondiale in Qatar e in Germania non c’era un centravanti migliore di lui. Flick aveva provato soluzioni alternative, ma alla fine Füllkrug va bene per tutte le stagioni, una sicurezza. «Le parole non ti portano da nessuna parte, i fatti sì» aveva detto lui, saputa la notizia. L’esordio era arrivato nell’ultima amichevole prima del Mondiale, poi in Qatar aveva giocato pochi minuti e segnato due gol contro Spagna e Costa Rica. Oggi sono diventati 11 in 15 presenze, raramente da titolare: all’Europeo si giocherà il posto con Kai Havertz, due che sono come il giorno e la notte per quanto riguarda le caratteristiche. Uno, magari, può farti vincere l’Europeo associandosi con Wirtz e Musiala, ma può anche sbagliare tutte le occasioni. L’altro è Füllkrug: sai quello che compri. 

Ma dicevamo, la partita di ieri. Se il gol è lo zenit, intorno c’è molto altro. Füllkrug è passato al Borussia Dortmund all’ultimo minuto del mercato estivo. Sébastien Haller non aveva dato garanzie nelle prime giornate della nuova stagione e viene da problemi fisici non banali, la crescita di Youssoufa Moukoko, che doveva essere, lui sì, un 9 da Borussia Dortmund, si è arrestata in maniera quasi brutale. Così, in mancanza di altro, era arrivato Füllkrug. La sicurezza fatta essere umano. Nel Borussia di Terzic ha dovuto anche cambiare stile di gioco: non più centravanti di squadre che calciano lungo, ma più una strana forma di rifinitore.

Nelle loro trame può capitare che i compagni lo cerchino in zone centrali del campo, lui allora deve difendere il pallone, spesso spalle alla porta, e poi smistarlo in maniera semplice ma efficiente. Subito dopo il primo gol, il Borussia è andato molto vicino al secondo. Un’azione che si è sviluppata grazie a due passaggi intelligenti di Füllkrug; il primo per cambiare campo verso Maatsen tutto solo, il secondo un appoggio al volo dopo il controllo di ginocchio che avrebbe avuto gloria se Sabitzer fosse stato più preciso nella sua girata. I tifosi del Milan forse si ricorderanno di lui per il passaggio di prima con cui aveva avviato l’azione del secondo gol del Borussia Dortmund nella sfida decisiva dei gironi. Füllkrug in questa Bundesliga ha segnato 23 gol in meno di Kane, ma ha lo stesso numero di assist dell’inglese, 9.  

Füllkrug

Forse però questa sponda di petto è la giocata più indicativa delle caratteristiche di Füllkrug.

Non voglio dire che Füllkrug sia un fenomeno e che il calcio tedesco non l’ha capito fino a oggi. Sempre lui, nel secondo tempo, si è divorato un gol dopo un’azione stupenda di Sancho. Sul cross teso che lo ha trovato solo a centro area non è riuscito a coordinarsi in tempo, colpendo con lo stinco invece che con il piede in maniera particolarmente goffa. L’agilità non è il piatto forte della casa come avrete capito e, se in area di rigore si muove indubbiamente bene – il gol di testa segnato all’Atletico Madrid è uno dei gol di testa più belli della stagione – ci sarà un motivo per cui non è mai andato oltre i 20 gol in stagione.


Inoltre è un centravanti che ti costringe a un gioco monotematico perché non ha molte sfumature, non può arretrare e fare il trequartista come Kane, non ha la progressione o l’istinto per il gol di Haaland e non può allargarsi per ricevere sull’esterno. In una stagione in cui però il Borussia Dortmund ha perso molte delle sue certezze di squadra straripante di talento – prima dell’arrivo di Sancho a gennaio, parlando proprio in purezza, quanti giocatori del Borussia considerereste di altissimo livello come tecnica individuale? – Füllkrug è appunto una sicurezza, un corpo che si immola, a cui lanciare palloni, far spiovere cross. Ieri, forse, senza l’astuzia di Nuno Mendes che l’ha spinto, avrebbe segnato anche un secondo gol, di testa, dopo aver preso posizione davanti all’avversario.

Forse il gol al PSG rimarrà l’apice della carriera di Füllkrug, forse sarà anche inutile perché a Parigi bisognerà difendere un vantaggio striminzito, e la partita di ieri ha dimostrato che ai francesi basta poco per far male alla difesa del Borussia. Forse invece Füllkrug sarà un pesce fuor d’acqua in una finale di Champions a fine maggio e poi nei momenti più caldi dell’Europeo in estate. Goffo, senza un dente, ma presente, sicuro, affidabile. In una parola: tedesco. 

Marco D'Ottavi è nato a Roma, fondato Bookskywalker e lavorato qui e là.

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana