Notre Dame riapre la porte, per capi di stato e fedeli
Arti visive
di Marina Mojana
7 dicembre 2024
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L’arcivescovo di Parigi Laurent Ulrich ha battuto per tre volte con il suo pastorale la porta chiusa della cattedrale e il popolo di Notre Dame gli ha risposto cantando tre volte «Alzate, o porte, la vostra fronte, alzatevi, soglie antiche, ed entri il re della gloria. Chi è questo re della gloria? Il Signore forte e valoroso è il re della gloria» (dal salmo 23). Le porte, dopo cinque anni, si sono aperte. Mentre Monsignor Ulrich avanzava lungo la navata benedicendo, il grande organo si è risvegliato e nella cattedrale è risuonato il Magnificat, la preghiera della Vergine Maria.All’inaugurazione c’erano tutti, una cinquantina fra capi di Stato e teste coronate per non perdere un evento memorabile: la riapertura della basilica dei parigini, monumento storico di Francia dal 1862 e patrimonio dell’umanità dell’UNESCO dal 1991, andata in gran parte distrutta durante l’incendio scoppiato nella notte tra il 15 e il 16 aprile 2019.Per più di cinque anni 250 aziende e circa duemila artigiani - roofer, carpentieri, lattonieri, doratori, scultori e persino architetti - si sono mobilitati in questo «cantiere del secolo», come lo ha definito Emmanuel Macron durante la visita di fine novembre. Un progetto di ricostruzione che ha mosso i primi passi mettendo in sicurezza il monumento sfigurato, giungendo infine all’installazione della nuova guglia e alla statua di un gallo d’oro dalle ali fiammeggianti che la supera. Per ricostruire la nuova struttura della navata sono state utilizzate mille e trecento querce, si sono fuse nuove campane e realizzate nuove vetrate in sostituzione di quelle ottocentesche progettate da Viollet-le-Duc.Antoine Dollmann, falegname di Willer-sur-Thur nell’Alto Reno, ha abbattuto le querce con un’ascia e le ha trasformate in travi, come facevano i maestri costruttori del XII secolo. «Non siamo più in molti a padroneggiare queste tecniche» confidava un anno fa a France Bleu. «Ci rendiamo conto che facciamo parte di un progetto eccezionale», commentava commosso Mayenne Mickaël Renaud, proprietario di una segheria a Craon e una delle poche persone in Francia che sa segare tronchi d’albero così lunghi (da 18 a 25 metri). «È il progetto della mia vita», aggiungeva Aurélien Lefèvre, direttore di un’impresa di falegnameria a Simulé, mentre Richard, fondatore di Lemer a Loroux-Bottereau nella Loira Atlantica, incaricato di riprodurre le creste di piombo e un arabesco vegetale alto un metro (per 370 kg di metallo) si entusiasmava affermando «Non sono in molti a vederlo, ma è bellissimo». La maggior parte delle imprese selezionate per la ristrutturazione di Notre-Dame hanno dovuto assumere personale e questo progetto ha permesso loro di essere molto più attraenti per i giovani: dipinti da restaurare, sculture da integrare, nuovi doccioni da progettare, campane da pulire, l’organo da decontaminare, lampadari da restaurare, mobili da fabbricare. «I benefici di questo progetto risuoneranno negli anni a venire» chiosa il falegname François Asselin, a capo delle piccole e medie imprese di Francia (CPME).I festeggiamenti dureranno fino al 15 dicembre e i visitatori potranno entrare nella più importante chiesa gotica di Parigi a partire dalle ore 15.30 di lunedì 9 dicembre. Nella prima settimana la cattedrale sarà aperta al pubblico dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 22.00, sabato e domenica dalle 15.30 alle 20.00. Dal 16 dicembre la Notre Dame tornerà alla vita normale, con apertura dalle 7.45 alle 19.00. L’accesso sarà possibile anche senza prenotazione, ma i tempi di attesa potrebbero essere molto lunghi.
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