Salvini attende il verdetto nel processo Open Arms: rischia una ...

7 ore ago
Open Arms processo Salvini

I giudici di Palermo giudicano venerdì il caso del 2019 che ha coinvolto l'allora ministro dell'Interno Matteo Salvini e la nave dell'ong Open Arms con 147 migranti a bordo. In aula "a testa alta", ha promesso il vicepremier italiano

Dopo tre anni, 24 udienze e 45 testimoni ascoltati in aula, è previsto per questo venerdì a Palermo il verdetto del processo Open Arms a carico di Matteo Salvini. Non si tratta di una sentenza qualunque: il vicepresidente del Consiglio italiano rischia una condanna fino a sei anni di carcere.

Salvini è imputato per sequestro di persona per avere impedito a 147 migranti di sbarcare sull'isola di Lampedusa nel 2019. Il leader della Lega, ministro dell'Interno all'epoca dei fatti, ha promesso di entrare in aula a “testa alta” e che non si dimetterà se verrà giudicato colpevole.

“Se dovessi essere condannato”, ha detto Salvini, “sarebbe una grande sconfitta per l'Italia e per l'Europa” dal momento che difendere i confini non è da ritenersi un reato.

Il gruppo Patrioti per l'Europa ha difeso l'operato del politico italiano, mentre i leghisti si sono detti pronti a scendere in piazza se il loro leader sarà condannato.

Simonetta Matone, deputata della Lega al Parlamento italiano, ha espresso la speranza di un'assoluzione ma ha dichiarato che, in caso di condanna, “risponderemo utilizzando i meccanismi previsti dallo Stato di diritto e dal sistema dei ricorsi”, aggiungendo che “saranno prese in considerazione anche ripercussioni politiche in caso di condanna”.

Qual è la posizione della ong Open Arms nel processo di Salvini

La ong spagnola Open Arms, la cui nave aveva soccorso i migranti in mare, attese più di due settimane prima di potere sbarcare le persone a bordo.

L'avvocato italiano di Open Arms, Arturo Salerni, ha respinto le affermazioni rese dal leader della Lega secondo cui avrebbe difeso i confini dell'Italia, aggiungendo che in qualità di ministro dell'Interno Salvini avesse il dovere di proteggere i diritti umani delle persone a bordo.

“Abbiamo cercato la verità per capire cosa fosse successo all'epoca e siamo molto soddisfatti che, grazie alle testimonianze e dopo tutti questi anni, sia emersa una verità fondamentale", ha detto a Euronews Valentina Brinis, Advocacy Officer di Open Arms, "salvare vite non è un crimine ma un dovere per tutti noi”.

Open Arms si è costituita parte civile nel processo, sostenendo che a causa di quanto accaduto le sue operazioni di soccorso hanno subito una significativa battuta d'arresto e respingendo le affermazioni di Salvini e dei suoi sostenitori secondo cui il processo è “politicamente motivato”.

Lo stesso fondatore e direttore dell'organizzazione Oscar Camps è atteso all'udienza di venerdì. In caso di condanna, Salvini potrà ricorrere in appello in un processo che potrebbe durare anni prima di arrivare a un verdetto definitivo.

Ma la sentenza attesa venerdì, oltre agli interessi di un imputato eccellente, riguarda anche la questione di fondo di cosa debba avere la precedenza tra le politiche nazionali di protezione delle frontiere e il rispetto dei diritti umani.

Un punto molto dibattuto a Bruxelles, su cui la decisione dei giudici di Palermo potrebbe dare un'indicazione significativa tanto all'Italia che all'Europa.

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