Ue, comanda Orban: veto a soldi in più per l'Ucraina, veto per la ...

15 Dic 2023
Orban

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Michel: «L’accordo sulla revisione del bilancio Ue è stato sostenuto da 26 leader ma un altro leader non lo ha fatto»

dal nostro corrispondente Beda Romano

15 dicembre 2023

Orban: Su Kiev decisione sbagliata

2' di lettura

BRUXELLES – È terminato con un nulla di fatto il negoziato notturno tra i capi di Stato e di governo dell’Unione europea su una revisione del bilancio comunitario 2021-2027. L’Ungheria ha bloccato l’adozione di nuovi aiuti all’Ucraina, come annunciato prima del vertice dal premier ungherese Viktor Orbán. I leader riprenderanno le discussioni stamani nel quadro della seconda giornata del vertice, ma della questione finanziaria torneranno ad occuparsi in gennaio.

Il diktat di Orban

«Torneremo sull’argomento all’inizio di gennaio» in occasione di un nuovo vertice, ha dichiarato nel cuore della notte il presidente del Consiglio europeo Charles Michel. “Ci sono 26 Paesi che hanno dato il loro via libera. Al momento non c’è un accordo con l’Ungheria, ma sono fiducioso che ci riusciremo l’anno prossimo”, ha aggiunto il primo ministro olandese Mark Rutte. La Commissione europea ha proposto 50 miliardi di nuovi aiuti finanziari per sostenere Kiev nella sua guerra contro Mosca.

Il dato politico emerso dal vertice è significativo, tenuto conto delle crescenti difficoltà dell’Ucraina a contrastare le forze armate russe nel suo conflitto contro la Russia e mentre anche il Congresso americano sta bloccando 60 miliardi di dollari in nuovi aiuti. Tra le altre cose, il premier Orbán ritiene che l’Unione europea non dovrebbe dare a un paese non comunitario così tanti soldi, senza avere un controllo sufficientemente efficace sul modo in cui il denaro è speso.

Il negoziato di adesione

In precedenza, i Ventisette si erano messi d’accordo per aprire il negoziato di adesione con l’Ucraina, nonostante la contrarietà della stessa Ungheria. La stessa decisione era stata presa a favore della Moldavia. Alla Georgia, i Ventisette avevano invece concesso lo status di paese candidato, mentre alla Bosnia-Erzegovina erano state date assicurazioni sulle sue prospettive di adesione alla UE. Oggi, nella seconda giornata di summit, i capi di Stato e di governo discuteranno tra le altre cose di Medio Oriente e migrazione.

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