Orso Maria Guerrini, la truffa da 4 miliardi: «Quello che ho ...
Il nome di Orso Maria Guerrini potrebbe sembrare, soprattutto ai più giovani, sconosciuto. Ma il discorso cambia se si aggiunge il riferimento al famoso "baffo", volto celebre per la pubblicità della Birra Moretti. L'attore, di nobili origini, è coinvolto da vent'anni in una lunga battaglia legale per il recupero del palazzo di famiglia a Cesena. Il Palazzo Guerrini-Bratti, venduto sottocosto dal conte Leone Francesco Guerrini, è stato al centro di una truffa orchestrata dal factotum dello zio. Dopo anni di cause, l'attore ha ottenuto il riconoscimento della nullità dell'atto di vendita, ma a caro prezzo: «Tutto quello che ho guadagnato dalla famosa pubblicità televisiva l'ho praticamente speso in cause», ha confessato.
Orso Maria Guerrini, la truffa del palazzoTutto è cominciato oltre vent'anni fa, quando Orso Maria Guerrini scoprì che lo zio, il Conte Leone Francesco Guerrini, aveva venduto la nuda proprietà del prestigioso Palazzo Guerrini-Bratti a Cesena a un prezzo irrisorio.
La vendita, avvenuta agli inizi degli anni Duemila, fu stipulata a 1,4 miliardi di lire, ben al di sotto della valutazione bancaria di oltre 4 miliardi. Non solo un considerevole valore economico, ma anche affettivo per il palazzo di famiglia teatro dell'infanzia dell'attore: «Ci andavo sempre da bambino, mio padre è cresciuto lì», ha raccontato a Repubblica. Le indagini portarono alla luce un vero e proprio scandalo: il factotum dello zio, che deteneva la delega su un conto corrente aperto a nome del Conte a sua insaputa, aveva sistematicamente svuotato il conto su cui venivano versate le rate dell'immobile. «Il Conte, mio zio, aveva anche venduto per 700 milioni una tenuta di campagna a copertura di fideiussioni aperte a favore del factotum, cosa di cui non ci aveva mai parlato, forse per pudore», ricorda amareggiato Orso Maria Guerrini.
La battaglia legaleLa scoperta segna l'inizio di una serie di cause legali durate vent'anni e alle quali ha posto fine la sentenza che ha riconosciuto la nullità dell'atto di vendita e decretato la restituzione dell'immobile alla famiglia. Una vittoria che, però, non ha restitutio alla famiglia le rate versate sul conto dello zio, completamente prosciugato e Guerrini ha dovuto affrontare enormi spese: «A questa vicenda ho dedicato ogni energia, purtroppo anche economica. Tutto quello che ho guadagnato dalla famosa pubblicità televisiva l'ho praticamente speso in cause».Nonostante il recupero del palazzo, la vicenda ha segnato profondamente l'attore, sia a livello economico che personale. «Oltre al valore affettivo del palazzo di famiglia c'è il senso di ingiustizia accumulato in questi anni», spiega Guerrini. La sua notorietà, derivata dalle pubblicità della Birra Moretti, ha attirato ulteriore attenzione mediatica sulla vicenda: «Penso anche che questa fastidiosa attenzione mediatica non ci sarebbe stata se io non fossi stato il famoso “baffo” della réclame». Ora, con il palazzo finalmente prossimo alla vendita, Guerrini spera di poter chiudere definitivamente questo capitolo doloroso della sua vita.