Palio di Siena, alle orgini di una tradizione

Quello che viene genericamente definito “Palio di Siena” si riferisce in realtà a due eventi diversi, seppur legati fra loro: il Palio della madonna di Provenzano e il Palio dell'Assunta. Ma partiamo dall'inizio. Il termine “palio” viene dal latino pallium, che significa drappo. Questo era infatti il premio destinato al vincitore di una gara rionale di corsa con cavalli ma anche con cavalle, bufale, asini e mule.

Palio di Siena - Figure 1
Foto Storica National Geographic

La processione delle contrade in piazza del Campo a Siena. Vincenzo Rustici, collezione privata

Foto: Dea / Scala, Firenze

Tali competizioni si tenevano un po' ovunque nel centro-nord della penisola in occasione delle feste patronali, e vedevano sfidarsi i rappresentanti dei quartieri o delle contrade cittadine. Il tanto ambito pallium, chiamato a Siena anche Drappellone o Cencio, era un drappo di tessuto prezioso (velluto, broccato o damasco) finemente ricamato con filo d'oro e d'argento e impreziosito da frange, fregi e altri elementi di valore o da pelliccia di vaio, uno scoiattolo siberiano il cui vello era utilizzato per confezionare nel Medioevo i mantelli degli aristocratici.

Alle origini dei palii senesi

La più antica attestazione di un palio senese risale a un documento del 1239: si tratta di una multa di quaranta soldi inflitta ad un certo Ristoro di Bruno di Cigurda (o Ciguarde), reo di aver rifiutato il premio di scherno, un maiale che veniva assegnato all'ultimo classificato. Il palio più antico si teneva il 15 agosto in occasione della festa della madonna dell'Assunta, regina della città, ed era detto “alla lunga”: il percorso, infatti, partiva da fuori le mura per poi entrare in città, attraversando di gran carriera le strette vie del borgo medievale fino ad arrivare davanti al duomo. Il via veniva dato dopo la cerimonia dell'offerta dei ceri alla vergine Maria da parte delle città e delle terre sottomesse.

La connotazione originaria della corsa era di natura aristocratica e non si limitava agli abitanti delle contrade: a partecipare erano infatti i destrieri appartenenti ai grandi signori della penisola come i Medici, i Gonzaga, i Borgia, i Malatesta, solo per fare alcuni nomi. A montare i cavalli erano invece fantini (ragacii) dai nomi evocativi: Furaboscus Pieri da Cremona, Fallatutti Factinanzi, Tremalmondo da Ferrara, Setachiappo Barilis da Montefiascone, Pestaguerra e altri similari. Quello dell'Assunta non era l'unico palio organizzato in periodo rinascimentale: altri erano dedicati ai beati Ambrogio Sansedoni e Agostino Novello, a santa Maria Maddalena e a san Pietro Alessandrino, ma non ebbero seguito in epoca successiva.

Palio di Siena - Figure 2
Foto Storica National Geographic

Bernardino Capitelli, "Palio alla tonda" corso in piazza probabilmente nel 1633

Foto: Pubblico dominio Il Palio “alla tonda”

I rischi legati al Palio “alla lunga” erano alti, tant'è vero che nel regolamento del 1262 un articolo esonera da conseguenze penali i fantini responsabili di morti e ferimenti non intenzionali in sede di competizione. In ogni caso, per limitare i danni di una gara estremamente pericolosa, all'inizio del XVII secolo questo tratto venne abbandonato in favore del palio “alla tonda”, che si sarebbe corso da quel momento in avanti attorno alla piazza del Campo, ancora oggi protagonista del Palio.

Il primo documento scritto che testimonia questa variazione di percorso risale al 2 luglio 1652. La data coincide con le festività dedicate alla madonna di Provenzano. Provenzano era un quartiere malfamato, dove abbondavano case da gioco e locali equivoci. La leggenda narra che durante l'occupazione spagnola di Siena (1554) un soldato dell'esercito occupante avrebbe sparato ad una statua in terracotta della vergine collocata nel quartiere. Secondo alcune versioni, l'arma gli sarebbe scoppiata in mano uccidendolo, secondo altre, pentito, si sarebbe infine convertito. A ogni buon conto, il Palio del 2 luglio venne organizzato proprio per onorare l'episodio. Il passaggio dal Palio “alla lunga” a quello “alla tonda” coincise inoltre anche con un ruolo più attivo da parte della componente popolare nella partecipazione alla festa, che fino a quel momento aveva visto l'aristocrazia come maggior protagonista. Sarebbero state da qui in avanti le contrade a scegliere autonomamente il proprio fantino.

Palio di Siena - Figure 3
Foto Storica National Geographic

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Il Palio dell'Assunta

Nel 1701 il Palio della madonna di Provenzano fu vinto dalla contrada dell'Oca. In quell'occasione i vincitori proposero una rivincita alle altre contrade. Si decise dunque di correre in occasione dell'Assunta, ma dal momento che il 15 agosto era all'epoca ancora attivo il Palio alla lunga, si decise di spostare la corsa al 16 agosto, data rimasta fino ai giorni nostri. Nella prima edizione fu la contrada della Chiocciola a conquistare il Palio dell'Assunta. L'idea della rivincita in occasione dell'Assunzione piacque a tutti e nel 1703 fu l'Onda a lanciare la sfida, seguita negli anni successivi dalle altre contrade. In questo periodo la frusta di soatto, con diverse frange e per questo più dolorosa, venne vietata e sostituita dal nerbo di bue, un frustino ricavato da un fallo o da un tendine essiccato dell'animale. L'unico caso di pareggio risale al 1713, anno in cui le contrade di Onda e Tartuca si divisero il premio.

Un fantino corre in piazza del Campo nell'edizione del Palio dell'Assunta del 2022

Foto: Cordon Press

Nel 1721 i regolamenti decisi anno per anno vennero sostituiti da un regolamento definitivo in sedici punti che prevedeva, fra l'altro, che a correre fossero di volta in volta dieci contrade, estratte a sorte, dal momento che gli spazi erano ristretti e far correre tutti avrebbe aumentato il rischio d'incidenti. Ancora oggi questa regola resta valida. Le storiche contrade cittadine sono diciassette: l'Aquila, il Bruco, la Chiocciola, la Civetta, il Drago, la Giraffa, l'Istrice, il Leocorno, la Lupa, il Nicchio, l'Oca, l'Onda, la Pantera, la Selva, la Tartuca, la Torre e il Valdimonte.

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