Il Papa ha visitato Emma Bonino nella sua casa romana - dal profilo twitter di Emma Bonino
Al termine di uno dei suoi dialoghi con il Papa a Santa Marta – dei quali dava poi conto su Repubblica, non senza qualche licenza – Eugenio Scalfari riferì che il Papa lo accompagnò fino all’auto che l’avrebbe riportato a casa, e che rimase a salutarlo finché la vettura girò un angolo e lo nascose alla vista. Un dettaglio di premura umana che commosse il giornalista – com’egli stesso confessò – sino alle lacrime. Era il segno che dentro una relazione nata attorno al confronto culturale era emerso un fattore irresistibile di prossimità cordiale che non aveva tardato a mettere da parte le distanze per far cogliere uno sguardo tutto evangelico sull’uomo. È lo stile di papa Francesco, ma si può dire che è lo stile del cristiano: saper cercare e vedere le persone oltre ciò che divide.
Non c’è dubbio che nella visita a sorpresa del Papa a casa di Emma Bonino, appena dimessa dopo un ricovero che le aveva fatto temere il peggio per una crisi respiratoria, si colga la stessa attenzione alla persona, alla sua realtà concreta. Le divergenze sulle rispettive convinzioni non vengono certo cancellate da un gesto che ha il sapore di una vicinanza sempre preziosa quando si sperimenta la malattia e il proprio limite. La foto di Francesco e della storica leader radicale attorno a un tavolino entrambi in sedia a rotelle mostra la condivisione della fragilità fisica, il simbolo di una fraternità che non si lascia imprigionare dalle appartenenze e dalle identità, che evidentemente restano.
Il Papa con una passante davanti alla casa di Emma Bonino - Ansa
Emma Bonino, che aveva ingaggiato una lunga battaglia contro il cancro ed era stata dichiarata guarita un anno fa, è stata dimessa il 30 ottobre dalla struttura sanitaria dove si trovava dopo un primo ricovero all’ospedale Santo Spirito di Roma. Fonti di Più Europa, il suo partito, riferiscono di «una visita di cortesia inaspettata e una piacevole sorpresa». Quando il Papa è uscito dalla casa romana dell’esponente radicale a Campo de’ Fiori molte persone si sono fermate per salutarlo chiedendogli anche come ha trovato la Bonino: «Benissimo», ha risposto Francesco.
Il Papa ed Emma Bonino si erano incontrati più volte negli anni scorsi intessendo un dialogo soprattutto sul tema dei migranti. Tanto che Francesco nel 2016 aveva detto che Bonino «ha offerto il miglior servizio all’Italia per conoscere l’Africa». E sulla grande distanza delle sue idee rispetto al magistero della Chiesa su temi come l’aborto – al quale Francesco ha dedicato ripetuti interventi con parole molto chiare, anche di recente – il Papa aveva risposto: «Pazienza, bisogna guardare alle persone, a quello che fanno».
Cosa produca negli interlocutori il suo sguardo diretto al cuore lo riferisce la stessa Bonino: «Con enorme sorpresa e piena di emozione, Sua Santità mi ha fatto una graditissima visita. Di papa Francesco emerge sempre l’aspetto umano straordinario» ha fatto sapere, aggiungendo che il Papa le ha donato «un meraviglioso mazzo di rose e dei cioccolatini. Sono rimasta molto colpita dalla forza e comprensione dimostratami già dal suo saluto “cerea” tipico piemontese, per le nostre origini comuni. E avermi detto di essere “un esempio di libertà e resistenza” mi ha riempito di gioia».
È l’apostolato personale del Papa e insieme la testimonianza vivente del suo magistero – la “Chiesa in uscita” –, quel farsi vicino a tutti senza l’ombra di un pregiudizio, che va in cerca delle persone e non le attende al riparo delle proprie certezze: «Di frequente – ha scritto Francesco nella Evangelii gaudium – ci comportiamo come controllori della grazia e non come facilitatori. Ma la Chiesa non è una dogana, è la casa paterna dove c’è posto per ciascuno con la sua vita faticosa». Ieri Francesco ce l’ha spiegato di persona.
«Con enorme sorpresa e piena di emozione, Sua Santità mi ha fatto una graditissima visita. Di papa Francesco emerge sempre l’aspetto umano straordinario» ha fatto sapere Emma Bonino, che ha aggiunto che il Papa le ha donato «un meraviglioso mazzo di rose e dei cioccolatini. Sono rimasta molto colpita dalla forza e comprensione dimostratami già dal suo saluto “cerea” tipico piemontese, per le nostre origini comuni. E avermi detto di essere “un esempio di libertà e resistenza” mi ha riempito di gioia».