Papa Francesco: "È un peccato grave sfruttare i più deboli, si ...

22 ore ago

“È un peccato grave sfruttare i più deboli, un peccato grave che corrode la fraternità e devasta la società. Noi, discepoli di Gesù, vogliamo portare nel mondo il lievito del Vangelo: Dio al primo posto e insieme a Lui coloro che Egli predilige, i poveri e i deboli” scrive Papa Francesco in un post su X, account Pontifex.

Papa Francesco - Figure 1
Foto Rai News
Ai giovani: “Triste vedere un uomo o una donna che vive la sua vita nella superficialità”

Prima, ricevendo in udienza i membri del Consiglio nazionale dei Giovani, il Pontefice, parlando a braccio, aveva detto che “è triste vedere un uomo o una donna, giovane, che vive la sua vita nella superficialità. È molto triste...”. Il Santo Padre ha esortato a non temere le sfide e le difficoltà che si incontrano nel lavoro e a non avere “paura di attraversare anche i conflitti. I conflitti ci fanno crescere. Ma non dimenticate che il conflitto - ha sottolineato ancora - è come un labirinto: dal labirinto non si può uscire da soli, si esce in compagnia di un altro che ci aiuti”, “lasciatevi aiutare dagli altri. E sempre guardare in alto perché, la vita non sia un giro labirintico, che uccide la gioventù”.

Papa Bergoglio ha aggiunto che “invecchiare in un labirinto è invecchiare nei valori superficiali”, rimarcando che per attraversare i conflitti “serve la pazienza di trasformarli in capacità di ascolto, di riconoscimento dell'altro, di crescita reciproca”. Papa Francesco ha concluso: “Provare a superare i conflitti è il segno che abbiamo puntato più in alto, più in alto dei nostri interessi particolari, per uscire dalle sabbie mobili dell'inimicizia sociale” e ha invitato i presenti ad andare avanti nel proprio servizio: “Cercare, custodire e portare la voce e la speranza dei giovani italiani nelle sedi istituzionali per partecipare insieme al bene comune”.

Papa Francesco all'udienza di mercoledì scorso (Getty Images)

Ai preti: “Andate nelle carceri, è una priorità”

Poi, in un altro incontro, ricevendo in udienza i seminaristi delle Diocesi di Pamplona, Tudela, San Sebastian e Redemptoris Mater, il Santo Padre ha raccomandato: “Quando sarete preti, andate nelle carceri, è una priorità”. “Dobbiamo scendere nelle carceri - ha detto ancora Bergoglio -, alle carceri governative, certamente, per offrire a chi vi è l’olio della consolazione e il vino della speranza, ma anche a tutte quelle carceri che imprigionano gli uomini e le donne della nostra società: le prigioni ideologiche, quelle morali, quelle che creano sfruttamento, scoraggiamento, ignoranza e dimenticanza di Dio. Andate nelle prigioni - ha esortato infine Bergoglio -, da quando sono Papa, il Giovedì santo lavo i piedi in carcere. Sono loro che hanno più bisogno che gli laviamo i piedi”.

Tutte le Chiese particolari ricordino i Santi e i Beati ogni 9 novembre

“Nel corso dell'anno liturgico la Chiesa onora pubblicamente, in date e modalità prestabilite, i Santi e i Beati. Tuttavia, mi pare importante che tutte le Chiese particolari ricordino in un'unica data i Santi e i Beati, come anche i Venerabili e i Servi di Dio dei rispettivi territori” ha scritto Papa Francesco in una lettera per il ricordo nelle Chiese particolari dei propri Santi, Beati, Venerabili e Servi di Dio, nella quale esorta “a partire dal prossimo Giubileo del 2025, a ricordare e onorare queste figure di santità, ogni anno il 9 novembre, Festa della Dedicazione della Basilica Lateranense”.

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