Pete Hegseth, chi è il prossimo segretario alla Difesa americano ...

Pete Hegseth

di Andrea Marinelli

Attivista conservatore, conduttore di Fox & Friends, è stato messo dal presidente eletto a capo del Pentagono, cogliendo di sorpresa l’intero mondo della Difesa

Pete Hegseth è stato nominato nella notte segretario alla Difesa da Donald Trump. Attivista conservatore, conduttore di Fox & Friends, è stato messo dal presidente eletto a capo del Pentagono, cogliendo di sorpresa l’intero mondo della Difesa. Hegseth, 44 anni, ha prestato infatti servizio nella Guardia nazionale del Minnesota — è stato inviato nella baia di Guantanamo, in Iraq e in Afghanistan, diventando capitano e ricevendo due Stelle di bronzo — ma per i critici i suoi meriti finiscono qua. Ha esperienza sul campo di battaglia, dicono, ma si ritroverà a guidare un’enorme macchina militare senza aver mai avuto ruoli gestionali: il dipartimento alla Difesa ha un budget che supera gli 800 miliardi di dollari, 1,3 milioni di soldati in servizio e altri 1,4 fra Guardia nazionale, riservisti e impiegati civili. In Hegseth, che nel 2012 si era candidato senza successo al Senato in Minnesota, Trump vede anche altre doti: se sarà confermato dal Senato, aiuterà il presidente eletto a mantenere una delle sue promesse elettorali, sbarazzandosi dei generali che si sono fatti travolgere dalle politiche progressiste.

«Con lui la roba woke finirebbe in 24 ore», aveva detto Trump durante un comizio a Las Vegas in giugno, consigliando ai sostenitori di comprarne il libro, The War on Warriors, in cui parlava di licenziare generali e leader del Pentagono e sosteneva che il capo dello Stato maggiore congiunto delle Forze armate C. Q. Brown avesse avuto l’incarico solo perché afroamericano. Hegseth si oppone infatti ai «programmi woke» che promuovono equità e inclusione, mette in dubbio il ruolo delle donne in combattimento, si batte per concedere la grazia ai soldati accusati di crimini di guerra. «Queste ideologie, il politically correct, si sono fatte largo nei ranghi dell’esercito. Leader e generali non si sono opposti. No, dobbiamo soltanto essere concentrati sulla prontezza, la meritocrazia, la letalità», aveva sintetizzato tempo fa in tv. Mentre in un podcast aveva affrontato le questioni di genere, rilanciando una posizione non del tutto isolata nell’esercito: «Uomini e donne che servono insieme nell’esercito complicano la situazione», spiegava. «Solo che le complicazioni in combattimento portano vittime».

Al di là delle battaglie ideologiche, di cui Hegseth ha fatto una bandiera, i critici ritengono che il nuovo segretario alla Difesa sarà soltanto nominalmente a capo del Pentagono, con le decisioni che saranno prese per lui dalla Casa Bianca. «Ci sono ragioni per credere che questa persona non sia adatta a delineare politiche e a implementarle», ha commentato il deputato di Washington Adam Smith, il democratico più alto in grado nella Commissione forze armati della Camera, ammettendo di non sapere chi fosse fino a 20 minuti prima di incontrare i giornalisti. Smith è preoccupato per la poca esperienza nel gestire la burocrazia del Pentagono, ma anche per i rapporti inesistenti con i partner esteri, «in un momento in cui fra Asia, Europa e Medio Oriente c’è molta carne al fuoco». Senza considerare che Hegseth, come Trump, è scettico sul ruolo della Nato. «Perché l’America deve continuare a essere il numero d’emergenza dell’Europa?», scriveva nel suo libro.

«Credo che Trump fosse stanco di combattere con i segretari alla Difesa, e ne ha scelto uno che fosse leale», ha sintetizzato Mark Cancian, consigliere del Center for Strategic and International Studies ricordando la dote principale richiesta ai membri dell’amministrazione. «È un grande comunicatore. Trump ha scelto una persona a lui vicina, che gli piace e di cui si può fidare», ha commentato il senatore repubblicano del North Dakota John Hoeven. La nomina ha però destato qualche dubbio anche fra i suoi colleghi conservatori: quello della North Carolina Thom Tillis l’ha definita «interessante», Todd Young dell’Indiana si dice «pronto a scoprirlo». Sicuramente, il nuovo segretario alla Difesa partirà dalle questioni che ha più a cuore: il divieto a servire nell’esercito per i transgender, l’eliminazione di programmi per diversità e inclusione ma anche la restituzione alle basi militari dei loro vecchi nomi, quelli di leader confederati. 

13 novembre 2024

© RIPRODUZIONE RISERVATA

Leggi di più
Notizie simili
Le news più popolari della settimana