Piero Marrazzo: "Ero un cliente di trans, lo facevo per piacere e per ...

4 ore ago
Piero Marrazzo

"Mi sono sentito un 'caso' per 15 anni, non più una persona. Mi sono state accostate delle morti, storie di dipendenze, ma finalmente oggi posso sottolineare di essere stato vittima di troppe fake news". Piero Marrazzo esordisce così a Domenica In, dove arriva per presentare il suo ultimo libro, "Storia senza eroi", dedicato agli ultimi vent'anni della sua vita. 

Nel 2009 sono arrivate le dimissioni del giornalista da presidente della regione Lazio, dopo la diffusione di alcune notizie che lo volevano cliente di donne transessuali. "Io non avevo commesso nulla di illegale, ma la politica richiede una assunzione di responsabilità", spiega oggi Marrazzo. "Mi sono dimesso perché la mia vicenda avrebbe danneggiato la Regione Lazio. Tengo però a sottolineare il lavoro che ho svolto negli anni precedenti: non ho mai avuto neanche un avviso di garanzia per corruzione o concussione".

Marrazzo spiega di aver scritto il libro per far sentire il suo supporto a chi oggi non ha la forza di rialzarsi. Lui c'è riuscito. "Io sono caduto e grazie alle mie tre figlie mi sono rialzato. Questo libro serve per dire che ci si può rialzare dalle cadute. Pensiamo a tutte le ragazze che vedono le loro foto intime finite sulla rete, o ai ragazzi che si sentono sbagliati per orientamento sessuale. A loro dico che non è finita". 

Quindi Marrazzo passa a ricordare il suo 'caso': "Io sono stato un cliente di sex workers, donne transessuali. Ma solo oggi lo posso dire in televisione". "Perché sei stato cliente?", domanda Mara Venier. E lui risponde: "Dovremmo allargare il discorso a chi prova piacere a fare una cosa. È un piacere che, nel momento in cui lo fai, è figlio di due sensazioni personali...  C'entrano il piacere e la solitudine. Non nego quello che ho fatto, né che ci fosse piacere. Siamo a Domenica In e penso sia giusto usare le parole adatte al caso: è giusto parlare di donne transessuali. All'epoca non c'erano le parole giuste". "L'unica cosa che ho sbagliato", aggiunge Marrazzo, "è che ero andato con la macchina di servizio, ma è successo solo quella volta. Poi però nessuno si domanda perché avevo la scorta...".
"Qualcuno ha avvisato che stavi andando lì?", domanda Mara Venier. E Marrazzo sorride: "Mara, stai cominciando a fare la cronista?".

A Venier che gli domanda se ha ormai superato il trauma, Marrazzo risponde: "Sì, dopo aver finito di scrivere il libro. Sono state cinque donne a consigliarmi di farlo. La mia editrice Chiara Valerio, la mia psicanalista Manuela e le mie tre figlie, che hanno chiesto loro stesse di intervenire con tre testi. Sono degne nipoti di mio padre, che è stato un grande giornalista".

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