Fabiola Sciabbarrasi racconta il suo Pino Daniele: “Ci presentò ...
La ex moglie di Pino Daniele racconta i suoi ventitré anni di vita insieme: “Massimo Troisi è stato il nostro Cupido. Conoscevo Massimo prima di conoscere Pino e un giorno, dopo anni di frequentazione, Massimo mi presentò l’uomo della mia vita”.
Fabiola Sciabbarrasi è ospite de "La volta buona" per parlare del suo rapporto con Pino Daniele. Una rivelazione clamorosa, la sua "stretta" amicizia con Massimo Troisi che è stato poi l'uomo che li ha fatti conoscere: "Massimo Troisi è stato il nostro Cupido. Conoscevo Massimo prima di conoscere Pino e un giorno, dopo anni di frequentazione, Massimo mi presentò "l'uomo della mia vita", così disse. Era una specie di Nostradamus".
"Nessuno immaginava il matrimonio tra noi"Fabiola Sciabbarasi racconta che entrambi non sembravano pronti a una relazione seria, che invece è scaturita in un matrimonio con tre figli. Una prima dichiarazione che Pino Daniele fece proprio a lei: "Voglio tre figli da te".
Noi uscivamo già dalle nostre relazioni, lui aveva già dei figli e nessuno di noi due aveva pensato che ci sarebbe potuta essere una vita insieme. C'era prima la musica, però. Non sono mai stata gelosa della sua arte, ma qualche volta sono stata annoiata, quello sì. Ma la sua con la chitarra era una simbiosi inscindibile. Poi i regali che sono arrivati da quella chitarra, sono tanti, in primis i nostri tre figli.
Le canzoni che Pino Daniele scrisse per lei"Resta resta cu mme", "Io per lei", "Stare bene a metà", tutte canzoni scritte per lei come rivela la Sciabbarrasi: "Inizialmente io non sentivo su di me questo privilegio. Se discutevamo, scriveva un brano. Se la discussione era più importante, scriveva un Lp. Mi sentivo usata? Sì, profondamente usata". Poi spiega: "Alcune volte ho aggiunto io delle parole. A lui non venivano, mi diceva: ‘come la finiresti?'. E quel ‘Mai nessuno mi ha mai detto sono pazza di te' ce l'ho messo io".
La morte di Pino DanieleSi parla anche del giorno in cui Pino Daniele è morto, ma Fabiola Sciabbarrasi cerca di "non riavvolgere quel nastro": "Io l'ho saputo quando non è stato bene. Mi ha chiamato Sofia, la sua seconda figlia, ho dato loro indicazioni. Poi, purtroppo, l'ambulanza è stata mandata via. Non amo riavvolgere quel nastro, non amo fare questo". Poi spiega: "Avremmo dovuto dirci scusa perché c'è stata una fase in cui avevamo smesso di riconoscerci. C'è stata un'esasperazione di fatti, dicerie, terze persone. Pensavo che ci sarebbe stato tempo di parlare con lui. Noi vivevamo una fase di separazione transitoria, ma pensavamo anche che fosse definitiva. Avevamo interrotto un progetto. Io ero arrabbiata, lui era arrabbiato ma nessuno dei due pensava che non avremmo mai avuto la possibilità di dirci ancora ti amo. È stato uno strappo violento".