C’è ancora tanto da fare per e nel nome di Pino Daniele, scomparso nel 2015. Intanto festeggiare il suo compleanno (e il suo onomastico) che cadono proprio oggi, giorno in cui avrebbe compiuto 69 anni. Con le immagini, attraverso l’installazione museale permanente Pino Daniele Alive ospitata a Napoli dal SUM. Con le parole e i ricordi in un talk guidato dagli speaker di Radio capital Mixo e Luca De Gennaro che dialogheranno con artisti, ospiti e produttori per ricordare aneddoti e curiosità legate all’autore di Napul’è, con intervalli dedicati a tre cantautrici emergenti (Alessandra Tumolillo, Greta Bragoni e Rosita Brucoli) promosse dalla fondazione Pino Daniele ETS.
E poi con la musica: è disponibile da oggi (in doppio vinile in edizione limitata dal 22) la versione rimasterizzata di Sciò live - 40th anniversary album, che contiene anche 4 tracce live mai pubblicate prima. «Ho aperto l’archivio e ho rimesso in ordine quello che avevamo - racconta Alessandro Daniele, figlio di Pino e presidente la Fondazione - mi è caduto l’occhio su quel live a Roma del 14 settembre 1984, pochi giorni prima dei concerti inseriti nel live originale. Sono brani che hanno lo stesso spirito di Sciò live, istintivi, pieno di sentimento e congrui con il resto del disco. Il missaggio, curato da Pino Pischetola e Fabrizio Bianco, è stato complicatissimo, ma ne valeva la pena».
L’iniziativa che più sta a cuore a Daniele, e che forse sarebbe piaciuta di più a papà Pino, è però il Musicante Award, un premio dedicato ai giovani artisti: «Erano anni che volevo creare un premio per i giovani artisti che vogliono davvero vivere di musica - racconta Daniele - che hanno un’esigenza espressiva e non solo un desiderio di visibilità. Devono avere qualcosa da dire e devono esibirsi dal vivo, perché in studio cantano anche le capre. Il concorso è aperto agli iscritti o già diplomati al Conservatorio e ai ragazzi che sognano di andarci. Ognuno di loro dovrà presentare un brano originale e una rielaborazione di un pezzo di papà Pino. A quelli che passeranno le selezioni offriremo un bootcamp di perfezionamento, un percorso con docenti che possano aiutarli a migliorare le loro opere. Nel 2025 la finale, con 12 giovani musicisti e altrettanti big della musica italiana scelti dagli stessi ragazzi. Ci saranno tanti premi diversi, saranno un po’ tutti vincitori. Daremo poi la possibilità ai ragazzi di suonare poi dal vivo, dopo il premio. Potranno chiudere accordi discografici ed editoriali».
Gli occhi aperti sul mondo e sui giovani, una caratteristica di papà Pino. Che in fondo, con il suo linguaggio preso anche dalla strada, ha anticipato tanti protagonisti della musica di oggi, Geolier in testa: «Lui aveva anticipato anche il rap. È stato un caposcuola, si è guardato indietro perché se non studi i grandi non puoi innovare. Ha lasciato un patrimonio di idee, e la sua eredità è ciò che vorrei trasmettere ai ragazzi del Musicante Award: studiare il passato per essere poi in grado di rielaborarlo».
Alessandro Daniele, che ha affiancato a lungo suo padre, non vede al momento artisti in grado di raccoglierne il testimone: «Non ci sono eredi per mio padre, o anche per Fabrizio De Andrè. Sono artisti unici, bisogna raccogliere quello che hanno lasciato». Ha già scritto un libro su suo padre, ce ne sarà un secondo? «Ero andato molto più avanti nel racconto, ma per i tempi dell’editore ho dovuto tagliare le parti finali. Avrei parecchio materiale, ma mi stava aiutando Ernesto Assante, che mi spiegava come fare. L’ho chiamato proprio quella mattina, poi ho capito perché non mi rispondeva. Per il momento lascio tutto così».